Esistono moltissime storie su Fausto Coppi: biografie, cronache, saggi, narrazioni avvincenti come romanzi, anche perché la sua stessa vita fu un romanzo di glorie e disfatte, imprese e cadute, celebrazioni e biasimi, fino alla precoce scomparsa, fatale e per certi versi ancora misteriosa.
Non esiste invece una “geografia di Fausto Coppi”. Questo piccolo atlante dei luoghi della sua vita serve a tracciare lo spazio entro cui si mosse e agì il Campionissimo, dai suoi episodi privati ai luoghi che sono stati scenari delle sue strabilianti imprese sportive e non.
1 – Castellania
Nasce il 15 settembre 1919, a Castellania, un borgo di poche case e pochi abitanti sui Colli tortonesi. Fausto è il quarto figlio di Domenico e Angiolina Boveri, famiglia di piccoli agricoltori, proprietari di pochi ettari di terra impervia da coltivare a grano e a vite. Fausto risiederà formalmente a Castellania fino al 1946, anno del suo matrimonio.
2 – Varzi (Pavia)
Il 7 maggio 1939, un non ancora ventenne Fausto Coppi si iscrive al Circuito di Varzi, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, una delle prove valide per il Campionato italiano indipendenti. Su un impegnativo circuito da percorrere per tre giri, e per complessivi 120 chilometri, vince a mani basse sugli avversari. Il secondo arrivato, a oltre 6 minuti, è il compaesano – è anche lui tortonese – Luigi Malabrocca, che diventerà suo amico, nonché famoso nel dopoguerra per aver conquistato per due anni (1946 e 1947) della maglia nera al Giro d’Italia.
3 – Moriondo Torinese
Sulla salita a pochi chilometri da Torino, nel corso del Giro del Piemonte, il 4 giugno 1939, Coppi, esordiente in una corsa per professionisti, tenta la fuga solitaria. Lo andrà a riprendere il suo idolo, il grande Gino Bartali, che lo invita a seguirlo verso il traguardo. Un problema meccanico però attarda Coppi che comunque arriverà terzo a Torino, attirando l’attenzione ammirata di Eberardo Pavesi che, con la mediazione di Biagio Cavanna, lo mette sotto contratto per la Legnano per la stagione a venire.
4 – Passo dell’Abetone
Il 29 maggio 1940, nell’11° tappa del Giro d’Italia, la Firenze – Modena, sul passo dell’Abetone, sotto una pioggia battente, Coppi s’invola in una fuga solitaria che, al traguardo, lo vedrà conquistare vittoria e Maglia Rosa. La indosserà fino a Milano, vincendo a sorpresa, lui giovane ventenne all’esordio e gregario di Bartali, il suo primo Giro d’Italia.
5 – Velodromo Vigorelli, Milano
Il 7 novembre 1942, nei giorni in cui il cielo di Milano è minacciato dai bombardamenti, Fausto Coppi tenta di battere il Record dell’Ora al Vigorelli. Nonostante la scarsa preparazione e l’abbigliamento inadeguato, riuscirà nell’impresa allo stremo delle forze. Non vorrà mai più ripetere la sfida contro quel record. Sulla “pista magica” del Vigo tornerà a correre nel Dopoguerra in numerose kermesse e in numerosi duelli all’inseguimento.
6 – Medjez el Bab, Tunisia
Inviato al fronte nella primavera del 1943, dopo poche settimane viene catturato dagli inglesi presso Capo Bon, e quindi trasferito in un primo campo di prigionia tunisino. A seguire, verrà trasferito in un altro centro di raccolta di prigionieri a Blida, in Algeria.
7 – Caserta
Nel novembre del 1944, mentre nella penisola il fronte bellico si sposta verso Nord, Coppi viene rimpatriato con altri militari fatti prigionieri in Nord Africa. Viene inviato di stanza a Caserta, dove presta servizio di assistente e autista presso un comando alleato in prossimità della Reggia.
8 – Roma
Terminata la guerra nel ’45, trova un ingaggio a Roma grazie al sostegno di un costruttore ciclista, Edmondo Nulli, grazie al quale torna alle corse viene tesserato presso la Società Sportiva Lazio e ricomincia a prendere parte alle gare.
9 – Novi Ligure
A Novi Ligure, Coppi da ragazzino presta servizio presso un negozio di salumeria, come garzone. Vi tornerà a vivere nel Dopoguerra in due distinte ville: con la moglie Bruna Ciampolini e la piccola figlia Marina, nata nel 1946; e dopo la separazione dalla moglie, a partire dal 1954, con Giulia Occhini, la sua nuova compagna, da cui ebbe un figlio: Faustino.
