Vicenza, fine ‘800. Il fiume Bacchiglione scorre pigro e lento attraversando il centro storico e uscendo dalla città, in direzione Padova, lambisce Borgo Berga.
È in questo quartiere nobiliare che inizia la nostra storia, le cui origini, come spesso accade, sono circondate da profumo di mistero e leggenda. Antonio Paulon, maestro nella lavorazione del ferro, svolge la sua attività di produttore di attrezzi agricoli presso il “Maglio di Laghetto”, sulla strada che da Vicenza porta a Bassano. Il figlio Giovanni fin da adolescente lavora alla Cartiera Rossi di Schio. Nel 1902 questo giovanotto, appassionato di sport, e soprattutto di ciclismo, è tra i cofondatori dello storico Veloce Club Vicenza. La passione per la musica lo porta a studiare clarinetto e fagotto sino a essere assunto nell’orchestra del Teatro Verdi di Vicenza.
Sempre accanto al padre Antonio nell’attività lavorativa familiare, Giovanni il 19 maggio 1913 apre la prima bottega di cicli e piccola ferramenta in Borgo Berga. Si narra che il nome Berga attribuito alla ditta, poi registrato attorno al 1924/1925, derivi dalla passione del fondatore Giovanni per la lirica: usò il nome del teatro romano di Vicenza, appunto il Teatro Berga. Altra ipotesi è quella che il Borgo Berga, zona dove venivano costruiti i telai, le desse il nome. Il toponimo Berga deriva dall’arcaico Berg, che in tedesco vuol dire montagna e denomina la zona della città pedemontana a ridosso di Monte Berico, sacro per il suo santuario dedicato alla Madonna. L’acronimo che campeggia nello stemma – G.P.V. – identifica Giovanni Paulon Vicenza e resterà sino alla chiusura dell’attività.
Sin da subito Giovanni comprende che per aver successo nelle vendite si doveva uscire dall’ambito locale e dare qualità e spessore alle proprie creazioni telaistiche. Per incentivare tale progetto conclude nel 1919 l’acquisizione del marchio londinese Swell, al quale deputa l’alta gamma del proprio prodotto sino agli Anni ’60. Dai primi Anni ’20 l’attività imprenditoriale decolla, diventando un punto di riferimento ciclistico per tutta la provincia. Bici da viaggio con freni a bacchetta, cicli corsa, bici da bambino, bici da lavoro e sportive che vengono costruite assecondando nel design anche i gusti personali della clientela. Prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ogni mese escono dalla fabbrica Berga almeno 100 telai e 50 biciclette finite.
DOPO LA GUERRA
La guerra azzera la vita personale e produttiva di tutti, e anche Berga ne risente. A Vicenza i nonni ricordano ancora che per andare al lavoro con la bici spesso si scambiava un copertone da bici per una “ciopa de pan” (un pezzo di pane). Con la fine del conflitto bellico tutto riprende e in Berga inizia quello che sarà per un decennio abbondante il periodo d’oro, merito anche dello spirito imprenditoriale del figlio di Giovanni, anch’esso chiamato Antonio come il nonno. Inizia a farsi strada il desiderio di emergere e farsi conoscere nel mondo del ciclismo sportivo che conta. L’azienda lancia un trofeo provinciale con il proprio nome, il Gran Premio Berga, una gara a punti nell’arco di 10 tappe, tra le più importanti della stagione. Una sorta di Campionato Triveneto. Con i modelli Berga gareggiano sia la squadra corse ufficiale sia il Veloce Club Vicenza. Molti atleti di spicco del vicentino usano cicli da corsa Berga. Fra questi i più noti sono sicuramente Cleto Maule e Imerio Massignan. Antonio diventa inoltre presidente del Veloce Club Vicenza.
L’azienda non è fisicamente molto distante da un altro colosso industriale vicentino della bici, ovvero Campagnolo. Tullio Campagnolo sperimenta, in un rapporto di stretta amicizia umana e professionale con Giovanni e Antonio jr. Paulon, proprio sulle biciclette Berga i nuovi brevetti dei cambi e della componentistica. Questa collaborazione continuò per molto tempo rafforzata dai legami di amicizia tra le due famiglie. Tale vicinanza la si può ritrovare anche nella produzione di bici cosiddette di bassa gamma, come le olandesine degli Anni ’50 prodotte dalla Berga, che montavano come mozzi ruote i blasonati Gran Sport Campagnolo, riservati di solito alle ruote delle bici da corsa di alta gamma.
