Il modello Sublime della Bianchi viene concepito nel 1933, proprio l’anno di questo esemplare appartenente alla collezione di Leonardo Martini e restaurato da Filippo Marazia, e comparirà per la prima volta a catalogo soltanto l’anno successivo, nel 1934.
Insieme al modello Superba, “sorella” che non si può definire maggiore in quanto coetanea, ma nemmeno gemella in quanto monta ruote di 2″ in più, rappresenta una novità assoluta all’interno della gamma Bianchi dell’epoca. Si tratta infatti del primo modello Gran Lusso non ballon all’interno dell’offerta della casa, che va a inserirsi tra il modello Real da Viaggio e il modello Super Extra Lusso a freni interni brevettati. Abbiamo qui esemplificato la denominazione per renderla più comprensibile, ma anche la Real, come tutti i modelli Bianchi, veniva denominata Lusso. La differenza di caratura è facilmente rilevabile anche attraverso i prezzi con cui venivano proposti i 3 modelli: mentre per il più popolare modello Real nel 1934 occorrevano 350 lire e per il modello più sofisticato Super ne occorrevano 650, il modello Sublime veniva venduto a 450 lire.
LA QUESTIONE DEI NOMI
La gamma Bianchi nel ’34 subisce diversi cambiamenti e novità. Cambiano i nomi di tutti i modelli prodotti: fino ad allora tutte le biciclette Bianchi avevano nomi composti da una lettera, e talvolta qualche altro riferimento numerico e/o dalla parola “bis” riconducibile all’allestimento (es. mod. M, mod. D1, mod. D2bis). Le nuove denominazioni sono invece parole attinte spesso dal lessico altisonante in auge nel Ventennio. Verrà inoltre sperimentato il nome dei ciclisti di punta della squadra corse per quanto riguarda i modelli da corsa, Olmo e Bovet. Esperimento poi non più riproposto, probabilmente perché troppo legato alle fortune e sfortune corsistiche dei campioni.
Così si torneranno ad assumere le primissime denominazioni dei nuovi modelli da corsa Saetta e mezza corsa Sirena. Una delle poche analogie tra i nomi dati alla gamma che abbiamo riscontrato è il fatto che per la stessa classe di appartenenza all’interno della gamma venissero usati nomi di analogo significato con la stessa lettera iniziale. Così alla Superba, modello gran lusso con ruote da 28”, veniva affiancata utilizzando altri aggettivi con la stessa caratura la Sublime con ruote da 26” oppure la Soave, modello sempre gran lusso ma senza il carter. Allo stesso modo, alla Real, si affiancano gli altri modelli da viaggio con nomi che richiamano altri titoli di stampo monarchico: Raja e Ras. Ci è capitato di ascoltare una vecchia ipotesi secondo cui questi nomi fossero una sorta di omaggio alla visita del Duce. Non ci sentiamo di avallarla né di negarla, ci è però difficile immaginare che nel 1933 si volesse omaggiare una visita avvenuta, e molto pubblicizzata in seguito, nell’ottobre del 1934, ma riportiamo comunque la tesi. Pare poi che Edoardo Bianchi fosse più che altro un monarchico, e forse questa può rappresentare una chiave di lettura più plausibile sulla scelta dei nomi dei suoi modelli.
