Atala Tipo N. 21 1910

Atala è tra i marchi storici del ciclismo italiano attivi ancora oggi, sebbene abbia portato proprietà e parte della produzione fuori dal nostro paese.

La sua storia inizia oltre un secolo fa, nel 1907, quando Angelo Gatti – dirigente appena fuoriuscito dalla prestigiosa Bianchi – deposita il marchio con il nome dedicato alla madre, Atala Naldi. L’Atala si dimostra subito eccezionale e vince il Giro d’Italia nelle prime due edizioni (1909/10) con Ganna e Galetti, distinguendosi come brand di riferimento per le competizioni agonistiche. È in questo contesto che nasce il modello Tipo N. 21 che vedete in queste pagine, databile 1910, identificato sul catalogo Atala come “Bicicletta da Gran Turismo”. Parliamo quindi di una bicicletta nata per essere veloce ma garantendo un buon livello di comfort e una tecnologia di prim’ordine per l’epoca, al punto da essere venduta al considerevole prezzo, per quegli anni, di ben 400 lire.

Una bicicletta molto rara, di cui sono documentati pochissimi esemplari, e che si presenta in un ottimo stato di conservazione, al punto da essere stata certificata dal Registro Storico Cicli. È un modello a leve rovesce senza carter (come spesso capitava all’epoca, c’era anche una versione che lo prevedeva) del quale è molto interessante notare le grandi somiglianze con la coeva Bianchi D2 Bis, a testimonianza del fatto di come Gatti volesse sfidare il marchio milanese mutuandone gli aspetti vincenti. Un esempio lampante è il sistema fascetta e bilancere dei freni, simile a quello che Bianchi ha utilizzato dai primi del Novecento. Simili sono anche le leve rovesce a cucchiaio che entrano completamente nel manubrio. Molto belli i pedali a 5 punte, anche questi visti in precedenza su Bianchi, e i mozzi bombati, davvero molto simili a quelli che la casa fondata a Milano nel 1885 ha utilizzato circa dal 1905 a 1909. Inoltre, i mozzi erano a coni regolabili, come avveniva per le biciclette da turismo, mentre erano fissi su quelle da corsa.

Un modello quindi molto interessante, con un eccellente stato di conservazione e coerenza, che ci permette non solo di apprezzare le soluzioni tecniche dell’epoca ma anche d’inquadrare le logiche di mercato tra i vari competitor.

Collezione: Andrea Fantini Consulenza: Silvio Antoniucci