Sportiva per eccellenza di casa Edoardo Bianchi, il modello M è stato lungamente in produzione per un ventennio, dal 1912 al 1932, portando con sé tutte le trasformazioni tecnologiche che hanno caratterizzato quel periodo, modificando il proprio allestimento in funzione delle nuove possibilità offerte per mantenere al vertice le performance (come per esempio la forcella, che in questa versione finisce con il forcellino).
Parliamo di un periodo cruciale per la bicicletta italiana, che vi entrò come subalterna a quelle francesi o inglesi – nettamente più prestazionali e meglio costruite – e ne uscì poi con lo scettro dello stato dell’arte nel campo della produzione ciclistica. Un dominio che sarebbe rimasto tale fino all’avvento del telaio in carbonio. Ecco perché la Bianchi M – bicicletta rara e interessantissima – è per molti un’icona quando si parla dei mezzi di quell’epoca.
L’esemplare che vedete in queste pagine è databile 1932 ed appartiene oggi alla collezione di Pietro Cazzolla ma è stata recuperata e restaurata da Silvio Antoniucci, grande appassionato di Bianchi di questo periodo e socio fondatore del Registro Storico Cicli. Fatta questa premessa, non può che balzare all’occhio il fatto che questa Bianchi M non porti le decal della casa milanese ma sia marchiata “Drago”.
Così com’era
«Ho trovato questa bicicletta vicino a Città di Castello, dove abito», spiega Silvio. «Le condizioni di partenza erano abbastanza disastrose ma la grande bellezza di questo esemplare sta nel fatto che tutte le componenti presenti su di esso – che ho mantenuto nel restauro conservativo – sono coerenti con l’epoca a cui appartiene, ovvero l’inizio degli Anni ’30”. La bicicletta, insomma, non sembra essere stata molto modificata dopo l’uso che ne è stato fatto, presumibilmente competitivo, fino al 1935 circa. Queste erano biciclette, infatti, che venivano utilizzate per più stagioni e che venivano mano a mano aggiornate con i nuovi ritrovati tecnologici. Raro trovare un mezzo con più di 80 anni senza modifiche significative.
È possibile indicare il 1935 come data di ultima modifica di questa Bianchi M grazie alla molla di ritorno applicata al prigioniero dei freni, una soluzione adottata proprio in quegli anni e non presente al momento della messa in produzione della bici. Anche altri particolari, come i pedali, sono stati sostituiti rispetto a quelli originali ma sono perfettamente coerenti con l’uso in gara che si poteva fare in quel periodo.
NEL SEGNO DEL DRAGO
Quella che illustriamo in queste pagine, insomma, è una bici vissuta e caratterizzata appunto dal marchio Drago piuttosto che Bianchi. «Abbiamo cercato di capire a cosa si riferisse questo nome», dice Pietro, odierno proprietario del mezzo. «È possibile che si tratti di un isolato o di una piccola officina locale che aveva deciso di partecipare alle corse con una propria bicicletta ma al momento possiamo fare solo delle ipotesi. Sarebbe molto interessante se qualcuno avesse delle informazioni più precise».
Dal punto di vista tecnico, la Bianchi M “Drago” ha caratteristiche interessanti e uniche, come per esempio il giro ruota al posteriore dotato, dal lato della ruota libera, di un pacco pignoni al posto di quello singolo visto in precedenza. Un’innovazione che Regina introdusse proprio nel 1932 permettendo così alle biciclette giro-ruota di avere tre rapporti. I corridori potevano scegliere se usare lo scatto fisso per i tratti veloci o quelli in salita, mentre sulla ruota libera avevano la possibilità di avere due rapporti molto ravvicinati che potevano essere selezionati fermandosi e spostando manualmente la catena, per poi proseguire dopo aver regolando la distanza della ruota dal movimento centrale usando i forcellini tipo corsa.
La bici monta freni Bowden Sport, top di gamma per l’epoca che di lì a poco sarebbero stati sostituiti dal modello Asso prima che Universal diventasse il punto di riferimento. I cerchi sono in legno originali Baruzzo come da catalogo Bianchi così come le manopole Spiga. La bicicletta è ancora perfettamente marciante ed è un bell’esempio di restauro conservativo che ha saputo fotografare le esigenze e le passioni che hanno caratterizzato il ciclismo sportivo a cavallo degli Anni ’30.
Collezione: Piero Cazzolla Restauro: Silvio Antoniucci FB: Registro Storico Cicli
Scheda tecnica
Marca: Bianchi
Modello: M
Anno: 1932
Trasmissione: giro-ruota con pacco pignoni Regina a due rapporti su ruota libera
Telaio: in acciaio
Ruote: 28″ in legno Baruzzo
Mozzi: Bianchi con oliatore ottonati.
Freni: Bowden Sport
Sella: in pelle