NUOVI ALLESTIMENTI
Andando invece ad osservare gli allestimenti, non possiamo non notare la prima vera novità del decennio: nel 1933/34 tutta la gamma abbandona definitivamente i carteroni chiusi e adotta i nuovi carter tubolari. La differenza in termini di praticità è sostanziale, i nuovi carter sono molto più comodi per le manutenzioni soprattutto in caso di forature della ruota posteriore. Altrettanto si può dire in termini di estetica: il carter tubolare toglie molta pesantezza visiva al cavallo d’acciaio che continua a voler essere sempre più elegante. Per completezza, i carteroni continueranno ad essere proposti ancora per qualche tempo sui modelli a marchio Touring dalla stessa casa milanese di viale Abruzzi, decisamente più economici (prezzo 250 lire in quello stesso anno) rispetto a quelli a marchio Bianchi
Andando a osservare questa Sublime, notiamo come monti il copricatena tubolare con disco e profilo cromato. È da notare che la cromatura fino a quel momento era stata proposta unicamente sul modello Extra Lusso (denominato dapprima R e poi Super), mentre tutte le altre macchine prodotte venivano nichelate. Potrebbe sembrare oggi un particolare poco interessante, ma all’epoca la cromatura doveva apparire come la perfezione della finitura dell’acciaio, nella quale potersi addirittura specchiare. È poi inoltre noto a tutti gli appassionati quale eccellenza vantasse Bianchi sotto questo punto di vista, considerato che tutt’oggi hanno la fama di essere le cromature di gran lunga meglio eseguite di tutti i tempi. I parafanghi adottati continuano ad essere quelli denominati volgarmente “a schiena d’asino” a causa del loro profilo curvilineo. Largamente usati nel tempo per la semplicità di produzione e praticamente sempre associati alle ruote da 3/8, sia da 28 che da 26 pollici come su questa Sublime, verranno poi utilizzati anche sulle seconde versioni. Peculiare di questa primissima versione è infatti la misura della ruota da 26 3/8, infatti quelle che successivamente escono dallo stabilimento a partire dal 1934 prevedono ruote 28 5/8 e 26 1/2, come appaiono nel catalogo. Il profilo a schiena d’asino verrà poi abbandonato da tutta la gamma, e subentreranno quelli a profili piatti e quelli detti “a pagoda” e la Sublime adotterà i primi. Su tutta la gamma vengono poi confermati i freni a trasmissione rigida, abbinati ai più moderni manubri con rinvii interni, comunemente chiamati R. Nelle versioni Gran lusso, le leve dei freni sono poi lavorate maggiormente e finiscono con un pallino (per non infilzarsi!) al punto di non necessitare i manopolini. Le manopole montate su questo modello sono del tipo a barilotto, in 2 parti.
È proprio in questi anni che ai pistoncini dei freni vengono fatte piccole modifiche, la più evidente delle quali è l’utilizzo della bachelite rossa. Una peculiarità che rimarrà pochissimo in allestimento, difatti gli inserti diventano presto neri, mentre sul finire del decennio la bachelite sui pistoncini verrà completamente eliminata. Sulle Superba e sulle Sublime del 1933, di rosso, vi era anche il particolare fregio, che dal 1934 verrà sostituito da quello con l’aquila smaltata su sfondo smaltato in blu. Per quanto riguarda la marcatura dei componenti, viene sempre stampigliata in carattere corsivo la scritta “Bianchi” sui mozzi, sulle pedivelle e sui pedali a trombetta. Le marcature relative all’anno sono sempre proposte nei soliti luoghi. Sono inoltre presenti oliatori sia sui mozzi che sul telaio, per oliare all’interno il movimento centrale. Ricordiamo che a corredo della bicicletta veniva fornito il borsello con le chiavi e l’oliatore apposito, oltre alla pompa. Non vi erano inclusi nel corredo (così come per quasi tutte le case produttrici) né gruppi luce, né gemme catarifrangenti né altro accessorio, che andava dunque acquistato successivamente.
SCELTA MODERNA
L’importanza del modello Sublime risiede sicuramente da un lato nella modernità tecnica che questo modello, ma vale per tutta la nuova gamma Bianchi, introduce. Le biciclette R difatti cambieranno davvero ben poco dal punto di vista tecnico nei decenni successivi, mentre la gran parte dei successivi aggiornamenti saranno quasi meramente estetici. L’unico aggiornamento tecnico successivo degno a nostro avviso di essere annotato riguarda l’abbandono delle selle in lamina di cuoio in favore di quelle imbottite in crine, che avverrà su tutta la gamma attorno al 1938. Dall’altro, i modelli Superba e Sublime fanno raggiungere alla gamma Bianchi una completezza di offerta quasi senza eguali in tutto il settore.
Dal punto di vista economico possiamo senza dubbio dire che si può considerare la gamma Bianchi del 1933-34 uno dei migliori esempi per tecnica e completezza di offerta di marchio moderna e articolata nel panorama produttivo italiano. Rappresenta in un certo senso l’apice di una transizione che negli anni precedenti ha portato la piccola bottega sorta in via Nirone (via che tra l’altro in quegli anni era stata rinominata via del Fascio poiché ivi si costruì la Casa dei Fasci Milanesi) alla modernissima fabbrica produttrice di auto, moto e velocipedi che dava lavoro a oltre 2500 operai su un’area di circa 70000 mq di una ormai sempre più frenetica, industrializzata, nuova, Milano.
Collezione: Leonardo Martini Restauro: Filippo Marazia
Scheda tecnica
Marca: Bianchi
Modello: Sublime
Anno: 1933
Telaio: in acciaio
Cerchi: in acciaio ant. 26×3/8
Freni: a bacchetta
Manopole: a barilotto in due parti
Guarnitura: Bianchi
Parafanghi: a schiena d’asino
Pedivelle, mozzi: marchiati 33