Scritta in tre atti nel 1890 dal musicista Maxime Boucheron e dal commediografo Edmond Audran, Miss Elyett non solo è un’operetta che ha conquistato il cuore dei parigini a fine ‘800 ma anche un marchio francese nato nel 1919 a Sully-sur-Loire, nel distretto francese del Loiret, caratterizzato dall’effige dell’eroina in questione.
A poco più di cento anni dalla fondazione, il brand francese è stato recentemente resuscitato e produce oggi un paio di modelli di bici moderne in stile vintage. Pressoché sconosciuto ai tempi nostri, Helyett ha però alle spalle una storia sportiva molto consistente che colloca il suo periodo di maggior successo tra gli anni 1932 e 1961, quando fu attiva una vera e propria squadra corse caratterizzata da maglie verdi con banda bianca. Maglia con la quale gareggiò anche uno dei più grandi corridori di tutti i tempi, Jacques Anquetil, che dal ’56 al ’58 vestì proprio quei colori conquistando nel ’56 il Record dell’Ora al Vigorelli (raccontiamo la storia a parte) e nel ’57 il primo dei suoi cinque Tour de France. Helyett, comunque, ben prima che esistesse la propria squadra corse era fornitrice di biciclette per campioni della pista come Victor Linart, pluricampione di mezzofondo negli Anni ’20, per poi avere anni di gloria con René Vietto, in biancoverde dal ’35 al ’44 con otto vittorie al Tour, una maglia a pois conquistata e ben 31 maglie gialle indossate.
GRAN TURISMO
È in questo background storico, e nei suoi anni più ruggenti, che s’inquadra la Helyett Anni ’30 che trattiamo in questo articolo. Un mezzo molto particolare, definito con l’espressione “randonneuse”, che potremmo tradurre come “bicicletta da escursionista” ma che forse sarebbe identificata ancora meglio con un “Gran Turismo” di stampo automobilistico, ovvero veicoli da corsa pensati per essere utilizzati nella vita di tutti i giorni.
Sappiamo infatti che negli Anni ’30/’40 le biciclette hanno spesso questa doppia anima – in Italia sintetizzata nei mezza corsa – per cui coniugano soluzioni da competizione con allestimenti tipici di chi deve utilizzarle quotidianamente, come per esempio i parafanghi. È questo, come potete vedere dalle immagini, il nostro caso.
Questa Helyett databile 1930/35, restaurato da Marco Battoraro di Brianza d’Epoca per conto del proprietario, Fabrizio Buccini, è un conservato stupendo nella sua colorazione originale rosso vinaccia con congiunzioni nere. Telaio è d’acciaio di tipo corsa. La bici è dotata di cerchi stretti nichelati corsa e freni – sempre corsa – che agiscono sul bordo del cerchio. Anche i cerchi hanno una decorazione centrale che richiama il colore principale della bicicletta. Oliatore al movimento centrale, calotte del movimento centrale e dado chiusura della serie sterzo sono in acciaio brunito. La testa forcella è a placchette, finemente lavorata, mentre sul cannotto di sterzo spicca appunto Helyett in persona.
Molto interessanti le congiunzioni, dal disegno unico, che caratterizzano fortemente questa bicicletta. Tante le parti marchiate, come i mozzi e le pedivelle. Il manubrio è molto particolare, “impennato” proprio per le esigenze di guida quotidiana che poteva avere una randonneuse come questa. Il cambio è di tipo giroruota con gallettoni di chiusura, mentre i freni sono a perno centrale marchiati Linart (ipotizzimo come l’omonimo campione) con guaine freni scoperte. Gli pneumatici sono 28”x 1 1/5 e i parafanghi sono decorati con doppia filettatura. Bellissima sella in cuoio Verybest, con fori di alleggerimento. I pedali sono a sega con pedivelle sfinate. La pompa in ferro è nichelata. Bellissima, infine, la guarnitura che riporta ben tre volte scritto il nome del marchio, Helyett.
Una bicicletta francese molto caratteristica, insomma, che fa del dettaglio il proprio punto d’interesse.
Collezione: Fabrizio Buccini Restauro: Marco Battoraro
Scheda tecnica
Marca: Helyett
Modello: randonneuse
Anno: 1930/35
Telaio: in acciaio
Trasmissione: giro-ruota
Mozzi: marchiati Helyett
Freni: a perno centrale marchiati Linart tipo corsa
Sella: in cuoio alleggerita marchiata Verybest
Pedali: a sega
Guarinitura: in acciaio marchiata Helyett
Cerchi: nichelati stretti corsa
Masi, Anquetil e il Vigorelli
Nel ’56 Jacques Anquetil è un giovane ambizioso che vuole distinguersi e ritagliarsi uno spazio nel dopo Coppi. Per farlo, come molti in quell’epoca, decise di misurarsi con il Record dell’Ora che apparteneva al campione di Castellania e che era considerato un totem imbattibile. Jacquot, però, no non si lascia scoraggiare e scende a Milano, al Vigorelli, per cercare di portare a termine l’impresa. Dopo le prime prove, però, i risultati non sono soddisfacenti: non solo Anquetil, in sella a una Helyett, lamenta dolori alla schiena e al nervo sciatico ma soprattutto non riesce ad andare veloce quando vorrebbe. Coppi suggerisce di cambiare bici e di passare a una Bianchi, cosa impossibile per questioni di sponsor. Ecco quindi che entra in gioco il grande Faliero Masi, la cui bottega era collocata (allora come oggi) proprio nel Vigorelli. Nel giro di una notte, il grande Maestro costruisce un telaio su misura per Jacques che, il giorno dopo – 29 giugno 1956 – in sella una Helyett Masi di colore verde batte Coppi con uno straordinario 46,159 km.