Le biciclette da strada di Fausto Coppi – quelle certificate – sono solo otto in tutto il mondo, sparse tra varie collezioni e musei. Due si trovano a Padova, a casa di Gianfranco Trevisan, che le ama talmente tanto da volersele tenere vicine, strette, praticamente in braccio.
Le bici del Campionissimo, infatti, stanno sui mobili della cucina. Colazione, pranzo e cena con Coppi. E anche dal salotto, quando si guarda la televisione, si vedono. La singolare collocazione delle biciclette che hanno fatto la storia del ciclismo rende la loro storia – e quella di questo gaucho argentino di settant’anni che le ha così fortemente inseguite – un racconto interessante, denso, di cui siamo sicuri di perdere qualche pezzo per strada. Perché le bici di Fausto Coppi sono semplicemente qualcosa di esagerato.
Del resto, Gianfranco Trevisan non si è mai preoccupato di non esagerare. Nato a Padova ed emigrato in fasce in Argentina, inizia a correre da giovanissimo con grande successo. Tornato in patria, entra a far parte della prestigiosa Ciclisti Padovani – squadra fortissima di allora – e nonostante lo scetticismo iniziale vince molte altre gare, compreso il Campionato Italiano Dilettanti, fin quando un infortunio non lo ferma. Da allora, Gianfranco colleziona biciclette da corsa d’epoca. Arriva a possederne oltre 200 ma di scarso valore storico. È allora che, di punto in bianco, decide di venderle tutti e di dedicarsi solo alle bici dei campioni. Una sessantina, a oggi, per una collezione straordinaria che ha il suo empireo nelle bici di Fausto Coppi.
LA VALIGIA DEL PINELLA
C’è una cosa a cui Trevisan tiene molto, ed è la certificazione delle sue bici. Una roba seria, costosa, fatta dal notaio, che ci mostra – giustamente – con grande orgoglio. Le sue bici, insomma, sono senz’altro quelle originali. Lo dimostra una serie di documenti recuperati nel 2010 grazie al ritrovamento della valigia di Giuseppe De Grandi, in arte “Pinella”, storico meccanico di Coppi, che aveva appuntato con meticolosa precisione tutti i numeri di telaio delle bici dell’Airone, che furono in totale 70: 53 da strada e 17 da pista. Molte sono andate perse nel tempo. 14 sono state riconosciute come ufficiali (8 da strada e 6 da pista). Quelle con i numeri di telaio 171681 e 999034 le vedete immortalate in queste foto. Un colpo straordinario per un «semplice» collezionista. Non si può non chiedere a Gianfranco Trevisan come abbia fatto a trovarle. Lui, ovviamente, non aspetta altro.
“La prima che ho trovato è la più recente, quella del 1954”, ci racconta. “Ero all’Eroica del 2003 con il mio stand di biciclette d’epoca e avevo fatto amicizia con un altro venditore, un ragazzo cui avevo comprato qualche pezzo. Alla fine, forse per ringraziarmi, mi ha detto: «guarda che so dove c’è una bici di Coppi». Io all’inizio non ci volevo credere, ma poi mi ha portato a casa del proprietario, Cesare Dal Gancia, che era stato corridore con Coppi. Non ci potevo credere, era vero! Ci ho messo un po’ a convincerlo ma alla fine ce l’ho fatta a farmela vendere”. Più complicato è stato riuscire a mettere le mani su quella del 1949. Una bicicletta veramente speciale, perché fu una di quelle con cui il Campionissimo si consacrò, vincendo in una sola stagione Milano – Sanremo, Giro d’Italia, Giro di Francia, Giro di Lombardia e Campionato Italiano a punti.
“La seconda bici faceva parte di un lotto di dieci Bianchi da corsa. Le altre non m’interessavano, ma quando capii che ce n’era una appartenuta al grande Fausto mi si accese una lampadina. Alla fine la ottenni grazie a uno scambio, dando al proprietario un’altra Bianchi che non aveva nella sua collezione. Quando gli rivelai, anni dopo, che mi aveva ceduto una bicicletta appartenuta a Coppi non se la prese: a lui interessava solo collezionare le bici, indipendentemente da chi le avesse inforcate”.
