C’era un’epoca in cui le biciclette e le corse in bici erano molto diverse da quelle che vediamo oggi, e noi lo sappiamo molto bene. Un’epoca veramente “eroica”, dove il ferro e la fatica erano l’elemento più importante e la tecnologia era molto meno al servizio dei muscoli guizzanti di chi correva per la strada.
Un’epoca talmente lontana e affascinante che riuscire a mettere le mani su un pezzo di quegli anni e restaurarlo da zero dà, con ogni probabilità, le stesse sensazioni che prova un paleontologo quando si trova a estrarre dalla nuda terra le ossa di un dinosauro. È questo quello che deve aver provato Salvatore Bonifacio, nome che avete già visto comparire tra le pagine di Biciclette d’Epoca, quando è riuscito a mettere le mani sulla Saving da corsa/pista del 1905 che vedete in queste pagine. Un modello che fa volare con il pensiero agli anni in cui la bici era ancora allo stato primordiale, per certi versi, e che pur non essendo come idea di veicolo molto distante da quelle attuali – si parla pur sempre di ruote, pedali, catena, freni – parla un lingua molto differente rispetto a quello che vediamo oggi in strada. Una lingua che, da morta, torna a una nuova vita durante le ciclostoriche, un po’ come il latino nelle messe più importanti in Vaticano.
UN RESTAURO COMPLETO
È proprio per partecipare alle ciclostoriche che Salvatore ha deciso di restaurare questa Saving, con il chiaro obiettivo di rimetterla in pista. La bicicletta, recuperata attraverso un amico che si occupa di importare biciclette d’epoca dalla Francia, era inizialmente in condizioni di forte degrado, assolutamente non marciante e con la evidente necessità di un restauro profondo e completo che le potesse permettere di tornare nuovamente in funzione.
“La prima operazione che ho dovuto effettuare”, spiega Salvatore, “è stata quella di smontare completamente tutte le componenti. Ovviamente non è stato affatto facile, dato che la ruggine aveva aggredito in maniera pervasiva ogni elemento della bicicletta. Ho comunque provveduto a disassemblare la Saving e a pulirla pazientemente, in modo da porre le basi per un restauro corretto”.
COMPONENTI E ACCESSORI SONO STATI SCELTI CON GRANDE CURA
Una passata di benzina è servita per sgrassare il telaio, che poi è stato accuratamente pulito e rifinito utilizzando un paglietta 00 e protetto dagli agenti corrosivi utilizzando l’olio penetrante Owatrol, che svolge egregiamente la propri funzione lasciando però una patina opaca sulla bicicletta. Una particolare attenzione è stata riservata alla catena: un pezzo originale, con passo Humber (da Thomas Humber, uno dei primi ad applicare la catena alla bici, alla fine dell’800), che definisce i denti a distanza di 1 pollice anziché di 1/2 pollice come nelle catene attuali e che veniva utilizzata soprattutto per le biciclette da pista.
“La catena era completamente bloccata e riuscire a renderla di nuovo operativa è stato veramente impegnativo”, continua Salvatore. “Ho dovuto trattarla per oltre una settimana tenendola a bagno nell’olio e spazzolandola per fare in modo che le maglie tornassero di nuovo mobili e a svolgere la propria funzione di trasmissione. Del resto, trovare un pezzo di ricambio di questo tipo non sarebbe stato facile, per cui ho preferito insistere e riuscire a mantenere la soluzione originale”.
Una scelta stilistica che è stata mantenuta anche per tutte le altre componenti, letteralmente “resuscitate” dall’oceano di ruggine nel quale sembravano irrimediabilmente sprofondate, come si vede chiaramente nelle foto dei pedali, per esempio, che sono tornati a una nuova vita.
UNA SIGNORA DI CLASSE
In alcuni casi, però, non è stato possibile, soprattutto per le gomme, che erano completamente usurate e che sono state sostituite con degli pneumatici nuovi – ma sostanzialmente analoghi anche nel colore – di produzione francese, montati su cerchi in legno Ghisallo, anch’essi nuovi e coerenti con quelle che erano le specifiche tecniche dell’epoca. Tutti gli altri accessori, invece, sono originali o coevi, come il faro a candela Reimann (che serviva per essere visibili durante le gare in notturna, e non certo per illuminare la strada), la pompa, le manopole, la sella e il borsello, quest’ultimo originale Saving e restaurato pazientemente.
Una nota particolare la meritano i freni. Al posteriore troviamo un classico contropedale, deputato a svolgere la funzione di frenata principale. All’anteriore, infatti, la Saving monta un freno a tampone che va insistere direttamente sulla gomma, e non sul cerchio, garantendo così una forza frenante davvero molto bassa. Questa Saving del 1905, insomma, era una bici nata per le corse su strada o su pista ma che andava bene soprattutto quando non c’era da frenare energicamente, dato che da questo punto di vista era veramente scadente.
Crediamo che questo però a Salvatore interessi davvero poco. Il suo restauro è stato veramente eccezionale e accurato. Riuscire a rendere di nuovo marciante una bici trovata in queste condizioni è veramente un risultato che merita un plauso e non vediamo l’ora di poterlo ammirare in sella alla sua Saving rimessa a nuovo in qualcuna delle ciclostoriche più importanti. Di certo non passerà inosservato!
Collezione e foto: Salvatore Bonifacio
Scheda tecnica
- Marca: Saving
- Modello: Pista/Strada
- Anno: 1905
- Gruppo: catena, pedivella e pignone passo Humber
- Telaio: In acciaio
- Cerchi: Ghisallo in legno 28″
- Componenti: pedali a sega, luce a candela Reimann Germany con supporto a forcella, sella in cuoio, borsello porta attrezzi originale