Amerio è nota soprattutto grazie alle famose “Balloncine”, biciclette della categoria ballonette a cui abbiamo dedicato uno speciale su BE44.
Il marchio e il nome Balloncine furono brevettati e depositati dal Cavalier Provino Amerio nel 1934. Da quell’anno le sue bici divennero inconfondibili per via della geniale soluzione di avere adottato il tipico canotto di sterzo rosso amaranto e la maniglia saltafossi integrata al telaio. Amerio, però, prima di brevettare il marchio e diventare testimone iconico di questa tipologia di bici, aveva già una storia di azienda ben avviata, la cui nascita risale al lontano 1907, a Felizzano, a pochi chilometri da Alessandria.
Alla fine degli Anni ’20 Amerio aveva già dato vita ad altri due marchi – Auro e Ideal – che proponevano biciclette su telai identici a quelli utilizzati dalla Amerio, ma con componenti come parafanghi e carter non necessariamente coevi. I due marchi erano stati creati appositamente per far fronte alla richiesta di bici, costantemente crescente negli Anni ’30, e per assecondare una clientela con limitate risorse economiche rispetto ai prezzi tutt’altro che contenuti dei velocipedi dell’epoca.
L’azienda di Provino ebbe vita lunga e fortunata, e continuò a produrre eleganti bici per tutti gli Anni ’40 e per buona parte del decennio successivo. Cessò definitivamente l’attività nel 1957, con una produzione di circa 87 mila unità, numeri che nulla avevano a che fare con una realtà industriale. Amerio, infatti, si inseriva perfettamente in quel tessuto di piccole e medie imprese artigianali tipicamente piemontesi che avevano caratterizzato circa trent’anni di attività nel settore delle biciclette.
UNA BICI UNICA
La bicicletta che vedete in queste pagine si riferisce alla produzione Amerio pre-balloncine ed è un esemplare più unico che raro. È riemersa dopo anni, quando un elegante signore inglese, che aveva acquistato una casa a Castelnuovo Don Bosco, sulle colline astigiane, la scoprì abbandonata contro un muro in pietra del fienile e decise di metterla in vendita.
Si tratta di una delle più vecchie Amerio sopravvissute, in ottimo stato di conservazione e completa nonostante abbia subito negli anni ben due riverniciature: la prima risalente alla fine degli Anni ’30 nel tipico grigio autarchico (ancora presente all’interno dei parafanghi) e l’ultima 25 anni fa con un vistoso rosa metallizzato. Purtroppo la sverniciatura, pur facendo affiorare il nero originale rimasto pressoché integro, ha privato la bici delle sue decal.
Il telaio è sportivo, alto e compresso, con geometrie tutte orientate in avanti. Le astine dei parafanghi denotano uno stile tipico dei velocipedi da corsa. I parafanghi a costa larga sono identici a quelli utilizzati dalla conterranea Maino. Il carter è tubolare in tre parti, le pedivelle e i mozzi sono Siamt marchiati Amerio. Il sistema frenante è rigido esterno con freno posteriore basso. Le ruote sono da 28×1 ⅝ x 1 ⅜. Manubrio, cerchi, pedivelle e pedali recano ancora tracce della nichelatura.
La bici è stata restaurata e completata con una sella in cuoio a molle coeva marchiata Amerio, manopole in cartone pressato e celluloide, manopolini già presenti anch’essi in celluloide. Gli pneumatici sono dei Superga bicolore. La Amerio Viaggio Lusso Uomo, bici altera e raffinata, come le Bianchi, le Dei e le Maino della stessa epoca, rappresenta in maniera esemplare la qualità produttiva del decennio d’oro degli Anni ’20.
Scheda tecnica
Marca: Amerio
Modello: Viaggio Lusso Uomo
Anno: 1926
Telaio: sportivo in acciaio
Carter: tubolare in tre parti
Freni: rigidi esterni con posteriore basso
Mozzi: Siamt
Pedivelle: Siamt
Sella: in cuoio marchiata Amerio
Parafanghi: a costa larga
Manopole: in cartone pressato e celluloide
Ruote: da 28×1 ⅝ x 1 ⅜