LA CUNEO – PINEROLO
Il 10 giugno del 1949 si corre quella che, a detta di un sondaggio tra 100 giornalisti internazionali, è stata la più bella tappa di sempre del Giro d’Italia: la Cuneo – Pinerolo. I km da percorrere sono 254 e in mezzo i corridori si trovano da scalare cinque giganti: Colle della Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere. Poco asfalto, molto sterrato, nuvole basse e freddo anche se l’estate è vicina. Coppi ha un problema: ha chiesto al suo gregario, Sandrino Carrea, di oliargli la catena ma l’olio è finito sul cerchione e i due si devono fermare. Il gruppo non aspetta. Il campione, furibondo, schiaffeggia i pedali come un’iradiddio e ben presto recupera, riattacca, guadagna la testa e stacca tutti gli altri. È in quegli istanti che Mario Ferretti, storico radiocronista Rai, esordisce nel collegamento nazionale con la frase che avrebbe ascritto Coppi alla leggenda: «Un uomo solo al comando…». La tappa finirà malissimo, per tutti gli altri. Gino Bartali, secondo, arriva a quasi 12 minuti, Alfredo Martini a 19. Celebre è l’aneddoto di Pierre Chany, giornalista de L’Equipe: «Nella poltiglia del Maddalena, l’ho visto venire via dagli altri. Sfangava, quasi sollevando la bicicletta. Lo accompagnai fino a un paesino francese, mi pare Barcelonette. Lo lasciai andare. Entrai in una trattoria. Ordinai un pasto completo dagli antipasti al caffè. Mangiai con tempi da buongustaio. Fumai una sigaretta. Chiesi il conto. Pagai. Uscii. Stava passando il sesto”.
Dal punto di vista tecnico, la Bianchi del ’49 di Coppi – una delle tre, identiche, usate dal Campionissimo in gara – era il top della tecnologia. Una bici con cambio Simplex, e non Campagnolo come fu invece per tutto il resto della carriera di Coppi, perché il marchio francese era riuscito a produrne uno con cavo a filo, cosa che l’azienda vicentina avrebbe fatto solo in seguito, e l’ambizione di Coppi non poteva aspettare. Con quella bici, Fausto da Castellania vinse praticamente tutto. E divenne un divo.
VITTORIE 1949 BIANCHI – URSUS
- NO telaio: 171681
- Milano-Sanremo
- Giro di Romagna
- 4ª tappa Giro d’Italia (Cosenza > Salerno)
- 11ª tappa Giro d’Italia (Bassano del Grappa > Bolzano)
- 17ª tappa Giro d’Italia (Cuneo > Pinerolo)
- Classifica generale Giro d’Italia
- 7ª tappa Tour de France (Les Sables d’Olonne > La Rochelle)
- 17ª tappa Tour de France (Briançon > Aosta)
- 20ª tappa Tour de France (Colmar > Nancy)
- Classifica generale Tour de France
- Giro del Veneto
- Giro di Lombardia
- Campionati italiani (a punti)
Scheda tecnica
- Marca: Bianchi
- Anno: 1949
- Modello: Corsa – Simplex
- Telaio: in acciaio h 613 mm
- Sterzo: Bianchi integrato
- Piega: manubrio Ambrosio Champion con attacco Cinelli Bianchi in acciaio
- Cambio: Simplex a 5 velocità
- Movimento centrale: Bianchi in acciaio
- Corona: Magistroni in acciaio 47-50 denti
- Catena: Regina Extra Gran Sport
- Pedali: F.O.M in alluminio
- Freni e leve: Universal 361666
- Sella: Brooks B17 con reggisella in acciaio
- Ruote: cerchi Nisi in alluminio 36 fori ant. e post (non standard)
- tubolari: seta stagionati
- Cassetta: Regina G.S. con 5 pignoni 14/15/17/19/21
LA CADUTA
Ironia della sorte, se la prima bicicletta della collezione di Gianfranco Trevisan rappresenta l’apogeo della carriera di Coppi, la seconda ne incarna il declino. Siamo nel 1954 e Coppi, ormai trentacinquenne, seppur reduce dal successo al Giro d’Italia dei due anni precedenti, non ha più lo smalto di una volta. Il suo calo di rendimento ha un nome e un colore: Giulia Occhini, la famosa «Dama Bianca» così soprannominata sempre dal Pierre Chany al termine della tappa Bolzano – Saint Moritz («Vorremmo sapere di più di quella signora in bianco che abbiamo visto vicino a Coppi» scrisse il giornalista francese sull’Equipe, il giorno dopo). Sono altri tempi, la vicenda è uno scandalo. Coppi ne viene travolto. A questo si aggiunge il fatto che la squadra italiana non partecipa al Tour de France per una polemica con Jaques Goddett, patron della gara, sulla presenza degli sponsor. È l’inizio della fine: l’Airone vincerà ancora poche gare ,nel ’55 e nel ’56, per poi scivolare inesorabilmente nelle retrovie.
