Le più celebri eredità della fabbrica di biciclette Umberto Dei sono quasi sempre legate alle particolari innovazioni introdotte sui modelli da passeggio.
Ci riferiamo innanzitutto alla cosiddetta frenata “integrale”, ovvero quel meccanismo di azionamento congiunto del freno anteriore e posteriore tramite un’unica leva sul manubrio del modello Imperiale, ma ricordiamo anche il sistema di sospensione elastica del parafango, che innovava il sistema di ancoraggio del parafango alla forcella. Sono poi divenuti altrettanto famosi i movimenti meccanici di altissima qualità, che garantivano infinita scorrevolezza nel tempo e assicuravano una resistenza alle rotture da fatica da primato per il settore. Ma potremmo continuare a lungo argomentando circa l’introduzione di un proprio mozzo posteriore a perno sfilabile, che consentiva di riparare o sostituire la camera d’aria senza estrarre la ruota posteriore dalla sua sede, oppure circa le forcelle a testa invisibile, ecc.
Insomma tutto quel patrimonio immateriale d’impresa proprio delle Officine Umberto Dei, consistente in altissima qualità costruttiva ed eleganza delle linee che conferivano alle biciclette una raffinatezza fuori dal tempo e una imperturbabilità alle mode. Meno conosciuta, probabilmente perché più remota, è la parte della storia della rinomata casa milanese legata al mondo delle corse ciclistiche. I lettori di Biciclette d’Epoca sanno che Umberto Dei, classe 1879, prima di diventare un industriale era stato un promettente corridore dilettante (ne abbiamo parlato su BE40), uno dei primi italiani a battere i francesi al mitico velodromo Parc des Princes. In quell’occasione, siamo nel 1897, Umberto venne inviato a Parigi dal Club Ciclistico Milanese assieme ad altri 4 corridori (Giovanni Della Ferrera, che poi assieme al fratello Federico diede vita alla omonima e rinomata casa motociclistica, Virginio Minozzi, Attilio Ramella e Aristide Aghemo). I cinque corridori milanesi vinsero la gara e Umberto Dei lo fece in sella a una bici di propria produzione, che si mormorava essere particolarmente leggera.
La notizia si diffuse rapidamente in città e fu forse in quel momento, con le commesse che si moltiplicavano, che Umberto ebbe la spinta economica necessaria per far crescere la propria piccola bottega di via San Vito a Milano. È dunque proprio nel mondo delle corse che la casa milanese affonda le proprie radici, un mondo al quale Umberto Dei resterà sempre legato. Un mondo in cui le sue biciclette verranno a lungo preferite dai corridori, che le acquistavano “pagando”, come amava sottolineare nelle varie pubblicazioni commerciali.
SOLUZIONI UNICHE
Nei primi Anni ’10, la fabbrica Dei si ingrandisce e si sposta nei locali di via Pasquale Paoli, proprio adiacente al tratto finale del Naviglio Grande. È in questa fabbrica che, nei primissimi Anni ’20, viene alla luce il modello Milano-Sanremo che vedete in queste pagine. Delle innovazioni apportate rispetto al modello da corsa B2 precedente abbiamo avuto modo di parlare su BE51. Ricordiamo in particolare le seguenti migliorie che sono veri progressi rispetto alla macchina precedente: l’abbandono del freno a tampone che agiva sulla gomma in luogo dei freni a filo Bowden che agivano sui cerchi; l’adozione del nuovo tipo di forcellino per doppio pignone, con incavo verso l’interno e senza tendicatena; l’introduzione dei parafanghi di serie.
Il telaio ha geometrie nuove, più raccolte rispetto al modello da corsa precedente, ed è costruito con tubazioni conificate e congiunzioni estremamente alleggerite per l’epoca. Ha serie sterzo integrata, con un distanziale che presenta un dentello a incastro tra la calotta e la ghiera superiore, e movimento centrale con calotte da 40 mm e asse con punzonatura “23”. Il nodo sella, molto alleggerito anch’esso, attraversa i tubi del carro alto e i fermapompa sono posizionati sul tubo verticale, orientati verso l’interno. Il forcellino giroruota ha la cava corta, la sciabolosa forcella presenta diverse sezioni ovali lungo i foderi e la testa ha una limatura a punta.
L’impianto frenante è composto da una coppia di freni Bowden fascettati e comandati a filo, con profilo comunemente denominato “a casetta”, passaggio fili sul lato destro del telaio, molla di ritorno al pattino e leve freno in acciaio sul manubrio. Le ruote si compongono di mozzi Dei di ampia sezione con oliatore, nichelati e con asse punzonato “23”, congiunti ai cerchi in acciaio tramite raggi Stella da 1,8 mm neri e stretti ai forcellini da quattro grandi galletti nichelati. Al mozzo posteriore giroruota è stata ritrovata una ruota libera Bayliss Wiley con oliatore, di produzione inglese, e un pignone fisso con fresatura vicino all’anello. Di produzione inglese è anche la catena Coventry. Le pedivelle sono molto consunte ma recano ancora impresso inequivocabilmente il logo Dei, mentre la corona da 44 denti era stata a suo tempo già sostituita.
Per il restauro di questa Dei, ritrovata pitturata di verde, è stato deciso di mettere una corona della stessa dentatura ma con un disegno più simile a quella originale. Molto belli i parafanghi, che recano in alcuni punti ancora tracce del verde posticcio applicato a testimonianza del vissuto e sono fissati al telaio in modo molto raffinato tramite un passaggio sopra al ponticello, uno svuoto sotto alla testa di forcella e viteria precisissima. Il manubrio è di tipo non girevole, con angolo pipa molto vicino ai 90 gradi, e due manopole nere in cartone pressato e bachelite. I pedali sono in ferro, con centro tornito e gabbia di appoggio dal profilo seghettato. Molto ben conservata la sella in lamina di cuoio con impresso il marchio Dei.
Il modello Milano-Sanremo rimase a catalogo per almeno 15 anni, accogliendo diverse evoluzioni e migliorie lungo questo ampio arco di tempo. Venne sostituito dal modello Marca Oro corsa nel 1935, nuovo modello di punta della casa, ma rimase a catalogo fino al 1937. Una vita longeva per un modello da corsa, testimonianza anch’essa di quel cardine costruttivo proprio delle biciclette di Umberto Dei, sempre tecnicamente in anticipo sui tempi e con una raffinatezza capace di trascendere le mode.
Scheda tecnica
Marca: Umberto Dei
Modello: Milano-Sanremo
Anno: 1923
Telaio: corsa in acciaio
Cambio: giroruota
Freni: Bowden a fascetta
Catena: Coventry
Ruota libera: Bayliss Wiley
Mozzi e pedivelle: marchiati Umberto Dei con oliatore
Pedali: a centro tornito
Sella: in lamina di cuoio marchiata Dei