Passione e dedizione, senza di loro non si va da nessuna parte. O quanto meno non si va da sud a nord e ritorno, solo per recuperare una minuscola bicicletta, vecchia di cento e passa anni, con l’intento di riportarla in vita senza nulla togliere alla sua aura di antica – non più vecchia – signorina. La datazione del modello da bambino che vi presentiamo in questo articolo è certificata dalla targhetta relativa alla «Tassa sul velocipede» che riporta la data 1915, ma a confermare l’epoca del mezzo contribuiscono anche diversi componenti, tra cui il freno posteriore basso, una soluzione utilizzata fino agli Anni ’20.
UN RESTAURO COMPLETO
L’abile restauratore Salvatore Bonifacio, artefice del recupero conservativo, ci ha spiegato che la bicicletta non ha (ancora) una marca né un nome. Questo perché, malgrado le attente ricerche, alcune incentrate sullo stemma «A» in evidenza davanti al manubrio, e l’ipotesi che si tratti di una bici di produzione industriale avallata dalla presenza del numero seriale del telaio, si è preferito non azzardare ipotesi su celebri marchi che iniziano per A… Quello che conta è che in origine la biciclettina era un pezzo di ruggine: “Non si muoveva nulla” ha confermato Salvatore, “è stata interamente smontata, perché era abbandonata da decenni e il tempo la stava divorando. In pratica era come se fosse completamente rivestita da una sorta di pelle a buccia d’arancia, a partire dal telaio e proseguendo sui parafanghi fino a ogni singolo bullone.”
la bicicletta non ha ancora una marca né un nome
VITI E BULLONI
Ci soffermiamo sull’interessante riferimento a viteria e bulloneria, perché il restauratore, non potendo trovare pezzi di ricambio dell’epoca per i dadi della ruota anteriore, e non essendo in grado di recuperare gli originali, divorati dalla ruggine, ha provveduto a farli rifare da un tornitore. I dadi sono quindi stati riprodotti sul modello tipico degli Anni ’20, come ci ha spiegato Bonifacio, “hanno uno spessore che entra all’interno della forcella, la quale ha gli occhielli chiusi. Per togliere la ruota bisogna divaricare la forcella con un apposito strumento e far uscire il perno centrale dall’interno. Le forcelle di quegli anni, dette a occhielli chiusi, sono andate scomparendo nel corso degli Anni ’30.”
UNA FORZA DELICATA
Per portare a compimento il restauro non è stato sufficiente ricorrere all’immancabile sbloccante WD-40, perché la ruggine aveva praticamente saldato tra loro alcune parti della bicicletta. Quindi, racconta Bonifacio, “ho dovuto ricorrere a un cannello a fiamma ossidrica.” Dopo aver utilizzato le maniere forti e aver dedicato innumerevoli ore a spazzolare e pulire tutti i componenti, con particolare attenzione a quelli che in origine erano nichelati, la bicicletta è stata protetta con una mano di Owatrol, un apposito olio in grado di bloccare il processo di ossidazione e di corrosione, mantenendo al contempo la caratteristica patina del tempo che fu.
Collezione e foto: Salvatore Bonifacio
Scheda tecnica
- Marca: N.D.
- Modello: bambino
- Anno: 1915
- Telaio: in acciaio
- Cerchi: in acciaio 18″
- Componenti: manopole in legno (epoca corretta, non originali), sella in cuoio, pedali originali.