Lino Beltramo è stato senza dubbio uno dei telaisti più interessanti della prima metà del Novecento, introducendo in Italia la saldatura “a basìn” (ovvero saldobrasata) e avviando in quel di Torino una piccola produzione, caratterizzata dal colore azzurro, che ancora oggi è vivamente ricercata e ammirata dai collezionisti.
Ce lo ha raccontato bene Francesco Di Sario, autore del libro “Azzurro Beltramo” dedicato al personaggio e al brand in questione e proprietario della Beltramo Sport da donna databile al 1935 che vedete in queste pagine. Una bicicletta molto particolare, ricca di dettagli interessanti, che descrive l’attenzione per le biciclette veloci e di grande qualità anche per le donne, nonostante si fosse in un’epoca in cui il ciclismo sportivo era ancora quasi unicamente dedicato agli uomini.
Racconta Francesco: «Voglio citare un altro grande telaista torinese, Angelo Picchio, che a un mio caro amico, trovatisi insieme un sabato mattina al “Balon”, il grande mercato delle pulci torinese, vedendo abbandonata dietro un banco una pregevole bici da donna disse: “I collezionisti snobbano queste biciclette, ma se sapessero con quanto amore vengono fatte le apprezzerebbero molto di più. Questi modelli venivano realizzati per mogli, fidanzate, figlie e quindi il telaista ci metteva tutta la maestria e la cura di cui era capace”». Questo lo spirito che soggiace, con grande probabilità, anche dietro la Beltramo da donna, che a un occhio esperto mostra una cura fuori dal comune.
La tecnica di saldatura, come detto, è la classica di Beltramo “a basìn”, senza uso di congiunzioni, unendo i tubi sgolati con cura solo con materiale d’apporto, e limando accuratamente l’eccedenza in modo da ottenere il risultato che vedete. Questa tecnica richiede una grande capacità di controllo della temperatura onde non surriscaldare la zona di saldatura, altrimenti i tubi potrebbero rompersi a fatica.
OLTRE IL CLASSICO
La struttura del telaio, a prima vista, sembra quella di una classica bicicletta da donna sportiva, ma alcune soluzioni fanno notare che siamo di fronte a un mezzo non comune. L’adozione di una guarnitura da corsa senza spazio carter e il suo movimento con ingrassatore sul perno sono già indicativi dell’uso a cui era destinata la bicicletta. I forcellini, realizzati con grande maestria, sono armoniosi e ben sagomati. Al posteriore sono di tipo giroruota ma sportivi. La forcella è con testa a lama, tipica di Beltramo, mentre la serie sterzo è non integrata ma dal disegno molto lineare. Il carter a striscia è unito al telaio con un attacco regolabile. Il supporto del freno posteriore, realizzato ad hoc e saldato al telaio, è posizionato in modo che la guaina del freno abbia un andamento rettilineo, in modo da avere una frenata efficiente anche sulla ruota posteriore.
Le guaine del cavo freno posteriore e quella del cambio passano all’interno del telaio e i passaggi sono tutti ricamati da splendide ogive. La bicicletta è dotata di un cambio Simplex Champion du Monde a tre velocità, con comando sul primo tubo obliquo, uscito proprio nell’anno in cui è stata datata, il 1935. La pipa sportiva, il manubrio tipo Torino e le leve freno sono Ambrosio Super Lusso.
Purtroppo alcuni componenti sono stati sostituiti in quanto di difficile reperibilità. Le ruote dovevano avere sicuramente i mozzi Siamt marcati Beltramo con cerchi in alluminio per copertone: qui sono stati montati dei cerchi Busso Torino con mozzi FB. I parafanghi, invece, erano con ogni probabilità i classici Beltramo in acciaio. Si è invece optato per una coppia di parafanghi in legno, con l’anteriore in due pezzi, di cui quello davanti in alluminio con un particolarissimo portafaro integrato, che danno un tocco di calore all’azzurro ghiaccio che caratterizza la bicicletta. La sella è in lamina di cuoio con telaio a riccioli. Si notano poi anche altri dettagli, come il portagiornali Art sul manubrio o l’attacco della dinamo sulla forcella.
Nonostante l’anima smaccatamente corsaiola, Lino Beltramo ha comunque realizzato un mezzo equipaggiato di dinamo luce e attacchi portapompa che dissimula la sua vera natura sotto un aspetto quasi turistico. Una vera fuoriserie emersa dal tempo, dedicata a una signora sicuramente molto sportiva e tanto fortunata da pedalare un mezzo del genere!
Collezione e foto: Francesco Di Sario
Scheda tecnica
Marca: Beltramo
Modello: Sport da donna
Anno: 1935
Telaio: in acciaio saldobrasato
Cambio: Simplex Champion du Monde a tre velocità
Manubrio: Ambrosio Super Lusso tipo Torino
Pedivelle: da corsa con terza razza nascosta
Cerchi: Busso Torino
Mozzi: FB
Parafanghi: ant. in due pezzi legno/alluminio, post. in legno
Sella: in lamina di cuoio con telaio a riccioli
Portagiornali: Art