Marchi, sigle, aziende. Il fatto che una bicicletta sia identificata da un “nome proprio”, nel senso che è proprio suo e di nessun’altra, non rappresenta un unicum. Questo, tuttavia, non significa che si possa restare impassibili quando le si chiama, quando ci si riferisce a loro appellandole come si farebbe con un’amica. Ogni nome porta la mente a ricordare e a sognare.
Per esempio, la Pokerissima a voi dove vi porta? Magari a una nottata di Natale passata a perdere o vincere qualche decina di danari giocando a carte con gli amici?
Sono pensieri privati e lasciamo che restino tali, perché quello che conta qui è solo il pensiero di Giuseppe Drali, telaista milanese classe 1928 (e recentemente tornato in attività con un nuovo negozio in zona Chiesa Rossa), che nel bel mezzo degli Anni ‘70 si lasciò trasportare dalle emozioni e battezzò per l’appunto Pokerissima una sua bicicletta. Le emozioni in questione sono quelle che in un poco più che ventenne Giuseppe suscitò il poker di vittorie di Fausto Coppi su bici Bianchi del 1949: Giro d’Italia, Tour de France, Milano San Remo e Campionato Italiano. Il tuo nome sarà Pokerissima!
UN TRIBUTO A COPPI
L’esemplare protagonista di queste pagine fa parte della collezione di Andrea Portoni, cultore meticoloso di biciclette da corsa e orgoglioso proprietario di una Pokerissima del 1975. Si tratta di un telaio costruito più di 40 anni or sono, capace ancora oggi di stupire per la perfezione delle cromature, che come ricorda Giuseppe Drali in persona, furono eseguite a Como dal Prevelli, «vun ch’el cureva» (uno che correva) e che aveva in seguito avviato una ditta di cromature. Un signora ditta, vogliamo aggiungere, se passato quasi mezzo secolo una sua opera è ancora nello stato di conservazione che potete ammirare nelle fotografie di queste pagine. Drali, Prevelli… Missaglia, siamo al tris.
Missaglia, come ricorda Giuseppe, si occupava a quel tempo della verniciatura di racchette da tennis (altre fonti parlano di sci e potrebbe essere che verniciasse entrambi) ed era stato scelto dal telaista milanese per il suo tocco magico. Lo strato di vernice applicato dal Missaglia è sottile, senza per questo risultare impreciso o povero sul piano estetico, ed è quindi leggero, a tutto vantaggio delle prestazioni del telaio.
A catturare lo sguardo che indugia sulla Pokerissima del Drali sono poi i componenti, ovviamente di altissima qualità, come la sella Brooks, la combinazione 3ttt per manubrio e relativo attacco manubrio e i forcellini Campagnolo. Campagnolo che ritorna con il cambio Super Record, quasi coetaneo della nostra Pokerissima, e il Campagnolo Nuovo Record all’anteriore. Una soluzione mista di altissimo livello. Livello che rimane tale con i tubi utilizzati per il telaio. Si tratta infatti dei Columbus SL (dove la sigla SL sta per Super Leggeri) che hanno rappresentato la scelta obbligata per le biciclette da corsa di fascia alta degli Anni ‘70 e ‘80.
E la mano del maestro? C’è eccome, basta osservare le congiunzioni dei tubi che vanno a formare la sua opera d’arte. Sono in ghisa, lunghe, sinuose e robuste al tempo stesso. Ovviamente si tratta di congiunzioni che richiedono un lungo tempo di lavorazione, un tocco sapiente per quanto concerne la limatura, in modo da ottenere le caratteristiche punte allungate e così tanto eleganti.
Ed è l’eleganza magistrale il segno distintivo di questa Pokerissima, una bicicletta creata dalle mani di un maestro per omaggiare le gambe di un altro maestro.
Collezione: Andrea Portoni Foto: Primoz Skulj
Scheda tecnica
- Marca: Drali
- Modello: Pokerissima
- Anno: 1975
- Gruppo: Campagnolo Super Record / Nuovo Record
- Ruote: mozzi Campagnolo Record flangia alta
- Telaio: tubi Columbus SL
- Manubrio: piega e pipa 3ttt