Non c’è eroe nel mondo delle due ruote che non abbia avuto un soprannome.
Spesso gli scalatori sono stati associati a un uccello, perché chi va forte in salita vola. Un esempio su tutti? Fausto Coppi soprannominato “L’Airone”. Ma anche Federico Bahamontes detto “L’Aquila di Toledo”, Hugo Koblet “Il Falco biondo” o Charlie Gaul: per lui non si è pensato un volatile ma addirittura si è scomodata una creatura celeste. Il suo appellativo? “L’Angelo della montagna”. Ma agli albori della storia della bicicletta, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in molti pensavano seriamente di provare a volare letteralmente grazie a una bicicletta.
Fin dagli inizi dell’aviazione, i pionieri hanno cercato di far volare le macchine utilizzando la forza muscolare umana, per cui si è pensato subito di adattare delle ali a una bicicletta, essendo la bicicletta il veicolo che consente di ottenere il massimo dai più potenti muscoli umani, ovvero quelli delle gambe. In molti hanno progettato delle macchine tra le più bizzarre e strampalate, quasi tutti ci si sono fatti del male, qualcuno – è proprio il caso di dirlo – ci ha lasciato le penne.
In Italia fu Aldo Corazza che si cimentò in queste costruzioni. Fu lui che ideò l’aerocicloplano. Accadde quando Aldo fu invitato dal Conte Almerico Da Schio a partecipare alla mostra Internazionale di Milano del 1906. L’aerocicloplano ebbe un grande successo e Corazza ottenne la medaglia d’argento della mostra. La macchina pesava circa 50 kg e non riuscì mai a volare. Fu per questo motivo che pensò di sostituire la bicicletta con una motocicletta, ma non potendo ottenere un sussidio dal governo italiano, alla fine dell’anno trasformò radicalmente la propria macchina in un aliante leggero e abbandonò l’idea della bicicletta con le ali.
Su queste e su altre invenzioni simili potremmo scrivere un libro intero, ma è su Gabriel Poulain che ci vogliamo concentrare. Sul suo nome si è steso il velo dell’oblio, ma lo sport non può essere ingrato verso i suoi uomini più illustri. È nostro compito rievocare le gesta di uno dei più singolari ed eccellenti campioni mai vissuti. Nato nel 1884 a St. Helier, capitale di Jersey, la più grande delle Isole del Canale della Manica, fu un grande campione francese. Non era un grandissimo atleta, ma era un uomo dalle eccezionali risorse. È stato senza dubbio un grande tattico: in corsa ipnotizzava gli avversari e li disorientava con le mosse più strane, impensate e improvvise. Fu davvero un esempio di quanto possa l’intelligenza contro la forza. Le sue volate gli valsero in Francia l’appellativo di “Angelo Gabriele”. Fu un maestro per il suo connazionale Michard, venuto molti anni dopo, quando Poulain riprese la sua seconda vita ciclistica.
La sua carriera è stata straordinaria. Nel 1905 vinse il campionato di Francia di velocità (era quello il tempo in cui regnava il grande Friol). Nello stesso anno vinse ad Anversa il Campionato del Mondo, battendo il colosso danese Ellengaard e il tedesco Mayer. Fu ancora secondo nel Campionato Mondiale assoluto negli anni 1906, 1908 e 1909. Poi si ritirò dallo sport. Allora i guadagni non erano eccezionali e Poulain pensò alla famiglia e al lavoro. Aprì un garage e si occupò a tempo perso di motociclismo, di automobilismo e anche di aviazione.
IL SOGNO DEL VOLO
Studioso dei problemi di locomozione, si dedicò al volo umano. Si può dire anzi che fu un pioniere in questo campo, dimostrando la possibilità di volare con un apparecchio mosso dalla propria forza muscolare. Infatti nel 1920, a guerra finita, ideò un apparecchio del peso di 17 kg, scommettendo che con quello avrebbe volato. Occorreva, però, per lanciare l’apparecchio, una forza notevole poiché per sollevarsi da terra bisognava raggiungere almeno i 50 km orari. L’ex grande campione di velocità doveva dunque ritrovare la sua potenza, la sua agilità, il suo scatto. E ci riuscì. Con un lungo, serio e scrupoloso allenamento, l’atleta che da quasi un decennio non correva più ritrovò tutto se stesso e una volta perfettamente allineato si applicò al volo umano.
Ma facciamo un passo indietro: nel 1912 Robert Peugeot, industriale francese noto per le sue costruzioni automobilistiche e per le biciclette, offrì un premio di 10.000 franchi alla prima persona che fosse decollata da terra grazie alla sola forza muscolare e avesse coperto la distanza minima di 10 metri per un’altezza minima di 20 cm. Il volo doveva essere effettuato due volte in due direzioni opposte per compensare l’effetto del vento che soffiava durante la prova. La prova si sarebbe svolta il 2 giugno del 1912. Si iscrissero 198 candidati, ma alla fine si presentarono solamente 23 persone.
Nonostante tutti gli sforzi dei concorrenti, nessuno riuscì a lasciare il terreno. Allora Peugeot, aderendo alla richiesta della commissione, propose un nuovo premio di 1.000 franchi per un salto di lunghezza minima di un metro a un’altezza minima di 10 cm in entrambe le direzioni. Poulain vinse quel premio con la sua Aviette. Poi fu guerra in Europa, con enormi progressi nel campo dell’aviazione.
Il 9 luglio del 1921, a Bois de Boulogne (Parigi), dopo un decennio di sviluppi sulla sua creatura – l’Aviette – l’Angelo Gabriele Poulain decise di provare a vincere il premio di 10.000 franchi proposto nove anni prima da Peugeot. Sulla pista era stato steso il gesso in modo da visualizzare chiaramente le tracce delle ruote della bici e poter identificare la posizione di decollo e di atterraggio. Riuscì per ben quattro volte a sollevarsi da terra ad altezze variabili sulla distanza stabilita. Altri ci provarono, ma nessuno fu capace di staccarsi dal suolo. Poulain aveva compiuto il miracolo grazie all’intelligenza, allo scatto, al colpo di pedale. Il successo della sua Aviette fu tale che si convinse di poter riprendere la bicicletta da pista. Ed eccolo nel 1922 ancora campione di Francia assoluto e nel 1923 a Zurigo secondo nel Campionato del Mondo. Nel 1924 ancora una volta campione di Francia nonostante i vari Sargent, Dupuy, Schilles e il suo grande allievo Lucien Michard. Aveva allora 41 anni, di cui 23 di carriera! Questo è stato Gabriel Poulain, l’uomo dalle mille risorse che visse due carriere sportive e un grande sogno.