Gli Anni ’30 sono un periodo d’oro per la Legnano grazie soprattutto ai successi di Alfredo Binda.
Il Trombettiere di Cittiglio, infatti, si è affermato ai Mondiali del ’27 in Germania e a quelli del ’30 in Belgio ma soprattutto è riuscito a vincere l’edizione giocata in casa, a Roma, nel 1932. In pieno Ventennio, Binda diventa un eroe dell’agone sportivo e la Legnano decide quindi di lanciare sul mercato, nel 1934, il modello top di gamma Roma, dedicato appunto al trionfo di Binda e dotato di tutta una serie di dettagli in duralluminio che costituivano il limite tecnologico per l’epoca. È in questo contesto che va inquadrato la Modello 54 da corsa che vedete in queste pagine, che pur non essendo lo stato dell’arte per quanto riguarda la Legnano di quegli anni può essere ragionevolmente considerato superiore ai top di gamma di molti altri competitor coevi per la qualità delle finiture, dell’allestimento, dei dettagli costruttivi per il telaio. Parliamo quindi di una bicicletta di grande valore, resa unica dall’eccezionale stato di conservazione e dalla presenza del cambio Bestetti – molto particolare – di cui parleremo in seguito.
Il modello 54 fa parte della collezione del trevisano Davide Bertoncello, che ce ne ha raccontato la curiosa provenienza. «Questa bici faceva parte di un’eredità ricevuta da due sorelle. Veniva utilizzata dal padre non come bici da corsa ma come mezzo da passeggio, dato che la usava per andare da Vicenza a Verona a vedere l’opera all’Arena. Per renderla più comoda, la piega originale era stata sostituita con una sportiva (adesso è presente una piega in ferro registrabile con pipa Garavaglia). Il resto è tutto originale dato che questa bici è rimasta sotto una coperta, protetta dal Sole e dalle intemperie, dall’inizio degli Anni ’40 fino a quando è entrata in mio possesso dopo una breve trattativa».
Un cambio unico
I dettagli costruttivi di questa Modello 54, colorata di un bel “Blu Legnano” che fino al ’36 sarà il colore tipico della casa, che poi passerà al famosissimo verde, sono molto interessanti. Chi conosce bene la produzione Legnano potrà notare le differenze con il modello Roma anche per quanto riguarda le congiunzioni, che hanno un disegno simile ma leggermente differenti. L’aspetto che la rende unica, come dicevamo, è il cambio Bestetti, realizzato su licenza Vittoria dall’omonimo ex-corridore e installato aftermarket sulla bicicletta, dato che da catalogo usciva dalla fabbrica senza alcun tipo di cambio (il Vittoria primo modello era invece in dotazione sul Roma). Caratteristica unica di questa soluzione era il selettore a leva, una vera rarità, che consentiva di cambiare rapporto pedalando all’indietro e senza intervenire direttamente con le mani sul pignone posteriore. Ancora una volta, ipotizziamo che questo cambio, decisamente più comodo, sia stato installato proprio per rendere la bicicletta più confortevole. Un allestimento che testimonia come la notevole disponibilità economica della famiglia proprietaria, che in quegli anni – esattamente come il conterraneo Tullio Campagnolo – gestiva una ferramenta.
Oltre al cambio Bestetti, però, anche tutto il resto della bicicletta è di notevole importanza e qualità, nonostante tutti i particolari – eccezion fatta per i parafanghi in alluminio in tre pezzi (che sulla Roma erano in celluloide) – siano in ferro. I pedali a sega, per esempio, marchiati Legnano oppure i freni Universal, anch’essi Legnano proprio grazie a un accordo di esclusiva con l’azienda dei fratelli Pietra. Marchiati Legnano sono anche la sella Aquila e i mozzi 32/40. Le parti cosiddette “bianche” sono tutte cromate e non più nichelate, come su Legnano avveniva fino a un paio di anni prima. Molto particolari anche i galletti, sia quelli per fissare la ruota al mozzo (dotati di un sistema antisganciamento che li teneva fissati al telaio anche quando svitati) sia quelli piccoli per fissare i parafanghini, identici nel disegno a quelli più grandi.
Infine, due dettagli importanti. Il primo è il rinforzo interno alla forcella, pare suggerito dal famoso meccanico Legnano Ugo Bianchi per evitare le frequenti rotture. Una soluzione che in seguito sarebbe diventata una consuetudine costruttiva. Il secondo, invece, sono i bellissimi cerchi Baruzzo in legno, completamente originali e arrivati fino a noi sostanzialmente intatti grazie all’eccezionale stato di conservazione di questa Modello 54.
Collezione: Davide Bertoncello Si ringrazia: Alessandro Martinelli
Scheda tecnica
Marca: Legnano
Modello: Mod. 54
Anno: 1934
Trasmissione: cambio Bestetti su licenza Vittoria a tre rapporti con giro-ruota
Telaio: in acciaio
Ruote: 28″ in legno Baruzzo
Mozzi: marcati Legnano 32/40
Freni: Universal marcati Legnano
Sella: Aquila in pelle marcata Legnano
Pedali: a sega marcati Legnano
Piega: in ferro registrabile con pipa Garavaglia