10 – Binasco, lungo la Milano-Sanremo del 1946
Il 19 marzo 1946 si corre, prima grande classica ciclistica dopo la guerra mondiale, la Milano – Sanremo. Fausto Coppi entra in una fuga a pochi chilometri dal via, all’altezza di Binasco, lungo la statale 35 dei Giovi. I fuggitivi andranno via via assottigliandosi fino a che Coppi, sulle rampe del Turchino, rimane da solo e porta a termine vittoriosamente la sua cavalcata dopo 145 km di fuga solitaria. A Sanremo il secondo arrivato, il francese Teissiere, arriva con 14’ di ritardo.
11 – Passo del Ghisallo (Como)
Fausto Coppi ha vinto per 5 volte il Giro di Lombardia (per quattro anni consecutivi dal 1946 al 1949, e poi ancora nel 1954). Spesso la Classica d’autunno si è decisa sulle rampe del Passo del Ghisallo, tra i due rami del lago di Como. In cima al passo sorge il Santuario della Madonna protettrice dei ciclisti e da qualche anno anche uno splendido museo dedicato alla memoria della bicicletta sportiva. Sul piazzale, a fianco a quello di Bartali, si trova anche un busto di Coppi, opera di Paolo Todeschini, scultore e calciatore (giocò nel Milan, e lo allenò anche all’inizio degli anni Sessanta).
12 – Sanremo
Oltre al successo del 1946, Coppi transiterà per primo sul traguardo della Corsa Sfinge per altre due volte, nel 1948 e nel 1949.
13 – Col de l’Izoard
Nella 17° tappa del Giro d’Italia , il 10 giugno del 1949, la Cuneo – Pinerolo, di 254 km, il col de l’Izoard, con la sua temibilissima “Casse Deserte”, una pietraia assolata a 2300 m, è il terzo valico da affrontare, dopo colle della Maddalena e col du Var, e prima di Monginevro e Sestriere. Fausto Coppi conquistò tappa e Maglia Rosa volando in solitaria per 192 km e rifilando al secondo arrivato, un certo Gino Bartali, la bellezza di 11 minuti e 52 secondi.
14 – Saint – Malo
4 luglio 1949: alla 5° tappa del Tour, la Rouen-St.Malo, Coppi subisce una terribile crisi, innescata da un incidente meccanico ed esasperata poi da una debacle psicologica. Al termine della tappa il suo ritardo in classifica generale è di oltre 35’. Vorrebbe ritirarsi ma il commissario tecnico Alfredo Binda lo convince ad aspettare a farlo almeno fino a dopo la cronometro di Les Sables d’Olonne – La Rochelle, di 92 km. Binda ha ragione: in quella tappa Coppi si prende la rivincita e, dopo averla vinta a mani basse, comincia la sua rincorsa in classifica generale che lo vedrà, venti giorni dopo, il 24 luglio, trionfare sui Champs Elysées a Parigi.
15 – Dolomiti
Sono state lo scenario naturale di molti attacchi vincenti nei Giri d’Italia conquistati dal Campionissimo: fatta eccezione per quello del 1940, costruito prevalentamente con la fuga sull’Abetone, nella tappa Firenze-Modena (e consolidato poi sui passi dolomitici grazie all’affiancamento incoraggiante del capitano Bartali, trasformato per l’occasione in motivatore e gregario di lusso del giovane esordiente), gli scollinamenti in fuga su Pordoi, Falzarego, Sella, Gardena, Rolle hanno edificato la leggenda del Grande Airone.
16 – Roubaix
Il 9 aprile 1950, la 48° edizione della Parigi-Roubaix è vinta da Fausto Coppi. Nell’Inferno del Nord, tra polvere e pavé, il Campionissimo guida la sua Bianchi come se veleggiasse su onde di porfido. Sfiorerà il successo della classica del Nord nel 1952, quando giunge alle spalle di uno specialista, come Rik Van Steenbergen (già vincitore nel 1948 e per altre due volte sul podio), e nel 1955, secondo dietro a Jean Forestier. L’anno prima, nel 1949, a sorpresa, e dopo un dibattutissimo verdetto che assegnò la vittoria a pari merito col francese André Mahé, la Parigi-Roubaix venne vinta dal fratello di Fausto, Serse, all’unica sua grande vittoria internazionale.
17 – Scale di Primolano (Vicenza)
Il 2 giugno 1950, nel corso della Vicenza-Bolzano, nell’ascesa alle Scale di Primolano, Coppi viene urtato da un altro corridore e cade rovinosamente fratturandosi il bacino. È la prima di una serie di infortuni che costelleranno la sua carriera nel corso degli anni Cinquanta. L’incidente lo obbliga a saltare tutta la stagione agonistica.
