Nel 2007 le Poste Italiane emettono, come spesso è capitato loro di fare nella propria storia un francobollo per celebrare i 50 anni dalla scomparsa di Luigi Ganna, corridore del ciclismo eroico e vincitore del primo Giro d’Italia (1909).
In questa occasione, però, qualcosa va storto. Nel 2010, un solerte lettore di Pietrasanta segnala alla Gazzetta che il ciclista rappresentato in primo piano non è Luisin Ganna e partono le indagini giornalistiche. La questione rimbalza anche sulle pagine della posta di Bicisport: un lettore di Torino si chiede se sia Petit-Breton o Garrigou. Ormai sembra sempre più evidente che quello rappresentato non sia Ganna. Intanto le Poste Italiane tacciono.
A mettere un punto fermo sulla questione provvede Claudio Gregori, che nel 2009 ha pubblicato un bel volume su Luigi Ganna.Interpellato dalla rivista “Il Collezionista” nell’aprile del 2010, Gregori sentenzia: «Certamente non è Ganna. Confrontando le foto – ho un po’ di libri francesi sul ciclismo – mi pare di poter dire con ragionevole sicurezza che sia Gustave Garrigou, come il lettore ha giustamente notato. Per altro, di foto di Ganna ce ne sono molto poche e credo di averle viste proprio tutte. Non c’è alcuna somiglianza». La rivista riesce ad andare oltre. «Il bozzetto del francobollo in questione è stato realizzato presso il Centro Filatelico dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato», fanno sapere salomonicamente. Da IPZS arriva una risposta più circostanziata: «I dubbi di verosimiglianza formulati dal lettore, nonché il collegamento del personaggio raffigurato con il ciclista francese Gustave Garrigou, sono da attribuire alla notevole somiglianza tra i due corridori. Si ritiene opportuno aggiungere che la vignetta del francobollo non riproduce una foto di Luigi Ganna, bensì un ritratto inedito e originale ispirato dalle pochissime foto che lo raffigurano e, come per tutte le opere d’arte, è da considerare una reinterpretazione artistica del ciclista».
Concludono dalle Poste: «In effetti le fonti iconografiche e redazionali ufficiali utilizzate come spunto per la realizzazione del francobollo sembrano confermare che l’atleta raffigurato sulla carta è proprio il ciclista Luigi Ganna. La somiglianza con il corridore francese è pertanto una pura coincidenza».
ERRORE O NO?
La libertà d’interpretazione artistica e la limitata documentazione fotografica sembrano ottimi paraventi per giustificare un errore. Se proviamo a sovrapporre la foto che si trova in rete, quindi facilmente reperibile, di Garrigou, con il ciclista in primo piano della vignetta si notano molte più somiglianze che non con Ganna. Entrambi hanno i mustacchi, come andava di moda, ma la fisionomia tra il francese e l’italiano è ben diversa.
Il “nostro” Carlo Delfino sull’episodio è tranchant: «Il corridore ritratto nel francobollo non è Luigi Ganna bensì il francese Gustave Garrigou. Claudio Gregori, stimato e bravissimo ricercatore del ciclismo eroico non ha dubbi in proposito. Le Poste, invece, tramite l’Istituto Poligrafico dello Stato, che non dovrebbe essere secondo a nessuno per onestà e correttezza, si inventano una risposta stupenda, arrampicandosi sugli specchi. È come se io, pittore, dovessi fare un ritratto a Sofia Loren con il viso della Lollobrigida».
Il dibattito, però, è aperto e il francobollo resta così enigmatico, quasi al pari del sorriso della Gioconda o del passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali (con Stan Ockers testimone). Un nuovo Gronchi Rosa del ciclismo verrebbe da dire, non tanto per il valore filatelico in sé, quanto per la storia che c’è dietro.