La bellezza è un valore immortale. Questo è ciò che viene in mente quando si posa lo sguardo sulla meravigliosa Scapin Airone che vedete in queste pagine, un modello che subito fa balzare agli occhi una vasta serie di dettagli importanti.
Dettagli che aumentano mano a mano che la si osserva più attentamente e ne si prendano in considerazione le soluzioni tecnologiche. Siamo nel 1986, nel cuore di quegli Anni ’80 che hanno significato molto per le bici in acciaio, dove l’estetica è fortemente caratterizzata dalle cromature, sulle forcelle, sul carro posteriore e su un’infinità di altri particolari. Ma il produttore di Piove di Sacco – il paese in provincia di Padova dove l’azienda è stata fondata nel 1957 – va oltre, e punta su una ricerca aerodinamica estremamente accentuata che porta alla realizzazione di un modello unico. Lo chiama “Airone”, perché lo immagina disegnato dal vento.
LAVORAZIONI UNICHE
La Airone non va solo ammirata ma anche toccata. È solo sfiorandola con i polpastrelli, con un tocco rispettoso e gentile, che si può apprezzare al meglio la lavorazione specifica dei tubi Columbus SLX, il meglio per l’epoca, opportunamente schiacciati e resi ovali per cercare di ottenere il miglior coefficiente di resistenza all’aria possibile. Anche la piega viene lavorata in tal senso, al punto che la nastratura si ferma proprio per mettere in evidenza questo aspetto. Non solo: persino la sella e la borraccia Campagnolo, dal design molto particolare, sono pensate per attraversare il vento nella maniera più veloce e fluida possibile. Molto importante è anche lo sforzo, tipico di quell’epoca, di far passare i cavi all’interno del telaio al posto dei passacavi sul telaio che caratterizzavano le bici della generazione precedente.
È sempre la ricerca aerodinamica a far optare per la posizione da “crono” per i manettini del cambio, scelta quasi obbligata proprio per lo schiacciamento dei tubi che Barco, il telaista a cui Scapin si affidava, forniva con una lavorazione a goccia ottenuta con un processo di cui era proprietario. Chiudono il quadro i cerchi Mavic CX18, dalla sezione più sottile rispetto a quelli tradizionali.
TOP TECNOLOGICO
Quanto poi effettivamente queste soluzioni fossero efficaci è difficile dirlo, ma la Airone è senz’altro una bellezza per gli occhi e un piccolo gioiello di tecnologia, grazie anche al gruppo Campagnolo C-Record e ai freni Delta (i primi realmente efficaci, dopo il flop del modello di lancio, nell’84) che emergono in maniera incisiva in questo particolare modello grazie anche a un bilanciamento di colore e cromatura molto azzeccato.
La Airone era quindi una fuoriserie delle bici da corsa, anche se non un modello destinato ai professionisti, che in quegli anni potevano contare su soluzioni ancora superiori. Ma per l’appassionato che voleva una bici di alto livello, dalla grande personalità e dalle soluzioni originali, rappresentava un’ottima scelta, come si può ammirare in questo bellissimo esemplare arrivato a noi perfettamente conservato.
Collezione e foto: Michele Lozza | thebikeplace
Scheda tecnica
- Marca: Scapin
- Modello: Airone
- Anno: 1986
- Gruppo: Campagnolo Nuovo Record con freni Delta I serie
- Telaio: In acciaio con tubi Columbus SLX a goccia
- Cerchi: Mavic CX18 da 28″