Uno degli aspetti più sorprendenti, quando si visita una collezione privata di biciclette d’epoca, è constatare come, agli albori della storia del velocipede, tutto o quasi tutto sia già stato inventa, magari dimenticato e poi reinventato ai giorni nostri.
Questo vale per tantissimi aspetti e la scomparsa di diverse soluzioni tecnologiche avveniristiche è dovuta al fatto che, nel tempo, le biciclette furono sostituite dall’auto come veicolo privato principe, facendo diventare troppo costose certe soluzioni, soprattutto se applicate a biciclette da passeggio. Dagli Anni ’50 del Novecento in avanti, insomma, la tecnologia si è concentrata soprattutto sui modelli da corsa ma prima c’era un mondo davvero incredibile, di cui vediamo in queste pagine un esemplare eccezionale.
Parliamo, infatti, di una Peugeot A Route del 1907, assemblata in uno dei tanti stabilmenti dell’azienda francese (quello di Valentigney) dotata addirittura di cambio automatico nel mozzo, una soluzione che ancora oggi è considerata avveniristica (e costosa), figuriamoci allora. Questa bici, un conservato molto bello e davvero ricco di spunti, appartiene al collezionista francese Camille Cassou, che accogliamo molto volentieri come primo appassionato straniero a fare la sua comparsa sulle nostre pagine e ringraziamo per la disponibilità.
È una bicicletta davvero molto interessante, perfetta testimone della sua epoca, dotata di un telaio in acciaio che riprende gli stilemi della casa francese, di pedali originali Peugeot a centro intero, di un freno sempre Peugeot a schiacciare, con portapattino dedicato, basato su cinque fulcri (due coppie esterne più uno centrale) cui è stato applicato, probabilmente come modifica al sistema originale, un cavo anziché una bacchetta, dato che il manubrio – sempre Peugeot – è senz’altro successivo al telaio. Emergono tracce evidenti della nichelatura originale.
CAMBIA DA SOLA
Ma il grande protagonista, come accennato, è il cambio automatico, basato su un brevetto semplice ma efficace depositato nel 1905 dal francese Luois Badois e utilizzato in esclusiva da Peugeot, dalle informazioni che abbiamo raccolto. Una soluzione rara mai vista così dettagliatamente in precedenza. Il sistema si basa sue coppie corona – pignone, una per le velocità più basse (con la corona più piccola) e una per andare più veloce (con la corona più grande). A differenza della maggior parte dei cambi, in questo caso non è la catena a spostarsi da un rapporto all’altro ma è il congegno inserito nel mozzo posteriore ad attivare l’una o l’altra coppia d’ingranaggi.
Il “cambio”, infatti, è collegato attraverso una staffa a una “massa regolatrice” inserita in un pistone sul bordo del cerchio e tenuta in sede da una molla. Mano a mano che la velocità aumenta, la forza centrifuga spinge la massa verso l’esterno, tirandosi dietro la staffa che, spostandosi, attiva il sistema corona – pignone più interno, quello per andare più veloci. Questo cambio avviene in automatico quando la velocità supera i 13 km/h. Quando si scende sotto a questo valore, la molla spinge indietro la massa regolatrice, facendo scattare il cambio sul rapporto più leggero.
Ecco quindi che la bicicletta cambia da sola, permettendo al conducente una pedalata più appropriata a seconda delle situazioni. Un sistema davvero molto ingegnoso, soprattutto se si pensa al fatto che sia stato ideato oltre un secolo fa, superato oggi da soluzioni tecniche più efficaci ma senz’altro di grandissimo fascino.
Collezione e foto: Camille Cassou Lcamille.cassou Ecassou.camille@gmail.com Consulenza tecnica: Carlo Azzini
Scheda tecnica
Marca: Peugeot
Modello: A Route
Anno: 1907
Telaio: Peugeot in acciaio
Cambio: automatico a due rapporti brevetto L. Badois 1905
Guarnitura: doppia invertita Peugeot
Pignoni: Peugeot, uguali tra loro
Mozzi: marchiati Peugeot
Freni: Peugeot a 5 fulcri
Pedali: a centro intero Peugeot