Nella sua storia industriale centenaria il marchio Berga – di cui abbiamo iniziato a parlare su BE62 – impostò la produzione prevalentemente sulle bici R da viaggio, poiché nella sonnolenta pianura vicentina i volumi di vendita di questi modelli erano più che discreti.
La passione di Antonio Paulon per il mondo corse, però, fece sì che una parte della produzione fosse rivolta alle bici da corsa, che erano comunque di ottima fattura e riccamente equipaggiate, vista anche la stretta collaborazione con Tullio Campagnolo e la sua azienda, colosso vicentino della componentistica per biciclette.
La voglia di corse indusse Paulon a essere fra i promotori del Veloce Club Vicenza, un’associazione dilettantistica che vide passare fra le sue fila fior fiore di atleti che si distinsero in seguito fra i professionisti. La Berga ebbe in contemporanea anche una propria squadra corse di giovani atleti, che costituirono il vivaio del Veloce Club. Questi ciclisti testavano, in gara e in allenamento, i nuovi prototipi della componentistica Campagnolo prima che fossero immessi sul mercato. Tutto questo fervore sportivo venne dedicato in maniera preponderante alle corse su strada, che vide il suo culmine nel Trofeo Berga, una sorta di Campionato Triveneto Dilettanti.
L’attività su pista era molto limitata, poiché nella provincia di Vicenza i velodromi scarseggiavano. L’unico era il Mercante di Bassano, a cui faceva concorrenza a Padova il mitico Monti. In epoca più recente si aggiunse il piccolo velodromo della famiglia industriale Mainetti, costruito a fianco della ditta nel paese di Castelgomberto, nella vallata dell’Agno. Per tale motivo la produzione di bici da pista fu molto scarsa in casa Berga, e fatta soprattutto su ordinazione per gli atleti delle due squadre sopra menzionate. Le qualità costruttive del prodotto, comunque, erano di eccellenza unica nella sua artigianalità.
FATTA SU MISURA
La bici presentata è un Modello B – come Berga – da pista. Attualmente, consultando collezionisti locali e nazionali e le testimonianze degli eredi della famiglia Paulon, questo velocipede è l’unica pista Berga ancora esistente, almeno tra le Berga note. Stupiscono le eccellenti condizioni dello stato di conservazione in cui è stata ritrovata. La bici possiede le sue colorazioni originali con eleganti decorazioni e decalcomanie ricercate, che comprendono quella del rivenditore di riferimento e quella delle tubazioni rinforzate da corsa Columbus.
Il telaio, leggero per l’epoca, tiratissimo, quasi a rompersi con lo sguardo, presenta delle congiunzioni con le caratteristiche “unghie” nelle pendine dello snodo sella, tipiche dei telai Berga Corse degli Anni ’50, che ricordano molto quelli della più blasonata Frejus.
I mozzi delle ruote sono Gran Sport Campagnolo Pista, non presenti nei cataloghi ufficiali del mitico Tullio, mentre i cerchi sono sorprendentemente per copertoni e non per tubolare. A questo proposito si segnala che all’epoca, in squadra corse, venivano fornite due coppie di ruote, una da pista con tubolari per le gare in velodromo e una con copertoni per allenamento a scatto fisso su strada, da usare principalmente dietro motori, vista appunto la carenza di velodromi.
La bici presenta una guarnitura di pregevole fattura non marchiata con movimento centrale Magistroni a perno forato. I pedali sono Lyotard e la serie sterzo è Gnutti. Il manubrio è in acciaio, non marchiato, in pezzo unico, e ciò fa pensare che questa bici fosse stata pensata e realizzata più per le corse contro il tempo, tipo inseguimento o quartetto, che per la velocità, in quanto presenta una piega poco angolata verso il basso. Particolare la sella Italia, in cuoio, che adotta un profilo particolarmente stretto e filante, dedicata alla pista. Questa bici, dallo stile corsaiolo aggressivo e potente, nella sua conservazione fa pensare al suo parsimonioso utilizzo da parte di atleti attenti al pezzo pregiato che cavalcavano. Una Ferrari dell’epoca? Certo che sì, anche se artigianale e non con il blasone dei grandi marchi nazionali.
Collezione: Museo Bicicleria Vicenza Testo: Mario Cionfoli e Stefano Rigon Foto: Marta Rigon
Scheda tecnica
Marca: Cicli Berga
Modello: Modello B da pista
Anno: 1950
Telaio: in acciaio con tubazioni rinforzate Columbus
Mozzi: Campagnolo Gran Sport pista fuori catalogo
Movimento centrale: Magistroni a perno forato
Pedali: Lyotard
Serie sterzo: Gnutti
Sella: Italia in cuoio