È il 10 giugno 1949, si corre la Cuneo-Pinerolo.
La tappa più difficile mai proposta in un Giro d’Italia fino a quel momento. Cinque colli in 254 km, con sconfinamento sulle mitiche salite alpine del Tour, Vars e Izoard. A quel punto del 32° Giro d’Italia, Fausto Coppi ha 43” di ritardo dalla Maglia Rosa Leoni, non proprio uno scalatore, capitano della Legnano, una squadra però molto forte. Gino Bartali è a 10’11” ma su quelle montagne, al Tour dell’anno precedente, ha fatto la storia. Tutto, teoricamente, può ancora accadere.
Nella Bianchi si spera molto in un’impresa di Fausto che scherzando, ma non troppo, consiglia ai suoi gregari di dotarsi di “pane, salame e lanternino”, come a dire che si sarebbe andati incontro ad una giornata dura in una tappa lunghissima: 10 ore di corsa. Alla partenza tempo incerto, freddo e qualche spruzzata di pioggia. Già sul Colle della Maddalena, in risposta ad uno scatto del toscano Volpi, Fausto contrattacca e Bartali sorpreso e, appiedato da una inopportuna foratura, tenta di reagire ma non sembra aver “carburato”. In vetta cede 2’40” ma è ancora accompagnato da Volpi, mentre Leoni scortato da un manipolo di scalatori e gregari transita a 4 minuti. Nel frattempo fortunatamente il tempo migliora.
DISTACCHI INFINITI
Sul Vars il vantaggio raddoppia e a Guillestre si fa il punto: Bartali a 4’, Volpi a 5’, a 6’15” Jomaux, Astrua e Pasquini. Tutti gli altri quasi a 10 minuti. Al culmine dell’Izoard Bartali passa a 7 minuti. È un testa a testa esaltante ma per Gino non c’è speranza, continua a perdere terreno inesorabilmente. Tra forature e cadute la cavalcata prosegue sul Monginevro dove i distacchi dei “normali” si misurano ormai anche con la “sveglia del nonno”. Nella discesa su Cesana Coppi, prontamente assistito dall’ammiraglia di Zambrini sostituisce il quinto palmer; ma anche Bartali ha i suoi sfortunati problemi. Il Sestriere e la lunga discesa su Pinerolo definiscono e assestano i distacchi e, dopo 190 km di fuga solitaria, Coppi arriva al traguardo con quasi 12’ su Bartali mentre il terzo, Alfredo Martini, giunge a 19’ insieme a Cottur, Bresci e Astrua.
La Cuneo – Pinerolo viene unanimemente considerata l’impresa per eccellenza del Campionissimo, un diamante incastonato nel suo anno d’oro, il 1949, quando fu il primo nella storia del ciclismo a centrare la doppietta Giro d’Italia e Tour de France, aggiudicandosi anche la Milano – Sanremo, il Giro di Lombardia, quello di Romagna e i Campionati Italiani su strada.
BOX
ORDINE D’ARRIVO
1. Fausto COPPI 254 km in 9h15’55”
2. Gino Bartali a 11’52”
3. Alfredo Martini a 19’14”
4. G. Cottur, 5. G. Bresci, 6. G. Astrua, 7. S. Biagioni, 8. A. Leoni