Il nome originale in tedesco – Ordonnanzfahrrad – è di quelli che fanno paura, ma la traduzione riporta a un molto più comprensibile “di ordinanza”.
Stiamo parlando di uno degli esemplari più iconici quando ci si addentra nel campo dei mezzi militari, ovvero la bicicletta in dotazione all’esercito svizzero dal 1905 al 1988, quando fu sostituita da una più moderna Mountain Bike, sicuramente più al passo con i tempi. Difficile trovare un modello, nella storia, che abbia avuto una vita così lunga pur rimanendo fedele al progetto originale, anche se nel tempo ha subito ovviamente delle modifiche. Le “truppe cicliste” nascono in Italia nel 1875 e si diffondono poi negli altri eserciti. La Svizzera crea il suo primo battaglione nel 1891, ma è solo nel 1905 (e da qui il nome della bicicletta, Mo. 05) che avvia una produzione propria partendo da un progetto originale per una bicicletta robusta e adatta a spostarsi per l’impervio territorio elvetico che, all’epoca, era in larghissima parte costituito da sterrati e sentieri di montagna e non certo da comode piste ciclabili o strade asfaltate.
Sono 300 le biciclette della prima commessa e, in quasi 90 anni, ne verranno prodotti 68.614 esemplari, un’enormità. Nel 1989 l’ultimo lotto celebrativo, sempre di 300 unità, soprannominato Goldkreutz per via della numerazione e della croce svizzera in oro. La fine di un’epoca gloriosa e sostanzialmente pacifica, vista la storica neutralità della Confederazione Elvetica.
Solida e generosa
Il modello che vedete in queste immagini appartiene a Paolo Caserta ed è straordinario proprio perché punzonato 1905, e quindi appartenente al primo lotto di produzione. La Ordonnanzfahrrad Mo. 05, infatti, entrò in servizio solo nel 1907 dopo due anni di gestazione, ragion per cui gli svizzeri tentarono di cambiarne il nome in Mo. 07 ma si accorsero ben presto che ci sarebbe stata confusione, per cui rimasero alla denominazione originale. L’esemplare in questione, punzonato 262, fu realizzato dalla Condor SA, ma furono tantissimi i produttori che negli anni la misero in cantiere, come Cosmos B. Schild AG, Schwalbe AG Gebr. Ruegg, Uster Cäsar, MFG e altri.
Il modello in esame, essendo tra i primissimi, ha le caratteristiche di una bicicletta d’inizio Novecento. Il telaio è in acciaio, i pedali addirittura con appoggi in legno. Antelucano il comparto frenante, con un tampone all’anteriore (notoriamente di scarsa efficacia) e un contropedale Torpedo al posteriore, che si faceva carico di quasi tutto il lavoro. Con il tempo, venne aggiunto un terzo freno al posteriore. Anche la fanaleria cambiò, e si passò dal faro a carburo presente inizialmente, con gemma al posteriore, a una dinamo con faro incorporato che alimentava anche una luce dietro. Molti altri i dettagli su questa bicicletta, come la predellina al posteriore per salire meglio in sella, il generoso lucchetto integrato, la parte superiore del carro avvitata al nodo sella e smontabile, forse per poter essere sostituita in caso di rotture senza dover buttare tutto il telaio. Sono poi presenti molti accessori in dotazione, come la pompa, curiosamente montata sopra al tubo orizzontale, due sacche portaoggetti e molto altro, collocato sul generoso portapacchi posteriore.
La Ordonnanzfahrrad Mo. 05 veniva assegnata dall’esercito svizzero a ogni cittadino abile alla leva tra i 18 e i 55 anni, con il compito di conservarla a casa e poi di trasmetterla a un altro destinatario. Per questo, vera icona del Novecento, è entrata a far parte della cultura collettiva della Confederazione Elvetica.
Collezione: Paolo Maria Caserta
Scheda tecnica
Nome: Ordonnanzfahrrad Mo. 05
Anno: 1905
Produttore: Condor SA
Telaio: in acciaio
Peso: 23 kg circa senza accessori
Freni: anteriore a tampone, posteriore contropedale Torpedo
Fanaleria: anteriore a carburo, gemma al posteriore
Dotazione: pompa, fondina per la pistola, sacca sotto al tubo orizzontale, zaino, coperta, badile
Cerchi: da 26”
Pneumatici: Maloya da 26 x1/2