Ma la Bianchi del ’54 è anche stata protagonista di una caduta reale – e non solo figurata – che ha coinvolto Fausto Coppi. Una caduta in allenamento talmente altisonante da essersi guadagnata la copertina di un settimanale generalista come «La Domenica del Corriere» del 18 luglio di quell’anno. Mentre si allenava tra Pavia e Milano, Coppi fu colpito da una ruota caduta da un autocarro e cadde a terra riportando un leggero trauma cranico. Dai documenti assicurativi è stato possibile identificare con precisione la bicicletta in quella posseduta da Trevisan.
La differenza con quella del 1949 è evidente. Il cambio è tornato ad essere Campagnolo e si vedono, soprattutto nel manubrio ingrossato e nella serrata della ruota posteriore – che Pinella voleva a destra, anziché a sinistra – i tratti distintivi delle bici appartenute a Fausto Coppi.
Vederle lì, vicino ai pensili della cucina, fa una certa impressione. Le loro sorelle stanno in musei importanti, al Ghisallo, alla Casa Museo di Castellania. Ma Trevisan le vuole tenere così, vicino agli occhi e alla quotidianità, in maniera intima e profonda. Lo stesso spazio che, nel cuore di tutti gli appassionati, è riservato ai grandi campioni dello sport e alle emozioni che hanno saputo suscitare con i loro successi e le loro cadute.
VITTORIE 1954 BIANCHI – PIRELLI
- NO telaio: 999034
- 3ª tappa Parigi-Nizza (Saint-Étienne > Vergèze)
- Giro di Campania
- 4ª tappa Roma-Napoli-Roma (Napoli > Latina)
- 5ª tappa Roma-Napoli-Roma (Latina > Roma)
- 20ª tappa Giro d’Italia (San Martino di Castrozza > Bolzano)
- 2ª tappa Tour de Suisse (Winterthur > Davos)
- 4ª tappa Tour de Suisse (Lecco > Lugano)
- Coppa Bernocchi (valida come una delle prove del Campionato italiano)
- Giro di Lombardia
Scheda tecnica
- Marca: Bianchi
- Anno: 1949
- Modello: Corsa – Simplex
- Telaio: in acciaio h 613 mm
- Sterzo: Bianchi integrato
- Piega: manubrio Ambrosio Champion con attacco Cinelli Bianchi in acciaio
- Cambio: Simplex a 5 velocità
- Movimento centrale: Bianchi in acciaio
- Corona: Magistroni in acciaio 47-50 denti
- Catena: Regina Extra Gran Sport
- Pedali: F.O.M in alluminio
- Freni e leve: Universal 361666
- Sella: Brooks B17 con reggisella in acciaio
- Ruote: cerchi Nisi in alluminio 36 fori ant. e post (non standard)
- tubolari: seta stagionati
- Cassetta: Regina G.S. con 5 pignoni 14/15/17/19/21