Per chi era ragazzo in quegli anni, la mountain bike sembra una storia di ieri.
Invece ad andare bene sono passati 40 anni, perché la storia della MTB affonda le proprie radici negli Anni ’70, come ci ha ben raccontato Tom Ritchey in una bellissima intervista su BE32. Con lui nomi che sono entrati nella leggenda, come Joe Breeze, Gary Fisher, Charlie Kelly, Jobst Brandt e altri che si sono persi nel tempo. Ragazzi di poco più di vent’anni che percorrevano miglia e miglia tra le montagne di Santa Cruz, nel nord della California, sognando di pedalare l’impossibile. A distanza di tutto questo tempo, Tom si avvicina ai 70 anni e la MTB è diventata a tutti gli effetti una bicicletta d’epoca che negli anni si è ritagliata anche in Italia una nicchia appassionatissima, e che proveremo a rappresentare da qui ai prossimi numeri, perché crediamo che le tecnologie e le storie che questi mezzi raccontano siano davvero molto interessanti.
Prima di parlare della Ritchey Team Comp dell’85 che vedete in queste pagine, serve fare un piccolo recap di come la MTB sia arrivata in Italia, 5/10 anni dopo che era nata in California. Negli Stati Uniti sia la Specialized di Mike Syniard – inizialmente un piccolo negoziante “specializzato” nella vendita di componentistica per lo più francese e italiana – sia la canadese Rocky Mountain e Gary Fisher avevano fatto produrre i primi prototipi da Tom Ritchey. Dopo una fase iniziale in cui Ritchey, Kelly e Fisher lavorarono come un unico soggetto, verso il 1984 Tom iniziò a produrre in proprio. Queste biciclette attirarono l’attenzione anche di realtà italiane, come Rossin prima e Cinelli poi, che altro non fecero che “copiare” le biciclette di Ritchey e soci. Notissimo, all’epoca, fu il famoso Rampichino di Cinelli, uscito nel 1984, che segna sostanzialmente l’inizio dell’era della MTB in Italia se non nella pratica sicuramente nell’immaginario collettivo. Queste biciclette però, promosse anche attraverso la rivista Airone, allora molto popolare, vennero identificate come mezzi da tempo libero, da passeggiata, da ragazzi, ragion per cui in moltissimi casi finirono in garage un po’ come le generazioni precedenti avevano avuto le Saltafoss e le BMX.
Negli Stati Uniti, invece, la musica era tutt’altra, e le MTB iniziavano a essere mezzi tecnologicamente evoluti, di frontiera, ai quali si applicavano soluzioni davvero d’avanguardia come la saldatura a TIG, che nel mondo del corsa era riservata unicamente alle produzioni di altissimo livello. Curioso il caso della nostra Team Comp dell’85, che pur rappresentando il concentrato di tecnologia di cui abbiamo appena detto, e che proprio per queste sue caratteristiche è arrivata in Italia, era saldata personalmente da Tom Ritchey con la più vecchia tecnica della saldobrasatura, più bella da vedere e in grado di mantenere il telaio più elastico.
UNA STORIA ITALIANA
Ci racconta Gabriele Bocchi, parmigiano, il suo attuale proprietario: «Ho trovato questa bici in un annuncio online in vendita a Milano. Appena l’ho vista, ho chiamato subito il venditore e sono andato la sera stessa a prenderla, perché avevo molto ben chiaro di che cosa si trattasse». Gabriele ci manda una foto di Antonio Colombo con questa bici, e Colombo vuol dire sia Columbus sia Cinelli. «Questa Ritchey faceva parte di una serie di tre che era stata acquistata nel 1985 da Paolo Erzegovesi, all’epoca nel board dell’azienda, che aveva trascorso un lungo periodo in California per studiare la mountain bike. Tre biciclette acquistate direttamente da Tom Ritchey che vennero portate in Italia per carpirne i segreti. Il ragazzo che ce l’aveva era un ex-dipendente Cinelli, che l’aveva tenuta dopo aver interrotto il rapporto con l’azienda e adesso voleva liberarsene non usandola molto». Miracolo. «Alla fine l’ho tenuta come l’ho trovata, cambiando solo serie sterzo e sella», conclude Gabriele.
Rispetto a quello che si vedeva in Italia allora, la Team Comp era avanti anni luce. Come recita il catalogo Ritchey del 1984, «…una bicicletta ad alte prestazioni, ultra leggera ed equipaggiata per il fuoristrada, dedicata ai corridori più esigenti». Dice una citazione dal test sulla rivista Cyclist Magazine dell’85: «I risultati parlano da soli. Nella prima gara in cui è stata utilizzata, la Team Comp ha ottenuto i primi cinque posti». Il top, insomma, come il nome stesso della bici prometteva e manteneva.
Molta la tecnologia d’avanguardia utilizzata per raggiungere tali risultati. Dal 1984, Tom Ritchey (che diventerà noto in futuro per tanti progetti innovativi dedicati alla MTB, che rientravano in una filosofia battezzata Logic) creò la forcella a unicrown, denominata Unifork e registrata come brevetto, più semplice da realizzare e più economica rispetto alla vecchia doppia piastra di antiche origini utilizzata all’inizio. Diventerà un suo must, anche perché lui sarà a lungo il sostenitore della bici totalmente rigida realizzata nello stesso materiale delle molle, cioè l’acciaio. Questa forcella, fatta con un unico tubo e saldobrasata, è presente sulla Team Comp. Il gruppo montato di serie era lo Shimano Deore XT, anche se in quello montato su questo esemplare non compare mai la sigla, sostituita dalla raffigurazione di un cervo. Molto caratteristico è il manubrio disegnato da Ritchey e denominato Twin Strut e di tipologia detta bullmouse, oggi tornata in voga in carbonio. La misura del telaio, saldobrasato con tubazioni Columbus SP, è una M. I cerchi sono Araya e i pedali sono Sontour XC Comp. Il colore è quello rosso tipico denominato Red Team e da notare c’è anche il doppio portaborraccia.
C’è un universo incredibile da scoprire, quando si parla di mountain bike, e questa Ritchey Team Comp del 1985, esposta insieme ad altre a una mostra NUVI a Torrechiara (PR) lo scorso 11 giugno è solo un piccolo anche se gustosissimo assaggio. Articolo dopo articolo, cercheremo di addentrarci in questo mondo, in modo tale che magari anche a voi potrà capitare un giorno di scoprire un tesoro nascosto in una vecchia mountain bike, che a un occhio inesperto potrebbe non dire nulla. Se è quella che pedalavate a 16 anni, e da allora è chiusa in cantina, forse è il momento di tirarla fuori.
Collezione: Gabriele Bocchi Foto e informazioni storiche: Fausto Delmonte
Scheda tecnica
Marca: Ritchey
Modello: Team Comp
Anno: 1985
Telaio: acciaio saldobrasato con tubi Columbus SP, numero di serie 9B108
Misura: M (verticale c/c 46,5 cm – orizzontale c/c 56 cm)
Forcella: unicrown Unifork
Cerchi: Araya 7X 26 x 1,75
Gruppo: Shimano Deore XT
6 rapporti
Pedali: Sontour XC Comp
Colore: Red Team