Il Corpo dei Bersaglieri era stato concepito e voluto dal Gen. Alessandro Ferrero della Marmora nel 1936 come una formazione di soldati agili e veloci negli spostamenti con funzioni esplorative ed esecuzione di azioni di ardimento, pronti a colpire rapidamente sul campo di battaglia.
Logico che una innovazione tecnologica come la bicicletta che poteva movimentarli a una velocità di 15-20 km/h (non di molto inferiore a quella degli automezzi dell’epoca) venisse presa in considerazione come strumento capace di potenziare ed esaltare le capacità tattiche di combattimento.
In un primo momento detta innovazione tecnologica, prima di essere adottata, dovette superare molte perplessità dato che la bicicletta a quei tempi veniva considerata come un mezzo di trasporto poco dignitoso e disdicevole per esempio per le donne, i sacerdoti e… gli ufficiali. Tuttavia il Gen. Carlo Ferraris, Comandante della Scuola Centrale di Tiro di Parma, entusiasta del progetto del Ten. Luigi Camillo Natali, lo incaricò di formare una Prima Compagnia sperimentale di Bersaglieri Ciclisti (15 Marzo 1898) con ottimi risultati, tanto che nel 1905 esisteva già una compagnia in ogni reggimento, nel 1910 un battaglione ogni reggimento e infine nel 1924 tutti i 12 Reggimenti furono costituiti da bersaglieri ciclisti.
Gli allievi ciclisti vennero scelti fra i migliori delle altre Compagnie e sottoposti a dei durissimi allenamenti che prevedevano la percorrenza di 100-120 km giornalieri, su terreno misto, da compiersi in 7-8 ore alla velocità di 15 Km/h. Un esercizio particolare era quello in “ordine chiuso” che prevedeva la salita di corsa, impugnando il manubrio e inforcando al volo la sella dopo aver slanciato la gamba destra all’indietro (la famosa salita in sella “alla bersagliera”).
LA GARA DI APPALTO
Le prime biciclette usate furono biciclette commerciali adattate più o meno appropriatamente a uso militare, prodotte da Turri e Porro, Carraro (Fig. 1), Rossi Nelli, Costa e Bianchi, ma nel 1911 venne avvertita la necessità di uniformare e omogeneizzare la fornitura delle bici delegandola a una sola casa produttrice, quella in grado di costruire un modello unico progettato per specificatamente per impiego militare ascon caratteristiche particolari di robustezza, affidabilità, semplicità d’uso e di manutenzione
Il capitolato della gara di appalto in particolare prevedeva che le bici fossero:
1) Pieghevoli e trasportabili come uno zaino con appositi spallacci di cuoio.
2) Con trasmissione a catena, ruota fissa e un solo freno anteriore a bacchetta e interno al tubo sterzo in modo da non impigliarsi in carichi eventualmente trasportati davanti (zaini etc.)
3) Con ruote piccole (24 x 1 1/3) e agili di 60 cm di diametro, con gomme piene imperforabili e per questo con telaio pluriammortizzato (due ammortizzatori anteriori sui gambi della forcella, uno posteriore telescopico sul forcellone sottosella e uno a livello del movimento centrale
4) Con meccanica esemplificata al massimo per consentire riparazioni anche a chi non fosse molto esperto
5) Con telaio smontabile in più parti (3) in modo da poter sostituire solo la parte danneggiata e utilizzare il resto
In pratica si voleva concepire la nonna della Graziella Carnielli e delle Mountain Bike!
Dopo un test molto duro eseguito su 3000 km in percorso misto, l’appalto venne vinto dalla Bianchi che prevalse su altre 10 case costruttrici (ridotte a quattro prima del test) e che nel 1912 produsse le prime 6000 biciclette per i 12 Battaglioni di Bersaglieri Ciclisti e 1116 per la Cavalleria, elaborando un modello disponibile in due versioni.
MOD. 1912
Il Mod. di Truppa (Fig. 2/a e 2bis) il cui telaio pesava 14 Kg. raggiungeva “affardellata” cioè con armi, munizioni, accessori vari e oggetti e materiali d’uso, il peso di 27-28 Kg.
Le dotazioni (Fig. 3) erano costituite da:
a) Fucile alloggiato su lato sin. di tipo Moschetto Carcano 91 TS (Truppe Speciali).
b) Borsa triangolare centrale mediana ancorata al tubo orizzontale.
c) Porta-mantellina posteriore con funzione anche di parafango.
d) Fanale ant.re inizialmente a olio, poi a carburo, in dotazione al graduato capofila.
e) Altro come: gavetta, borraccia, sacco mantellina, borsa tattica al manubrio, munizioni, telo tenda, chiave multifunzione, attrezzi da zappatore (ascia, vanghino, tagliafili), ecc.
Il Mod.Ufficiali (Fig. 2/b) si distingueva per :
a) Portasciabola sul manubrio e sciabola al posto del fucile (l’ufficiale come arma individuale era dotato di pistola).
b) Ruota libera con conseguente aggiunta di freno posteriore a filo (a fascetta di tipo Bowden).
c) Gomme pneumatiche.
d) Ruota anteriore con mozzo filettato per pignone fisso intercambiabile con la posteriore.
e) Fanale, oliatore, campanello, borsetta attrezzi sottosella.
