Nella seconda metà del XV secolo, in una data imprecisata, un giovane cadde in un fosso sul colle Oppio, uno dei tanti sui cui si stende da quasi tremila anni la città di Roma.
Con sua grande sorpresa, ripresosi dallo spavento e dopo aver controllato di essere tutto intero, si rese conto di essere finito in uno spazio ipogeo: un’immensa grotta sulle cui pareti – bianche – erano tracciati disegni che non assomigliavano a niente che avesse visto prima. La voce dell’esistenza di quelle pitture “grottesche” – di qui l’origine di questo termine per indicare qualcosa di strano e sorprendente – si diffuse rapidamente per i vicoli della capitale, arrivando presto ai giovani artisti che in quegli anni prestavano servizio presso la corte papale di Alessandro VI Borgia prima e di Giulio II poi. Quegli artisti si chiamavano Pinturicchio, Raffaello, Michelangelo e quella grotta, con il tempo, si scoprì essere la piccola parte di un complesso più grande. Enorme, leggendario: era la “Domus Aurea” dell’imperatore Nerone. Da quel connubio di riscoperta, visione, arte ed emozione nacque il periodo storico più affascinante e travolgente che la storia dell’umanità ricordi: il Rinascimento, un’opera tutta italiana per la quale il mondo occidentale ancora oggi ci ringrazia.
Ho raccontato questa storia magniloquente perché – con le dovute proporzioni – anche quello che stiamo attraversando in questi anni è un vero e proprio Rinascimento del ciclismo d’epoca, e la “grotta” nella quale si sono calati negli scorsi anni, traendo da essa la forza e l’entusiasmo per diffonderne i valori nel mondo, è senza dubbio L’Eroica. Dal 1997 a oggi decine, centinaia di ciclostoriche sono nate con il desiderio di poter far rivivere, replicare, persino migliorare quello che tanti appassionati hanno provato a Gaiole in Chianti, pedalando per qualche giorno per le strade del ciclismo che fu.
Il nostro mondo e questa stessa rivista non possono prescindere da L’Eroica, ed è per questo che siamo molto felici di annunciare di esserne diventati Partner Ufficiale, come potete constatare dal bel bollo che compare in copertina e dalle otto pagine dedicate al mondo Eroica che seguono questo editoriale. Per noi è una responsabilità ma anche la possibilità di poter allargare il nostro pubblico e la nostra missione – passatemi il termine. Perché tutti, fuori dall’Italia, guardano a L’Eroica e al nostro meraviglioso mondo di ciclostoriche, con i suoi paesaggi, le sue tradizioni, le sue eccellenze, esattamente come accadeva nel Rinascimento. Tutti vogliono partecipare, sapere, persino copiare. Ecco perché abbiamo voluto dare a queste pagine una dimensione internazionale, rendendole bilingue in modo da permettere ai tantissimi appassionati stranieri di capire un po’ di più di quello che siamo. Quello che loro hanno imparato a portare nel cuore, noi lo abbiamo nel sangue. E poterlo vivere e raccontare come se fosse normale – ma non lo è – è una responsabilità, oltre che un privilegio.
Alessandro Galli
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