Apparso nei primissimi Anni ’20, il modello Milano Sanremo sostituì il modello B2 da corsa della prestigiosa casa milanese Umberto Dei, introducendo una moltitudine di innovazioni e migliorie che spingono a parlare di una vera e propria rivoluzione rispetto al passato.
Invece di cominciare fin da subito a descrivere minuziosamente le modifiche telaistiche apportate, che non riguardavano solo le geometrie, ci limitiamo a evidenziare che venne abbandonato il freno anteriore a tampone che agiva sulla gomma in favore dei doppi freni comandati a filo che agivano sui cerchi, che venne adottato il forcellino giroruota con incavo verso l’interno e che vennero introdotti i parafanghi di serie. La portata di questi cambiamenti fu enorme, si pensi per esempio al fatto che il doppio freno al cerchio consentì dapprima l’utilizzo delle ruote libere anziché dei pignoni fissi. Ruote libere che a loro volta divennero poi doppie, triple, eccetera. L’adozione del forcellino con incavo interno, invece, consentiva un cambio molto più rapido sia del rapporto sia del tubolare, velocizzando lo smontaggio e il rimontaggio della ruota e il tensionamento della catena.
Lo sviluppo del modello Milano Sanremo continuò per tutti gli Anni ’20 e buona parte degli Anni ’30, rimanendo in produzione per quasi due decenni, rispecchiando il peculiare patrimonio immateriale proprio delle Officine Umberto Dei, già descritto su BE49. Ci riferiamo all’altissima qualità costruttiva e all’eleganza delle linee che conferivano alla biciclette una raffinatezza fuori dal tempo e una riconosciuta imperturbabilità alle mode.
Il modello che analizziamo in queste pagine risale precisamente al 1933 e mostra gran parte delle ulteriori novità introdotte nel tempo. La prima riguarda la colorazione alluminio con congiunzioni e filettature blu, molto diversa dalle precedenti che erano tendenzialmente nere (con fiamme tricolori che partivano dal cannotto sterzo), mentre erano gialle con dettagli diversi quelle destinate ai corridori indipendenti che volessero partecipare al Tour de France. Il telaio è a tubi leggeri conificati in acciaio svedese, con congiunzioni alleggerite e sterzo integrato, in cui il tubo che congiunge sella e movimento centrale funge da serbatoio dell’olio per la lubrificazione della catena attraverso l’oliatore saldato. Per questo motivo non presenta più i tipici supporti fermapompa, che precedentemente erano saldati proprio sul lato interno del tubo verticale in luogo dell’oliatore. Il forcellino posteriore giroruota è in acciaio stampato, di tipo aperto e non prevede ancora l’imposta fissa per il cambio di velocità, tipico invece delle versioni successive, che inoltre adotteranno anche un tubicino saldato per consentire il carico dell’olio senza rimuovere il tubo sella.
EVOLUZIONE CONTINUA
L’allestimento presenta il meglio della componentistica dell’epoca, a partire dagli ottimi freni Bowden modello Asso, con pinze in acciaio sia fascettate sia imperniate al telaio e con molle di ritorno: sono tipiche del periodo di transizione, a cui questa Milano Sanremo appartiene. Un periodo durante il quale la bicicletta stava evolvendo dalle pinze freno fascettate a quelle imperniate e che vedrà ben presto l’abbandono sia delle fascette di fissaggio sia delle molle di richiamo. Le particolari pinze sono azionate da leve freno anch’esse Bowden. Il movimento centrale a chiavelle punzonato Dei – C 33 (Dei Corsa 1933) non presenta ancora nessuno dei significativi alleggerimenti che verranno adottati in seguito. Li presentano tuttavia le pedivelle fresate anteriormente, con uno dei tre punti di fissaggio della corona occultato sul retro della pedivella destra e, soprattutto, la corona col nuovo disegno molto scaricato. I pedali sono riconoscibili come Sheffield da corsa, con perno intero tornito, e sono punzonati U.Dei. Non mancano gli alleggerimenti portati dall’utilizzo della nuova lega del decennio, il duralluminio, di cui sono composti i parafanghi in tre parti con aste doppie, il tubo sella e soprattutto i mozzi Umberto Dei Super Piste, il cui posteriore giroruota è montato con ruota libera da una parte e pignone fisso dall’altra, che presentano un oliatore a fascetta per il perno e sono serrati ai forcellini mediante gli originali galletti in ottone. Da evidenziare anche la bellissima ruota libera tripla Regina Extra, con meccanismo di fermo del corpetto brevettato per facilitare l’estrazione e il cambio dei pignoni.
Interamente in acciaio cromato, peraltro ottimamente conservato, è invece il manubrio che presenta una pipa di tipo girevole con una forma tipicamente utilizzata per questo modello, abbinata a una piega aperta, spesso preferita in quel periodo. Un altro elemento che difficilmente è rinvenuto in condizioni accettabili è il tubolare Pirelli Gran Premio montato all’anteriore, che è stato mantenuto come testimonianza dell’epoca e dell’originalità, nonostante inizi ormai a tenere la pressione a fatica. Ottimamente conservati sono i cerchi in legno Baruzzo, che a lungo hanno equipaggiato le Dei da corsa, e che sono stretti ai mozzi mediante raggi Stella di tipo sfinato da 1,8-1,6-1,8 millimetri verniciati in nero. La sella in lamina di cuoio, marchiata Umberto Dei sia sul pellame sia nella targhetta posteriore, è prodotta dalla milanese Compagnia Continentale, la stessa che produceva le rinomate selle Aquila.
RICCAMENTE ACCESSORIATA
Concludiamo parlando degli accessori e cominciamo inevitabilmente dalla splendida gemma posteriore in vetro con la scritta DEI in rilievo. Il portaborracce doppio, presente al momento del ritrovamento da parte di Alessandro Morani – l’attuale proprietario – è marcato Sala Milano, mentre le borracce sono in alluminio. È da considerarsi un accessorio a parte, in questo periodo della produzione Dei, anche il cambio Vittoria prima serie che fa parte di questo equipaggiamento, per il quale il cliente sborsava un supplemento di 35 lire in aggiunta alle circa 600 che servivano, nel 1933, per acquistare il modello da corsa di punta della premiata casa milanese.
Intorno al 1935, sulla scia dei numerosi successi di tappa di Raffaele Di Paco al Giro d’Italia e al Tour de France, supportato da un’ottima squadra ciclistica Dei, verrà introdotto il nuovo modello da corsa denominato Marca Oro, prodotto con tubi in acciaio al manganese e venduto in colorazione verde e oro. Il modello Milano Sanremo continuerà a essere venduto fino al 1937, anche se non più come modello di punta, per poi uscire definitivamente dal catalogo nel 1938 dopo quasi vent’anni di onorato servizio.
Collezione e foto: Alessandro Morani A cura di: Luca Pit
Scheda tecnica
Marca: Umberto Dei
Modello: Milano Sanremo
Anno: 1933
Telaio: a tubi leggeri conificati in acciaio svedese
Movimento centrale: Dei a chiavelle
Trasmissione: Vittoria con tripla ruota libera Regina Extra e pignone fisso
Freni: Bowden Asso con pinze in acciaio sia fascettate sia imperniate
Portaborracce: Sala Milano
Sella: Compagnia Continentale marchiata U. Dei
Mozzi: Umberto Dei Super Piste in alluminio
Pedali: Sheffield marchiati Dei
Cerchi: Baruzzo
Raggi: Stella di tipo sfinato
Oliatore catena: a goccia integrato nel piantone della sella che funge da serbatoio
Parafanghi: in tre parti in alluminio