Il primo esperimento di vaste proporzioni relativo a un corpo di volontari ciclisti viene effettuato nel 1904 in Lombardia in collaborazione con i reparti di Bersaglieri Ciclisti.
L’esercitazione, che aveva come scopo la difesa della sponda occidentale del Lago di Garda, segnava il primo tentativo di un addestramento militare e fece da traino per la nascita di diversi reparti di ciclisti volontari in svariate città italiane.
Il riconoscimento ufficiale avvenne nel febbraio del 1905. I componenti di ogni gruppo, muniti della propria bicicletta e dotati di armamento concesso dalle società di tiro a segno, avevano come segno di riconoscimento un bracciale tricolore con stampata la sigla V.C.A. (Volontari Ciclisti Automobilisti).
Sempre a partire dal 1905 la preparazione e l’addestramento dei V.C.A. si fanno man mano più intensi, finché, con legge del 16 febbraio del 1908, viene istituito il Corpo Nazionale di Volontari Ciclisti Automobilisti, il cui statuto viene approvato dal Ministero della Guerra. Ai V.C.A. viene così consegnata l’uniforme di panno grigio-verde corredata da un copricapo a forma tondeggiante con visiera in cuoio. L’armamento è costituito da una rivoltella per quanto concerne gli ufficiali, mentre i graduati dispongono di un moschetto con relativa baionetta. Il limite minimo di età per poter accedere al corpo è di 16 anni.
Si arriva così al febbraio del 1915, quando il ministro Zuppelli sottoscrive l’istruzione per l’impiego in guerra delle milizie volontarie, con particolare riferimento ai V.C.A. Nel maggio del 1915 l’Italia entra in guerra e sono i futuristi a riconoscere per primi le motivazioni del conflitto. I primi ad arruolarsi volontari sono Umberto Boccioni, Anselmo Bucci, il giovane architetto Antonio Sant’Elia e lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, seguiti da altri appartenenti al gruppo futurista, il movimento letterario artistico basato sul culto della modernità e della tecnica.
Nel luglio del 1915, dopo un periodo di addestramento a Gallarate, il Battaglione Lombardo dei V.C.A., composto da 22 ufficiali, 2 medici, 500 biciclette, 20 moto e 4 camion, attraversa le vie di Milano per raggiungere la zona di guerra sulla sponda orientale del Lago di Garda, nelle retrovie del fronte trentino. Con il Battaglione Lombardo i futuristi partecipano alla battaglia di Dosso Casina, che il 24 ottobre 1915 porta alla conquista di un’importante posizione nei pressi del Monte Altissimo.
Malgrado il successo delle operazioni sul fronte, il 7 dicembre dello stesso anno il Comando Supremo dispone lo scioglimento di tutte le milizie volontarie. Non è questo il contesto in cui prendere in esame i motivi di tale provvedimento, ma rimane comunque da tenere nella massima considerazione la lodevole prova fornita dai volontari, tanto più che le condizioni del teatro delle operazioni non corrispondevano alle caratteristiche della loro preparazione.
Così scriveva Anselmo Bucci: «Questo battaglione romantico fu bello come la parola gioventù. Come la gioventù amata dagli dei ebbe breve vita. Noi tutti, continuata e vinta la guerra in altre armi, prolungata e consumata la vita in altre battaglie, pensiamo al battaglione come a un primo amore, che per alcuni di noi fu il primo e ultimo amore».