Pochi modelli, nella storia della bicicletta da corsa, possono vantare un impatto potente e duraturo come la Colnago Super, una vera e propria icona del ciclismo da strada le cui soluzioni, di geometria e tecniche, hanno cambiato per sempre il modo di pensare la bici da corsa.
Non è un caso se nell’immaginario collettivo sia ancora oggi questa la forma delle biciclette sportive, dato che parliamo di un modello che, con opportuni cambiamenti e aggiustamenti ai tempi, è rimasto in produzione e competitivo su strada ininterrottamente dal 1968 al 1988. Parliamo della bicicletta che ha vestito i colori del Molteni Team, il cui capitano era un certo Eddy Merckx.
PRONTA A SCATTARE!
La Super ha rappresentato una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione destinata a durare. Perché Ernesto Colnago, sin da quando aprì la propria bottega nel 1953, in quel comune di meno di tremila anime che era all’epoca Cambiago, aveva già le idee chiare su quali dovessero essere i principi di progettazione e costruttivi di una bici da corsa. Doveva essere rigida, fremente, pronta allo scatto. Compatta come se fosse a un passo dall’esplodere grazie alle poderose pedalate dei campioni che scaricavano su di essa tutta la potenza racchiusa nelle loro gambe erculee.
La Super cambiò il modo d’intendere la bici da corsa
Un concetto molto differente rispetto a quelle che erano state, fino ad allora, le biciclette sportive: grandi, con uno svettamento della sella ridotto, adatte più ad assorbire le asperità del terreno che a garantire al ciclista il massimo della performance. Biciclette molto pesanti, in confronto alle quali i primi lavori di Ernesto Colnago si ponevano in controtendenza.
La Sport sancisce in maniera definitiva l’applicazione di questi concetti su grande scala produttiva, a livelli mai visti in precedenza, al punto che Colnago dovette affidarsi a numerosi terzisti per riuscire a soddisfare tutte le richieste di produzione. In nove casi su dieci, insomma, e difficile sapere quale sia stata la mano che ha realizzato il telaio marchiato con il celebre Asso di Fiori, anche se parliamo sempre di prodotti artigianali realizzati sostanzialmente su misura per il cliente finale.
UNA SUPER VERDISSIMA
In questo contesto di sviluppo tecnologico, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del ciclismo, s’inquadra la Colnago Super del 1973 che vedete in queste pagine e che proviene dalla collezione di Michele Lozzi. Un modello che rientra nel primo lustro di produzione della Super e che può vantare ancora una cura dei dettagli che negli anni successivi si sarebbe leggermente abbassata. Parliamo comunque sempre di biciclette di alto livello, ma va detto che l’ammodernamento dei processi produttivi ha portato, nel tempo, a una qualità differenti rispetto ai primi esemplari che rientravano nella fascia di primissima gamma.
Compatta e pronta ad esplodere
Il valore aggiunto di questa esemplare specifico è nelle condizioni praticamente perfette in cui è stata ritrovata, quasi come se fosse appena uscita dalla fabbrica. La colorazione in verde pastello metallizzato, tipica del periodo ma abbastanza rara, permette di esaltare al meglio le proporzioni e i dettagli della Super, che potete ammirare in queste pagine.
Il gruppo è Campagnolo Nuovo Record, il top di quel periodo, esaltato da pantografie come quelle presenti sul tubo sella, una delle novità di inizio Anni ’70. Impreziosiscono il quadro gli alleggerimenti, effettuati in maniera artigianale, che testimoniano in maniera chiara quella che fosse la filosofia produttiva dell’epoca, declinata verso tutte le esigenze dei ciclisti agonisti, che a differenza di oggi presentava una commistione tra artigianalità e produzione in serie molto più spiccatamente marcata verso la prima piuttosto che verso la seconda.
Collezione e foto: Michele Lozza | thebikeplace
Scheda tecnica
- Marca: Colnago
- Modello: Super
- Anno: 1973
- Gruppo: Campagnolo Nuovo Record
- Telaio: In acciaio tubi Columbus SL
- Cerchi: Nisi 28″