Chiunque abbia partecipato all’Eroica sa chi sia stato Luciano Berruti, uomo simbolo della madre di tutte le ciclostoriche scomparso lo scorso anno. E “Luciano Berruti” è il libro che lo ricorda, scritto dal figlio Jacek e da Giancarlo Brocci, il patron dell’Eroica, che ci ha fatto il grande onore di presentarlo in prima persona sulle nostre pagine.
«Luciano Berruti se n’è andato lo scorso 13 agosto. All’improvviso, l’unica indicazione era solo una certa storia familiare. Per il resto aveva testa, gambe ed una scia d’amore, in casa e fuori, che lo avrebbe dovuto far vivere fino al 3000. Se n’è andato in bici “moderna”, strada ed abbigliamento non eroico, una domenica mattina di assoluto relax. Così, evidentemente, era scritto; di certo, nel 3000, sarebbe stata la morte che sognava. Gli abbiamo dedicato un libro, un istant book, giusto per onorarlo in tempo a L’Eroica. Scritto a 4 mani, 6 per il contributo introduttivo del sindaco di Gaiole in Chianti, il Comune che lo aveva fatto cittadino onorario. Luciano meritava di più, compreso un monumento che sarà pronto alla prossima prima d’ottobre, quando tutto il suo mondo si ritroverà per celebrare il proprio raduno annuale. Perché è vero che dopo morti precoci molti personaggi top diventano icone ma lui lo era già da tempo, in vita; l’eroico, quello che rappresentava visivamente, nel suo modo di essere, tutti i valori che L’Eroica stava comunicando per il pianeta tutto.
Dicevamo del libro; sarebbe potuto essere un’enciclopedia a puntate se si fossero raccolte tutte le testimonianze di affetto, gli aneddoti, i contributi, le storie che Luciano aveva alimentato. Io e suo figlio Jacek, invece, siamo andati all’essenziale, lui nel raccontarlo in privato, nella sua tenera storia familiare, io nel parlare della sua «carriera» da uomo-copertina, da idolo di un popolo che si riconosceva nelle sue gesta, persino nei suoi baffi.
Racconti rapidi, flash, tante foto; ma in 128 pagine l’anima si coglie bene, la pubblicazione rende comunque l’idea di un Berruti numero uno, formidabile persona buona, piena di bei sentimenti, capace di trasmetterli, di emanare positività cosmica, percepita al di là e al di sopra di qualsiasi barriera linguistica.
Solo un paio di estratti, giusto per dare idea di cosa vi si legge. Dice Jacek: “Quel giorno, come due bambini incoscienti, ci siamo buttati giù dalla Volpaia. Avremmo superato 100 ciclisti, con il nostro fare da crossisti, quello era il nostro pane. A volte si esagerava persino un poco, ma tant’è; io dovevo seguire il Babbo, punto e basta. Inizia il tratto veloce in asfalto, curva a sinistra quasi in staccata, lui davanti ed io dietro. Il suo freno nel mozzo, azionato da un contropedale, inizia a fumare, non frena più e va largo fino nella cunetta, mette il piede fuori, rientra in strada. Io col cuore in gola tiro un sospiro di sollievo, in pianura lo affianco, mi immagino che voglia commentare l’accaduto eccezionale (ha dimostrato di avere una volta di più il manico!), invece si volta e mi dice: «Hai qualcosa da mangiare con te?!».
Mio padre, si. Far diventare normali le cose eccezionali, renderle semplici. Ecco chi è il Campione, ecco perché lui lo è sempre stato”.
Io ho titolato la mia parte «La Leggenda del Santo Ciclista». Estraggo questo, credo significativo. “Io, però, vorrei raccontare di una persona rara, un pezzo di pane con un’anima così grande, genere Gandhi. Non dico del suo cuore per il solo pensiero che sia stato lui a lasciarlo per strada; ma era un cuore che aveva dato così tanto che mi verrebbe persino di capirlo. Giustificarlo mai, troppo presto e ad una delle persone più felici che mi sia stato dato di conoscere. Perché Luciano era una persona bella, buona, piena di valori e sentimenti, carica di gioia di vivere che la morte mai riuscirà ad accostare a se stessa…
Scrivo di lui perché c’è una morale fantastica in ciò che Berruti rappresenta, nel fascino ammaliante del personaggio. Sta nella bontà che ha saputo trasmettere. BONTà, la voglio scrivere tutta maiuscola, parola desueta, di cui vergognarsi dai tempi elementari del libro «Cuore». Perché oggi bisogna essere grintosi, arroganti, anche nello sport si predica la cattiveria agonistica… Berruti vuole bene, sorride, ha un animo bambino che per quelli come me è un immenso valore aggiunto; e vuole bene al prossimo, allo strambo, allo straniero, alla natura, porta rispetto a qualsiasi, riesce a parlare con tutti senza conoscere una lingua diversa dal savonese…”
Il libro ripercorre, tramite foto ed aneddoti suoi, il giro del mondo di Eroica, un bel riassunto di come un grande uomo semplice lo abbia conquistato.
Questa pubblicazione è stata edita per L’Eroica di Gaiole in Chianti ed il Ciclo Club Eroica. Per trovarne copia guardare sul sito eroica.it., iscriversi al suddetto Ciclo Club, passare dal suo Museo in Cosseria (SV) o venire il prossimo 7 ottobre a Gaiole in Chianti, dove Luciano Berruti sarà presentissimo nel cuore di un po’ tutti.
Giancarlo Brocci
A cura di: Giancarlo Brocci Foto credits: Paolo Penni Martelli