Quella che vedete in queste pagine è una biciclette fortemente inseguita dai fan – ancora oggi numerosissimi – di Marco Pantani: una bici artigianale Dosi che il Pirata (anche se quel soprannome era ancora là da venire) utilizzò nel 1991, nella sua seconda stagione tra i dilettanti, e che mostra particolari significativi che la identificano con precisione che abbiamo ricostruito in questo articolo. Come ogni storia che si rispetti e meriti di essere raccontata, comunque, dobbiamo partire dall’inizio e tornare nei mitici Anni ’90. I protagonisti sono persone vere, sanguigne, che amano la propria terra e che hanno sempre creduto nello sport, a partire dallo sponsor.
L’azienda vinicola Giacobazzi, fondata nel 1958 a Nonantola (MO) e produttrice di lambrusco e di altre tipologie di vino, ha sempre collaborato e sponsorizzato varie discipline del mondo sportivo. Rimane famosa la telefonata fatta, alla fine del ’77, da Enzo Ferrari al sig. Antonio Giacobazzi, nella quale si chiedeva di sponsorizzare uno sconosciuto pilota canadese che si chiamava Gilles Villeneuve. Tra la famiglia Villeneuve e Giacobazzi nacque poi una sincera amicizia. Ma non fu l’unica collaborazione di rilievo. Nel motociclismo, Walter Villa portò il nome Giacobazzi in giro per i circuiti mondiali, vincendo quattro volte il campionato del mondo tra il 1974 e il 1976. Nella pallavolo, l’azienda modenese si spese in accoppiata al marchio storico Panini. Fu nel calcio con partecipazioni nel Modena F.C. e nel pugilato con Dante Canè. Infine, proprio nel ciclismo, altro fiore all’occhiello fu la medaglia d’oro olimpica di Claudio Vandelli nella cronosquadre a Los Angeles 1984. In questo contesto di prestigio si inserisce anche uno dei progetti ricordati con più ampio piacere, ovvero il supporto a Marco Pantani.
IL GIOVANE MARCO
Da Allievo, il DS era stato Savini ma da dilettante fu seguito Giuseppe Roncucci, detto Pino, che sarà per Marco tra i personaggi importanti della vita a livello ciclistico. Nonostante la giovane età, Pantani prese il ciclismo in maniera molto seria, professionale, allenandosi duramente anche d’inverno. Cambiarono gli avversari e i percorsi ma non cambiarono le sue sensazioni in salita. Quando di parlava di squadre, Marco cercava sempre il team migliore e la G.S. Lambrusco Giacobazzi, in quegli anni, era il team di riferimento in Italia per i dilettanti. Quando Pino andò a Cesenatico a parlare con il giovane juniores Marco Pantani gli chiese perché volesse venire alla Giacobazzi. La risposta fu perentoria: «perché la squadra è forte e io voglio vincere il Giro d’ Italia». «Ma come?», disse Pino, «Vuoi vincere il Giro d’Italia appena passato nei dilettanti?». «Io voglio vincere il Giro», ribadì Pantani, per il quale non esistevano già allora mezze misure. Corse con la maglia del G.S. Giacobazzi dal 1990 al 1992, raccogliendo in tre anni, e in bella successione un terzo, un secondo e un primo posto al Giro d’Italia Dilettanti – mantenendo quindi la promessa – e diventando professionista dal 3 agosto ’92, a stagione non ancora terminata.
Finì il Giro Dilettante 1990 al terzo posto dopo avere avuto la solita dose di sfortuna: il podio era un ottimo risultato ma non rispecchiava le ambizioni del giovane campione. Chiese a Roncucci di poter disporre, per la stagione 1991, di una squadra dedicata a lui ma in quegli anni il giro d’Italia Dilettanti era corso dalle selezioni regionali e non dalla squadra di appartenenza. Il selezionatore era Orlando Maini, che cercò di metterlo nelle giuste condizioni, ma nella tappa di Senigallia – tutta in pianura – la squadra si fece sorprendere accumulando un ritardo di 4 minuti e addio vittoria finale. La stagione 1991 fu comunque importantissima, in quanto elevò Marco al rango di corridore di assoluto valore. Non solo arrivò secondo al Giro D’Italia Dilettanti, alle spalle di Francesco Casagrande, e si guadagnò anche la prima maglia azzurra ma ella cronoscalata della Futa, addirittura, finì secondo assoluto facendo tremare l’iridato Gianni Bugno, che in quegli anni era tra i più forti corridori del mondo.
Singolare fu l’incontro tra il giovanissimo Pantani e Davide Boifava, DS Carrera – Vagabond (poi Carrera – Tassoni), a fine 1991. La Carrera era tra le squadre più forti del mondo, in quel momento. Con Chiappucci, Bontempi, Sciandri e tanti altri era competitiva su diversi fronti e raccoglieva numerose vittorie. Pantani chiuse un buon accordo e quando gli chiesero cosa ne pensasse del contratto rispose: «sono soddisfatto, ma non ci sono i premi se vinco il Giro d’italia, il Tour o le tappe?». Lo guardarono allibiti, perché sembrava impossibile che un giovane appena arrivato ponesse quelle questioni. Allora Boifava mandò la segretaria a prendere un foglio bianco e butto giù una serie di premi se avesse conseguito quelle vittorie. Alla fine, quando si salutarono, gli disse: «Marco hai fatto un affare». Lui rispose: «L’affare l’ha fatto lei perché io vengo per vincere». Questo era Marco Pantani, carattere, caparbietà da vendere. Per lui la bicicletta era tutto.
