C‘è stata un’epoca molto lunga e febbrile, sostanzialmente dagli Anni ’20 agli Anni ’80 del Novecento, in cui la produzione telaistica italiana è stata non solo frammentata in un’infinità di piccoli produttori, ma ha anche raggiunto una qualità eccelsa, diventando famosa in tutto il mondo.
In tutto lo Stivale aprivano e chiudevano aziende microscopiche ma altamente specializzate, che oggi forse più di allora sono apprezzate dai collezionisti per le produzioni di altissimo livello e per le soluzioni all’avanguardia. È il caso di Freschi, casa milanese attiva dal 1976 al 1989, fondata da Francesco (classe 1929) in collaborazione con il figlio Emiliano. Inserito nel solco della tradizione di famiglia (il nonno aveva un negozio di biciclette), Francesco Freschi inizia la sua gavetta già da giovanissimo nelle varie botteghe milanesi. Il salto di qualità avviene negli Anni ’60, quando conosce Sante Pogliaghi. Il rapporto di fiducia tra i due cresce al punto che Pogliaghi nel ’72 lo vuole con lui in officina, lasciando spazio alle sue innovazioni. Il meglio di sé, comunque, Francesco Freschi lo darà nell’azienda che porterà il suo nome e di cui ricordiamo soluzioni come il sistema di chiusura del reggisella integrato nei foderi alti del carro posteriore oppure la scatola del movimento centrale in microfusione per permettere il passaggio interno dei cavi del deragliatore. Freschi produce telai e biciclette da catalogo per 15 anni circa, interagendo con i clienti per trovare sempre nuove soluzioni.
Al di fuori della linea standard si colloca il modello che vedete in queste foto, un esemplare unico di qualità stratosferica basato sulla Freschi Supreme da corsa. Il telaio è realizzato con tubi Columbus Air, completamente cromato e “fazzolettato” a mano (ovvero con tubi saldati e raccordati in maniera aerodinamica). Anche il reggisella, accoppiato a una San Marco Concor Profil, faceva parte della dotazione dei Columbus Air (notare il sistema di chiusura). Un oggetto la cui bellezza travalica il concetto di bicicletta sconfinando in quello di design, un po’ come accadde per la Cinelli Laser o la Rigi Pista, di cui abbiamo parlato nello scorso numero, entrambe vincitrici del prestigioso Compasso d’Oro. Il passaggio cavi è interno con una soluzione fantastica proposta da Freschi, che fa “sparire” anche il freno posteriore posizionandolo dietro il movimento centrale e riportando in vita un’opzione vista sui modelli sportivi di punta degli Anni ’30/’40, anche se in questo caso con tecnologie molto più avanzate. Il gruppo è un Dura-Ace 7300 AX, il primo a essere testato in galleria del vento da Shimano, nel 1980, cosa che ci permette di datare questa bellissima Freschi attorno agli inizi di quel decennio, di cui è senz’altro una delle rappresentanti più straordinarie.
Foto e collezione: Michele Lozza IG: TheBikePlace Foto nodo sella: Sito: frameteller.it
Scheda tecnica
Marca: Freschi
Modello: Supreme (prototipo)
Telaio: in acciaio con tubi Columbus Air
Gruppo: Shimano Dura-Ace 7300 AX
Leve freno: Universal AER
Sella: San Marco Concor Profil
Reggisella: dedicato alle tubazioni Columbus Air
Cerchi: Araya Aero 1