Torniamo a parlare della francese Hirondelle, già trattata su BE37, e della sua strabiliante trasmissione a retropedalata, partendo questa volta dalla sua storia, legata alla città in cui fu fondata, Saint-Étienne, nota come centro di produzione di spade e coltelli a partire sin dal periodo medievale.
La sua importanza come centro strategico di produzione bellica crebbe sino al 1764, anno in cui venne fondata la Manufacture d’Armes de Saint-Étienne. L’azienda espresse da subito grandi capacità produttive. Dal 1789, data della Rivoluzione Francese, circa 12000 armi vi venivano prodotte annualmente, al punto che la città venne ribattezzata Armsville. La produzione di armi sia per scopo bellico sia per uso venatorio crebbe costantemente fino a che, al termine del XIX secolo, vennero introdotte due nuove linee: attrezzature per la pesca e velocipedi. Lo stile della Manufacture D’arms et Cycle si fece immediatamente riconoscere, presentando nel 1889 la Hirondelle Superbe, caratterizzata da un telaio ricurvo con monotrave a sezione ovoidale.
A dire la verità, una forma di telaio molto simile alla Hirondelle Superbe venne introdotta dall’americana Rambler un anno prima, nel 1888. Addirittura il modello presentato oltreoceano era migliore da un punto di vista telaistico, in quanto aveva la forcella con il canotto alloggiato all’interno del telaio, mentre lo sterzo della Superbe era fornito di un pivot. L’architettura stessa dello sterzo progettata per la Superbe si trasformava nel punto debole di tutta la bicicletta, essendo soggetta a rotture dovute al peso eccessivo che gravava sul pivot. Tuttavia oggi, nonostante la rarità del mezzo in questione, si conoscono molti più modelli di Superbe rispetto agli esemplari dell’americana Rambler. Dopo alcune altre sperimentazioni la casa francese optò per una forma comune di telaio, come dimostra un raro modello Hirondelle mezza corsa della fine del XIX secolo, caratterizzato dalla forma classica del tempo, ovvero un telaio fornito di tubo superiore inclinato verso la ruota posteriore, riconosciuto tra gli appassionati con il nome autoesplicativo di telaio inclinato.
RETRODIRETTA
Nel corso degli anni il mondo della produzione di velocipedi si evolse, soprattutto in Francia, andando a inserire nelle produzioni dei grandi marchi come Terrot e Manufacture D’Arms et Cycle il cambio “Retrodirect”. La bicicletta Retrodirect è stata il modello di maggior successo della casa di Saint-Étienne, grazie a un cambio strabiliante ma dal funzionamento molto semplice. La catena del cambio Retrodirect, grazie a un rocchetto posto nella parte bassa del carro posteriore, va a toccare entrambe le corone dentate montate sul mozzo posteriore. Riportiamo nelle immagini lo schema di funzionamento, che si può intuire seguendo con lo sguardo lo snodarsi della catena sui pignoni. La velocità maggiore si raggiunge pedalando in avanti mentre la velocità ridotta si aziona andando a pedalare all’indietro. Così facendo la corona dentata più piccola fa passare la catena guidandola al rocchetto posto sul telaio, il quale a sua volta la guida verso il rapporto più grande sul mozzo posteriore andando ad azionare il rapporto ridotto.
Nelle immagini di questo articolo potete notare un primo modello a due rapporti, appartenente alla collezione Azzini e fornito di parafanghi in legno, manubrio elastico dotato di quattro tondini di acciaio e di una coppia di freni sportivi brevettati, dotati ciascuno di elementi metallici ai quali si agganciano i pattini. Tale modello è rimasto a catalogo per svariati anni, anche nel periodo post bellico, e numerose sono state le versioni e gli aggiornamenti. A cavallo tra la fine degli Anni ’20 e l’inizio degli Anni ’30, la casa brevettò anche un deragliatore posto alla guarnitura anteriore che era stata dotata di doppio rapporto. Tale accorgimento permise di raggiungere il numero di quattro rapporti, come evidenziato dalla seconda Hirondelle che mostriamo in queste pagine, appartenente alla collezione di Eugenio Zenari e restaurata da Franco Montolli di Velocipede Vintage.
La bici è stata rinvenuta in un granaio nell’alto lago di Como in condizioni non molto buone, specialmente dal punto di vista meccanico. Tutti i pezzi però erano originali. È probabile che fosse appartenuta a un prete, in quanto il parafango posteriore era stato tutto forato per poterci mettere il paraveste. Entrambe le ruote libere al posteriore giravano a vuoto, per cui sono state smontate, sono stati sostituiti gli aghi di innesto di sopravanzo, pulite e rimontate. Ora la bici funziona alla perfezione e può essere utilizzata normalmente. Il cambio, come anticipato, è a 4 velocità con deragliatore comandato a bacchetta: tirando verso di sé la leva posta sul tubo orizzontale e pedalando in avanti, la catena sale sulla moltiplica anteriore grande; spingendo la leva in avanti e pedalando indietro la catena scende sulla moltiplica più piccola. Un sistema che, una volta fatta pratica, è anche abbastanza semplice, a patto di abituarsi al gesto innaturale di pedalare all’indietro. Forte della tradizione di eccellenza della Manufacture d’Armes de Saint-Étienne, il telaio vanta pregiate congiunzioni invisibili, mentre il mozzo posteriore è a perno sfilabile. I freni sono a filo con archetti freno a tenaglia, mentre le pedivelle sono marchiate MF Saint-Étienne. Molto belli i pedali a centro intero regolabili. Poche sono le case costruttrici di biciclette che possono annoverare un esempio di continuità di un modello e la Hirondelle Retrodirect è assolutamente una di queste.
Collezione: Eugenio Zenari Restauro: Franco Montolli FB: Velocipede Vintage Informazioni storiche: Carlo Azzini
Scheda tecnica
Marca: Hirondelle
Modello: Retrodirect
Anno: a cavallo del 1930
Telaio: in acciaio a congiunzioni invisibili
Cambio: retrodiretto a 4 velocità comandato a bacchetta
Freni: a filo con archetto a tenaglia
Pedali: a centro intero regolabili
Ruote: da 26′ x 1/2
Copertoni: 44 – 584