La produzione proseguì poi negli anni successivi presentando altri modelli che potete trovare di seguito.
Mod. 1914 e 1924
(Figura n. 4)
Erano due modelli molto simili fra loro, per trasporto Mitragliatrice Mod. Fiat Revelli 14 e 35.
Presentavano:
a) Tubo orizzontale incurvato in basso per alloggio arma.
b) Supporto sella che si apre centralmente ad anello per alloggiare canna.
c) Cerchi e raggi rinforzati, radiali.
d) Freno anche post.re.
e) Forcellone post.re più corto e rubusto.
N.B:. Per il trasporto di una unità mitragliatrice occorrevano tre biciclette, una per l’arma e i manicotto di raffreddamento, una per il treppiede e una per il bidone a pompa per l’acqua. Esistevano anche bici da truppa standard per il trasporto di fucile mitragliatore, cassetta munizioni e canne di ricambio.
Mod. 1916 e Mod. 1923
(Fig.n.2/c-d)
Mod.Truppa pieghevole: presentava come unica differenza rispetto al Mod. 1912,l’ammortizzatore centrale non più con molleggio su un perno coassiale alla scatola del movimento centrale, ma con lamina a balestra fra scatola m.c. e carro basso post.re.
Mod.Truppa non pieghevole: (Fig.n. 2c): si aggiungeva al precedente. Da questo modello deriverà il Mod. C Militare (Fig.n.5/a) dotato anche di parafanghi che verrà usato essenzialmente per usi di caserma ed anche da altre Unità Militari (Es. Carabinieri). Verrà anche venduto dalla Bianchi a civili nella versione con vernice nera e congiunzioni e guarnitura cromati, con agevolazioni di pagamento per Ufficiali. Da questo fatto nascerà l’erronea credenza che le biciclette militari non pieghevoli erano un modello per Ufficiali.
Mod. Ufficiali (Fig.n.2/d): oltre agli accessori ed alle diversità già presenti nel Mod.1912 per truppa, era dotato di parafanghi (senza porta mantellina) e del Cambio Moltiplica cioè un giro ruota con un pignone da 18 ed uno da 23 denti, di due sganci rapidi a maniglia al posto dei dadi e forcellino post.re aperto in avanti e con tendicatena (invece che aperto indietro come il Mod.1912).
Mod. 1925
(Fig.n.5b e Fig. 2 bis)
Rispetto ai precedenti presenta differenze (Fig.n.6):
a) Congiunzioni alleggerite, con apertura a coda di rondine.
b) Differente disegno del tubo sterzo
c) Freno anteriore a 2 ganasce (non più a 4) con leva freno ant.re dietro e non davanti al manubrio che spinge in basso il perno del freno invece che tirarlo in altro.
d) Sganci rapidi ruota post.re a “volantino”con forcellini post.ri aperti in avanti.
e) Giro ruota anche per truppa.
f) Teste dei perni degli snodi pieghevoli rivolte verso l’alto e non fra di loro.
g) Attacchi del porta mantellina imbullonati e non attaccati alla forcella con fascetta.

Mod.1925-34
(Fig.n.5c e Fig.n.2 bis)
Differenze con i precedenti (Fig.n.6):
a) Non giro ruota ma due pignoni appaiati dalla parte dx.
b) Mozzi più grossi e massicci con ruote posteriori e anteriori intercambiabili.
c) Mezzi parafanghi (anche per Truppa) intercambiabili ant.ri e post.ri.
d) Forcellini posteriori non aperti ma con finestrella su cui scorre il mozzo.
e) Sganci rapidi a leva.
f) Attacchi del posta mantellina fissati non a metà forcella ma più in basso.
g) Guarnitura non più a 4 cerchi sovrapposti, ma a tre fissata al perno del movimento centrale non con chiavelle, ma con dado.
h) Leva freno ant.re che finisce con un pallino e non a spatola.
i) Supporto porta mantellina a U rovesciato e non ad S rovesciata (Fig.n.3).

Mod.1934
(Fig.n.5/d e 2bis)
Eseguito su progetto Legnano rielaborato e prodotto dalle Officine O.A.R.E. (Officina Auto Riparazioni Esercito) in numero non elevato, presenta caratteristiche costruttive molto simili ai modelli precedenti con differenze più che altro formali se si eccettua il mollone disposto anteriormente fra il tubo sterzo e la testa della forcella. Difficile dire se questo modello, piuttosto raro a trovarsi, sia stato veramente operativo oppure se sia rimasto inutilizzato in qualche magazzino.
Le biciclette per Bersaglieri saranno prodotte fino a circa il 1942, ma verranno gradualmente sostituite negli ultimi anni da motocicli Guzzi e parte delle truppe, autotrasportata. F
Si ringraziano per la preziosa, competente e fattiva collaborazione i sigg.ri: Massimo Filannino, Sergio Benesso, Paolo Caserta, Roberto Gonnelli, Fabio Lorenzoni, Paolo Bassi, Alessandro Betti ed Emanuele Moretti.