«Le storie della bicicletta non finiscono mai».
Ce lo disse una volta il telaista lombardo Antonio Mondonico, recentemente scomparso, e questa cosa ci ritorna in testa ogni volta che ci avviciniamo a una bicicletta o a un personaggio, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da indagare, da portare alla luce addentrandosi nelle pieghe del tempo. È il caso della Marnati Corsa databile attorno al 1957/58 che vedete in queste pagine, che non solo è stata registrata all’ultima Eroica al Registro delle Biciclette Eroiche ma ha anche partecipato al Concorso d’Eleganza aggiudicandosi il premio come migliore Bicicletta da Corsa Anni ’30/’40/’50 Conservata.
Un’attribuzione che porta con sé molte questioni, perché sappiamo benissimo quanto possano essere scivolose le definizioni delle biciclette quando si cerca di essere il più rigorosi possibile. Oltre a questo, va aggiunto un fatto che rende questa bicicletta unica, ovvero che anche collezionisti esperti non hanno mai visto esemplari di questo tipo attribuiti a Umberto Marnati, telaista e meccanico della Legnano e della Bianchi tra gli Anni ’40 e gli Anni ’60, e poi come battitore libero in grado di regalare diverse apprezzatissime perle al mondo del ciclismo. Una bicicletta misteriosa, controversa, che però sfoggia tutti i crismi qualitativi che fanno vedere su di sé la mano di un grande telaista e l’attenzione a un montaggio che era sostanzialmente il massimo possibile per l’epoca. Una storia che proveremo a ricostruire in questo articolo.
Umberto Marnati, originario di Bareggio, nel sud-est milanese, è stato meccanico di Bartali e di Coppi, lavorando per il Reparto Corse Legnano dal ’45 al ’64 e formando con Umberto “Lupo” Mascheroni, di Cusano Milanino, una formidabile coppia al servizio dei grandi campioni alla corte dell’Avocatt Eberardo Pavesi. La vita delle squadre, dei meccanici, dei telaisti era all’epoca molto diversa rispetto a quella organizzatissima di oggi, che addirittura spesso separa i tecnici dai corridori e che ha aspetti senz’altro più algidi rispetto al passato. In quegli anni del Dopoguerra si tornava a correre anche per la fame di libertà, approfittando di ogni mezzo possibile per tornare a gioie semplici come quella di andare in bicicletta, per mestiere o per passione. È in questo contesto che nasce la Marnati Corsa che vedete in queste pagine, appartenente alla collezione di Moreno Bianchini, che si può molto serenamente definire una bici “di famiglia”, per quanto questo termine non renda l’idea del livello qualitativo della bicicletta stessa, che è molto elevato.
LESSICO FAMILIARE
In buona sostanza, si tratta di una delle biciclette che Umberto Marnati – e parliamo di pochissimi esemplari che si contano sulle dita di una mano, forse due – costruiva per sé e per i propri familiari durante i mesi invernali, quando la vita al Reparto Corse della Legnano era meno densa d’impegni. Erano biciclette che Umberto – ma non solo lui – faceva con i pezzi che aveva a disposizione, magari direttamente in officina dove lavorava, oppure a casa. Una specie di passatempo, ed è davvero incredibile pensare quanta consapevolezza e manualità servissero per fare nel tempo libero quello che pochissimi saprebbero fare ancora oggi. Ecco che quindi la Marnati Corsa manda segnali dissonanti. Mancano i simboli distintivi del maestro, come lo scudetto, ma l’attribuzione è certa e ci viene confermata da Daniele Marnati, figlio di Umberto, classe ’53, che dagli Anni ’70 in avanti ha affiancato il padre nella produzione telaistica.
«A tempo perso si costruivano telai e si montavano con quello che si trovava, a quei tempi si faceva così», ci spiega. «È molto difficile pensare di dare una lettura chiara alle biciclette costruite da mio padre, in quel periodo alla fine degli Anni ’60, anche perché io ero molto piccolo, e ancora oggi scopriamo delle cose nuove. Per esempio, risistemando la bicicletta di mia cugina ho trovato delle decal “Marnati – Bareggio”, ossia con il comune di nascita, che non avevo mai visto». Si faceva per fare, sperimentare, riusare, badando sia al sodo sia al piacere di poter fare qualcosa per sé, una volta tanto, e non per clienti e corridori.
Una delle caratteristiche di queste “biciclette d’inverno” era quella appunto di essere assemblata molto liberamente. Per questo la sua datazione al ’57 è solo ipotetica e si riconduce al montaggio del rarissimo gruppo Campagnolo Gran Sport, molto difficile da trovare, e con dettagli di altissimo pregio e livello, come la serie sterzo marchiata Campagnolo e i pedali ancora Campagnolo prima serie, che sul mercato costano 6 volte gli omologhi appena successivi, tanto per dare un’idea. Un riferimento qualitativo del montaggio è quello della bicicletta che il campione toscano Gastone Nencini utilizzò al Tour del 1958, e questo la dice lunga, lunghissima. Ma non è una bicicletta perfetta, da questo punto di vista, proprio per i motivi che ci siamo detti, e allora le leve dei freni sono databili al 1961. Non è da escludere, quindi, che anche il telaio sia leggermente successivo, ma quello che possiamo ragionevolmente pensare è che sia stato realizzato tra la fine degli Anni ’50 e l’inizio dei ’60. Le congiunzioni limate e l’accuratezza delle lavorazioni, però, mostrano il tocco sapiente di Umberto Marnati, mentre decal e verniciature originali evidenziano come la bicicletta sia rimasta nel suo stato nativo sin da quando è stata costruita.
Più che una bicicletta, questa Marnati Corsa del ’57 è un libro da leggere, ma di quelli per bambini, che ogni pagina che giri ti fa esplodere in tre dimensioni una casa, un’officina, un bosco, una nuova sorpresa, spaziando dalla storia del telaismo, alla tecnica, alla società italiana. E proprio come quei libri per i più piccoli è in grado di suscitare, agli occhi dei più grandi, la stessa meraviglia.
Collezione: Moreno Bianchini Foto: Riccardo Faldi
Scheda tecnica
Marca: Marnati
Modello: Corsa artigianale
Anno: 1957
Telaio: in acciaio con congiunzioni limate
Cambio: Campagnolo Gran Sport
Serie sterzo: Campagnolo Gran Sport
Guarnitura: Magistroni
Corone: Simplex
Pipa e Piega: Ambrosio
Pedali: Campagnolo Gran Sport
Puntapiedi: Cornez
Mozzi: Campagnolo Gran Sport
Freni: Universal Extra brev. 453949
Sella: Brooks B17