UN TUFFO NEI RICORDI
Parlando con Giuseppe Roncucci ci si rende conto dell’amore immenso che nutriva per Marco, quasi come un secondo padre. La stanza nella quale ci accoglie è ricca di ricordi. Pino ha una memoria di ferro si ricorda tutto ogni minimo particolare. Ci sono molti scaffali nei quali sono raccolte per annate tutte le imprese del Pirata. Ha conservato i percorsi delle tappe, tantissime fotografie, cartoline, tutto sistemato con ordine. Pino ci racconta diversi aneddoti sulla storia del giovane Pirata, come quando nel ’91 incontrò per la prima volta Lance Amstrong alla Settimana Bergamasca, in cui si affrontavano le selezioni di varie nazioni, o di quando la Giacobazzi, dopo la vittoria nel 1992 di Marco nel Giro d’Italia Dilettanti, chiuse i battenti in quanto a detta del presidente non c’era più nulla da vincere. La protagonista, però, è la bicicletta utilizzata dal Panta nella stagione 1991. Pino racconta che durante una gara molto impegnativa a Meldola (FC), verso fine agosto, nella quale era in testa al penultimo giro si ruppe il telaio e lui in tutta fretta aveva dovuto recuperare la bicicletta di un altro ciclista del Team Giacobazzi, che si era ritirato, ma che era troppo piccola. Pantani vinse, nonostante l’inconveniente, con un distacco di circa 1’30” sul secondo classificato.
Questa vittoria ebbe un sapore particolare, sia perché avvenne in maniera rocambolesca, sia perché dimostrò che non era forte solo nelle gare a tappe ma anche quelle di un giorno. Per riuscire in questa impresa Pino aveva mandato in ritiro tutta la squadra i primi di agosto a Pieve Pelago. Sapeva come prendere Marco, senza imporgli nulla ma condividendo con lui gare e strategie, e lui puntualmente lo ripagava. Mentre le altre squadre erano composte da circa 20/25 ciclisti, la Giacobazzi ne aveva 8/10 e normalmente arrivavano nel team senza avere ottenuto molte vittorie ma così facendo si formava un gruppo compatto che aveva un leader, Marco Pantani.
Nel biennio ’90/’91 le biciclette del team Giacobazzi, composto da dieci dilettanti di I° categoria, erano fornite dall’azienda Cicli Dosi Walter di Imola. Il sig. Walter Dosi, ex-ciclista classe 1954, corridore nella categoria dilettanti fino al 1975, era stato meccanico e saldatore per diversi team. Dopo essersi messo in mostra nella prima stagione tra i dilettanti, Walter capì le potenzialità di quel giovane ciclista che lo andava a trovare settimanalmente presso la sua bottega per farsi sistemare e alleggerire la bici. Nella stagione ’91 realizzò una bicicletta su misura per lui, in un unico esemplare di colore bianco perlato con particolari rosa sulla forcella anteriore e sulla serie sterzo, leggerissima e innovativa per l’epoca. Quando Pantani a Meldola ruppe il tubo orizzontale, che era forato in due punti per consentire il passaggio cavo freno posteriore, venne sostituito posizionando il passaggio cavo freno all’esterno del telaio, esattamente come si presenta adesso. Riverniciarono la bici in livrea rosa come la bici cronometro Dosi, fatta sempre per Marco. Nel negozio Dosi ancora oggi è presente una gigantografia di questa bicicletta. Walter sul retro della foto che lo ritrae con essa ha scritto una dedica speciale: «Una bici unica realizzata del 1991 per un campione unico: Marco Pantani». Pino ricorda Walter come una persona precisa e perfezionista, e non è cambiato di una virgola.
Nel ’92, pur rimanendo alla Giacobazzi ma avendo già firmato il contratto con il nuovo team, Pantani utilizzerà una bici Carrera. Per questo, alla fine della stagione ’91, come era consuetudine fare in quegli anni, la bicicletta di Marco venne venduta al signor Adriano di Imola che inizialmente la utilizzò per sé stesso, dato che aveva le stesse misure di Marco, per poi custodirla gelosamente fino al 2020, quando è entrata a far parte della collezione di Sergio e Mattia Biunno.
Walter Dosi, persona splendida che ancora oggi collabora con i team giovanili, come la ciclistica Fabbi Santerno di Imola, dove tanti giovani ciclisti sognano di diventare dei Campioni, ricorda perfettamente la storia della bici e del perché fosse stata completamente riverniciata di colore rosa. Ha conservato la scheda riguardante le geometrie e il numero di telaio. Questo conferma, senza ombra di dubbi, che si tratta della bici di Marco Pantani, realizzata in un unico esemplare, che consentì al giovane campione di mettersi in mostra, di ricevere la prima convocazione in Nazionale e di firmare il primo contratto importante della sua brillante carriera. Il resto è storia.
A cura di: Sergio Biunno e Mario Cionfoli Collezione: Sergio e Mattia Biunno
Scheda tecnica
Marca: Dosi
Modello: Marco Pantani
Anno: 1991
Telaio: in acciaio con tubi Columbus EL detti “leggerino”
Saldatura: tipo TIG.
Misure: orizzontale centro/centro cm 53,5; verticale centro/centro cm 52,5
Forcellini: Columbus
Gruppo: Shimano Dura-Ace 7400 1990
Cambio: indicizzato 8×2
Sella: Flite Selle Italia
vittorie 1991
Queste le vittorie ottenute da Marco Pantani da dilettante, nel 1991, in sella alla Dosi che vedete in queste pagine:
- Classifica GPM al Giro del Friuli Venezia Giulia
- Giro D’Italia Baby – Agordo (BL)
- Cronoscalata Ghiare – Fonti San Moderanno (PR)
- G.P. Città di Meldola (FC)
- Cronoscalata della Futa – Memorial Nencini
- Piccolo Giro dell’Emilia – Bologna
- Giglio d’Oro Challenge Giovani – Pontenuovo di Calenzano (FI)