A metà Anni ’50 entrano in azienda i tre figli di Antonio jr., destinati a proseguire l’attività. Papà Antonio in amministrazione, la moglie alla cassa, il figlio Giovanni jr. all’ufficio commerciale con delega all’acquisto dei componenti e le vendite sia per l’ingrosso sia per il cliente finale, oltre alla programmazione del montaggio. Il figlio Giacomo viene nominato responsabile della produzione e delle relazioni con i fornitori per le lavorazioni esterne, come cromatura e verniciatura. L’ultimo figlio, Giuseppe, gestisce invece il banco negozio e la consegna del materiale ai meccanici limitrofi, a cui Berga rivendeva all’ingrosso.
Alla fine degli Anni ’50 cessa la produzione interna dei telai e con essa l’inizio dell’inesorabile declino della ditta Berga. Viene improvvisamente a mancare il ricambio generazionale dettato anche da scelte lavorative diverse dei discendenti della famiglia Paulon. Questo induce Giuseppe a trasferire l’azienda dalla centralissima sede di via Manin, divenuta molto onerosa, nell’estrema periferia di Vicenza, più precisamente nel paese di Cavazzale, decretando la fine dell’attività di montaggio e produzione. Le ultime bici, molto commerciali e di bassa gamma, saranno comprate sul mercato e rimarchiate Berga sino alla fine dell’attività, che chiuderà i battenti nel 2014. Il marchio venne successivamente venduto a un privato collezionista vicentino e in seguito al nuovo proprietario in Francia senza essere più utilizzato per la produzione di bici.
Quello che rimane di una attività imprenditoriale durata 101 anni sono delle bellissime biciclette, divenute d’epoca, da viaggio e corsa, di altissima qualità, che nel vicentino sfrecciano ancora numerose e sono ricercatissime in ambito collezionistico, sancendo in modo evidente che il sogno passionale di Giovanni Paulon di costruire biciclette “eterne” è divenuto realtà.
LA EXTRASERIE LUSSO
La bicicletta in queste pagine, tipologia da viaggio e databile 1932/1933, era di proprietà del sig. Leone Grosso, titolare di una famosa libreria di Verona. Da buon veronese “pien de schei”, aveva ordinato alla Berga una bici speciale, unica, una fuoriserie che fosse lussuosa tanto da poter definire lo status del proprietario. La particolarità è un telaio che esula dai normali standard Berga, e che presenta un impianto frenante inconsueto per il marchio e di estrema avanguardia tecnologica per quei tempi. È costituito infatti da freni a tamburo dove, se al posteriore troviamo un normale tirante esterno, per l’anteriore ha un particolare – e unico – passaggio interno della bacchetta frenante al cannotto, con un rinvio all’altezza della testa di forcella per scendere all’interno dello stelo e uscire dallo stesso in prossimità del tamburo. Questa tipologia di freno fu sviluppata e brevettata da una ditta di Udine, la Vidussi, attiva sino alla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale venne bombardata e distrutta. L’uscita del freno anteriore standard nel centro del manubrio, presente ma non utilizzata, fu usata per il passaggio interno del filo elettrico del fanale anteriore.
Molto belli i cerchi in legno con filettature in ceramica, verniciate della stessa tonalità del telaio, con coperture semiballon utilizzate per ridurre al minimo le vibrazioni dei sanpietrini della città di Verona. Elaboratissime le decorazioni delle filettature sul telaio e la verniciatura del parafango posteriore, che denotano il gusto particolare ed eccentrico del proprietario. Completano gli accessori una sella abbondante e comoda, una maniglia “saltafoss”, per trasportare sollevata a mano la bici, e sotto la sella un particolare paratelaio retrattile che consentiva di evitare di rovinare la bici posteggiandola a ridosso di un muro. Una bici volutamente presuntuosa, che doveva destare invidia e stupore in chi la vedeva passare, cosa che succede ancora oggi quando percorre le strade del centro storico di Vicenza.
A cura di: Mario Cionfoli e Stefano Rigon Dmuseobiclicleria Foto: Marta Rigon
Scheda tecnica
Marca: Cicli Berga
Modello: Extraserie Lusso
Anno: 1932
Telaio: in acciaio
Freni: Vidussi a tamburo con anteriore a passaggio interno
Cerchi: in legno con filetti in ceramica
Dinamo e faro: Costruzioni Elettromagnetiche Venegonesi (CEV)
Sella: in pelle Officine FN Bologna
Mozzi: F&S
Pedivelle: alleggerite marchiate Berga