Nello scorso numero abbiamo parlato del nuovo museo di Brianza d’Epoca, a Concorezzo, inaugurato a novembre.
È da questa ricca esposizione che arriva anche l’esemplare che vedete in queste pagine, un Cicli Zappa modello Sport databile attorno al 1950. Una bicicletta che si colloca perfettamente nell’ambito delle produzioni locali, ancora molto in voga in quegli anni prima che l’arrivo dell’auto e soprattutto dei motorini, con il boom economico del secondo dopoguerra, cambiasse radicalmente il tessuto produttivo delle biciclette in Italia.
Da lì in avanti, infatti, gli investimenti qualitativi sarebbero diventati sempre meno convenienti per quanto riguardava le biciclette da passeggio, concentrandosi sui modelli da corsa e ponendo quasi completamente fine alla gloriosa produzione italiana, che nel settore aveva goduto di almeno tre decenni di altissimo livello.
Cicli Zappa si collocava quindi a metà tra i ciclisti di paese che marchiavano biciclette assemblate e le grandi case produttrici, come la Bianchi, caratterizzandosi come un piccolo produttore della cittadina di Arcore, borgo fortemente industrializzato che nei decenni a venire sarebbe diventato epicentro di un terremoto ciclistico chiamato Molteni, la squadra guidata da Giorgio Albani che, con Eddy Merckx, cambiò all’inizio degli Anni ’70 la storia delle corse in bicicletta. Oltre a Cicli Zappa, erano presenti ad Arcore altri due piccoli produttori di pregio – Biciclette Sala e Zardoni – a testimonianza di quanto brulicasse di attivismo la provincia produttiva in quegli anni febbrili, dove la meccanica italiana guadagnava mano a mano un consenso sempre più grande, non solo in ambito ciclistico.
I colori Molteni
L’esemplare sportivo che illustriamo in queste pagine, appartenente a Marco Battoraro, ha una vocazione dichiaratamente corsaiola e si presenta con una bellissima colorazione nero e oro con filetti rossi: colori rappresentativi del comune di Arcore che in seguito avrebbero caratterizzato anche le maglie Molteni. Il telaio è in acciaio, presumibilmente proveniente dalla fabbrica La Maurina di Monza. Molto caratteristiche le pendine del carro posteriore, a forma di freccia, che leggenda vuole siano state d’ispirazione a Ernesto Colnago per iniziare la propria produzione (con la Freccia, appunto, nella seconda metà degli Anni ’50). Il cambio è un Campagnolo Corsa a due leve (lunghe), i mozzi in acciaio e ferro anch’essi Campagnolo mentre i freni sono rari Universal mod. 5501. Il manubrio è Cinelli con manopole in corno, la sella Aquila in cuoio. I cerchi sono Ambrosio in alluminio, per ricercare la leggerezza, mentre pedivella e guarnitura sono FB. Completano il quadro un gruppo luce Regina e la serie sterzo Magistroni marchiata Zappa.
Collezione e foto: Marco Battoraro FB: Brianza d’Epoca
Scheda tecnica
Marca: Cicli Zappa Arcore
Modello: Sport
Anno: 1950 circa
Telaio: in acciaio
Cerchi: Ambrosio in alluminio
Freni: Universal mod. 5501
Mozzi: Campagnolo in ferro e alluminio
Pedivelle e guarnitura: FB
Serie sterzo: Magistroni marchiata Zappa
Gruppo luce: Regina
Sella: Aquila in cuoio