Facciamo un salto in avanti nella storia di Cicli Gerbi di quasi trent’anni e passiamo, grazie a questo esemplare del 1949, dagli Anni ’20 della bicicletta che avete visto qualche pagina fa alla fine degli Anni ’40.
Un arco che abbraccia quasi tutta la carriera del Gerbi produttore, dato che il campione di Asti partirà per la sua ultima fuga nel 1955 lasciando dietro di sé un indimenticabile ricordo delle sue imprese. Questa bicicletta è stata ritrovata alla fine degli Anni ’90 da un socio dell’associazione Brianza d’Epoca, tra gli organizzatori delle Ciclostoriche di Lombardia con la sua Colli Brianzoli e con una bella esposizione di biciclette d’epoca sia da passeggio sia da corsa che v’invitiamo a visitare – su appuntamento – nella sede di Concorezzo. La Brianza è un trait-d’union non casuale quando si parla di Gerbi, dato che a un certo punto della propria storia di imprenditore il campione piemontese decise di trasferire la sede dell’azienda da Asti, dove soffriva la concorrenza di realtà più strutturate, come Maino o Quattrocchio, nel milanese, dando così maggior spunto al proprio lavoro e trovando forse nei colli brianzoli un paesaggio che gli ricordasse casa.
Il modello da corsa in questione è stato completamente restaurato al punto da sembrare uscito ieri da un negozio. Si tratta di una bicicletta che è stata sicuramente pensata per le competizioni o comunque per raggiungere prestazioni al top per l’epoca, considerati i tanti accorgimenti per l’alleggerimento presenti, come testa della forcella, congiunzioni e diversi altri piccoli dettagli limati al massimo. Difficile dire quanto poi la riduzione di pochi grammi incidesse effettivamente sui risultati in gara ma senz’altro si tratta di un’indicatore di una vocazione corsaiola estrema. Le misure sono 52 x 54 e la componentistica è il massimo che si potesse avere alla fine degli Anni ’40, quando il concetto di “gruppo” non esisteva ancora (lo introdurrà Campagnolo anni dopo con il Record) e le biciclette erano allestite con elementi di produttori diversi.
TOP TECNOLOGICO
Il telaio, in acciaio, è dotato di forcellini posteriori dentati per cambio Campagnolo ma con supporto per cambio Simplex “Competition Tour de France” a 4 velocità, con manettino in alluminio. Il deragliatore anteriore è di tipo manuale – detto “Suicide” per sua pericolosità – con doppia corona in alluminio, sempre Simplex. Le pedivelle in ferro sono stondate e alleggerite con foro interno, così come le chiavelle di bloccaggio. I freni sono Universal Extra Brev. 453949 (primo tipo), con relative leve freno. Tipici dell’epoca sono i mozzi ruota FB in acciaio con flange in alluminio, mentre i bloccaggi sono Campagnolo. Pipa e manubrio sono in ferro e segnaliamo il dettaglio del santino di protezione del ciclista. Un’altra chicca sono i pedali Sheffield Sprint primo tipo, tutti in acciaio, completi di cinghietti Binda. Infine, la sella è in cuoio, con regolazione dell’inclinazione separata. Per farlo non è necessario agire sul bullone centrale di bloccaggio ma basta allentare i due piccoli dadi interni della slitta. Per quanto riguarda la verniciatura, è stata fatta in maniera molto fedele, tenendo in considerazione non solo il colore originale – il tipico rosso acceso di Gerbi – ma utilizzando le stesse vernici nitro che venivano impiegate sulle biciclette di allora.
Un esemplare davvero perfetto e ricco di spunti interessanti, che restituisce senz’altro la grande ricerca di performance che Gerbi dava alle proprie biciclette. Alla sua morte, l’azienda continuò a produrre biciclette ancora per trent’anni, compresi modelli da passeggio, perdendo quel formidabile mordente che solo il suo indomito fondatore poteva darle, per poi scomparire alla fine degli Anni ’80 circa come tanti altri marchi che segnarono un’epoca negli anni immediatamente successivi al Secondo Dopoguerra.
Collezione: Brianza d’Epoca Foto: Marco Battoraro
Scheda tecnica
Marca: Gerbi
Modello: Corsa
Anno: 1949
Telaio: in acciaio 52 x 54
Freni: Universal Extra Brev.453949
Mozzi: FB
Pedali: Sheffield Sprint primo tipo con cinghietti Binda
Cambio: Simplex Competition Tour de France a 4 velocità. A filo al posteriore, manuale “Suicide” all’anteriore