18- Motovelodromo Torino
Il 29 giugno 1951, a Torino, a pochi chilometri dall’arrivo del Giro del Piemonte che si conclude al Motovelodromo, Serse Coppi, fratello e gregario alla Bianchi di Fausto, cade e batte la testa. Si rialza e arriva al traguardo, ma poche ore dopo muore a causa di una grave emorragia cerebrale. Fausto è distrutto e avrebbe voglia di abbandonare il ciclismo. Deciderà di continuare, ma il lutto per la morte dell’amatissimo fratello lo segnerà per il resto dei suoi giorni.
19 – Alpe d’Huez
Il 4 luglio 1952, la 10a tappa del Tour, Coppi conquista la Maglia Gialla vincendo per distacco la tappa che da Losanna porta all’Alpe d’Huez. Porterà fino a Parigi il simbolo del primato e conquisterà il suo secondo Tour.
20 – Passo dello Stelvio
1° giugno 1953, la penultima tappa del Giro, prevede l’ascesa di un “mostro” mai affrontato prima. I 48 tornanti del passo dello Stelvio, partendo dalla val Venosta, nella tappa Bolzano – Bormio. Coppi, che il giorno prima non è riuscito a staccare la Maglia Rosa Hugo Koblet, pare rassegnato a doversi accontentare del secondo posto. Ma lungo i 48 micidiali tornanti del passo che portano al 2757 m del passo, accade il prodigio. Coppi attacca e s’invola solitario, staccando in salita lo svizzero Koblet che non sa reagire alla fuga; e poi gettandosi a “tomba” aperta su Bormio, dove conquisterà tappa e Maglia Rosa.
21- Salita della Crespera, Lugano
I Mondiali di ciclismo del 1953 si svolsero in Svizzera, a Lugano. Il circuito presentava l’asperità della Crespera, dove Coppi, desideroso di completare il suo palmarès di campione con il successo iridato, unico trionfo mancante, aveva programmato di staccare gli avversari. Ultimo a resistergli fu il belga Germain Derijcke, che si staccò solo nel corso dell’ultimo giro.
22 – Varano Borghi (Varese)
A Varano Borghi, paese affacciato sul lago di Comabbio, in provincia di Varese, abitava col marito, il medico Enrico Locatelli, grande tifoso di Coppi, la fascinosa Giulia Occhini. Coppi, dopo qualche anno di frequentazione e conoscenza, se ne innamorò perdutamente nel 1953. I due, accusati entrambi di abbandono del tetto coniugale – entrambi avevano famiglia e figli – divennero i protagonisti di un turbinoso romanzo popolare su rotocalchi e giornali. Subirono un processo e vennero condannati. Soltanto dal 1955, dopo la nascita del loro figlio Faustino, poterono convivere, seppure sempre additati a scandalo dall’Italia bigotta e perbenista dell’epoca.
23 – Passo della Bocchetta
Il passo della Bocchetta, coi suoi 772 metri, è da sempre uno dei punti decisivi del Giro dell’Appennino. Lo fu anche il 18 settembre 1955 quando a scollinare primo in quell’edizione dell’impegnativa corsa ligure fu Fausto Coppi, che da lì s’involò fino al traguardo dove vinse con oltre 2’ su Ezio Monti e quasi 4 e mezzo su Aldo Moser. Quella fu l’ultima vittoria per distacco del Campionissimo.
24 – Ouadadougou, Burkina Faso (ex Alto Volta)
Nel dicembre del 1959 Coppi viene invitato dall’amico e collega francese Raphaël Geminiani a partecipare a una kermesse di alcuni giorni in Alto Volta. Avranno anche l’occasione di partecipare a una caccia grossa nella savana. Coppi accetta e, tornato a prima di Natale a casa, inizia a sentirsi male, spossato e febbricitante.
25 – Tortona
All’alba del 2 gennaio 1960, muore all’ospedale di Tortona, vittima del Plasmodium Falciparum, il protozoo parassita responsabile di una forma di malaria letale per l’uomo. Coppi aveva contratto l’infezione durante il suo soggiorno in Alto Volta di poche settimane prima. Al suo ritorno i primi sintomi della malattia (spossatezza e febbri altalenanti) vennero inspiegabilmente trascurati dai medici, fino al ricovero in fin di vita il giorno di Capodanno.
MOSTRA COPPI A PESARO
Una delle copie della celebre testa di Coppi di cui abbiamo parlato nel box riguardante il Ghisallo sarà in mostra a Pesaro, presso la sala Laurana della Prefettura, dal 7 al 15 settembre all’interno di una rassegna organizzata da Italian Legend Bycicles e dal Comune di Pesaro.
Testo: Gino Cervi Archivio fotografico: Carlo Defino