Dopo aver stappato il tema su BE64, torniamo ancora a occuparci delle mountain bike d’epoca, un settore che ormai desta un grande interesse tra gli appassionati. Pur facendo un salto temporale di 10 anni in avanti rispetto al modello presentato sul numero scorso – la Ritchey Team-Comp dell’85 – anche in questo caso la bicicletta che proponiamo ha il nome (quasi) di uno dei padri fondatori della MTB – anzi, forse proprio il fondatore – ovvero Joe Breeze.
Breeze scoprì il ciclismo fuoristrada grazie all’italo americano Marc Vendetti, un buon corridore, che prima di approdare al Velo Club Tamalpais con Joe faceva parte dei “canyonites”, ovvero il gruppo di appassionati che da tempo utilizzava le vecchie “Ballooner” Schwinn Excelsior degli Anni ‘30/40 per pedalare off-road sui sentieri californiani. Ben presto lo fece anche Joe, intorno al monte Tamalpais nella Marin County, dove da lì a poco, con altri storici personaggi, iniziò a svolgere gare come la mitica Repack, che riuscì persino a vincere nel 1977, alla sua seconda edizione.
Già abile nella costruzione di telai da strada con congiunzioni, grazie alle lezioni di Albert Eisenpraut di Oakland, sempre nel 1977 Joe realizzò il suo primo telaio da mountain bike, iniziando la prima produzione al mondo, alla quale mise una placchetta raffigurante il monte Tam. La Breezer 1, prodotta nel 1978 in 10 esemplari, fu venduta a 750 $ cadauno.
Un nuovo genere di bicicletta era nato. Nel tempo le serie si susseguirono e affinarono fino agli Anni ’90, quando la produzione dei tre modelli a catalogo venne affidata alla giapponese Interjet per abbattere i costi. Dei tre modelli, la Lightning era il top di gamma, bellissima nella sua livrea nero/panna con le decorazioni riprese dalle mitiche Schwinn.
VELOCE COME UN FULMINE
Il modello che presentiamo in queste pagine è appunto una Breezer Lightning del 1996 – momento di passaggio dai freni cantilever ai V-brake e dalla forcella rigida a quella ammortizzata – e presenta sotto il tubo sella la predisposizione per entrambi i sistemi di frenata in voga allora, oltre a una bella forcella unicrown alta però come un’ammortizzata per non alterare la geometria della bicicletta. Analizzando questo raffinato telaio in acciaio saldato a TIG, possiamo trovare delle invenzioni di Breeze che verranno adottate da altri costruttori in tutto il mondo, arrivando fino ai giorni nostri.
La più nota sono i forcellini posteriori, definiti “a 3D” e chiamati “Breeze-In”, più leggeri e rigidi dei classici piatti tipo i Ritchey. Inoltre, vennero introdotti sia la chiusura del reggisella nella parte anteriore, per evitare l’ingresso del fango sollevato dalla ruota posteriore, sia i fermiguaina saldati direttamente sul tubo sterzo. Nonostante da catalogo il montaggio prevedesse il già ottimo gruppo Shimano XT, Gabriele Bocchi, proprietario di questo gioiello, ha preferito montare il più pregiato XTR completo, lasciando installati il resto della componentistica marchiata da Tom Ritchey, storico amico di Joe che abbiamo intervistato su BE33, e i rari cerchi Breezer Back Draft prodotti dalla giapponese Ukai.
Un esemplare quindi davvero molto interessante, che si può considerare una vera pietra miliare nel settore delle MTB e che rappresenta senz’altro molto bene la propria epoca e le capacità d’innovatore di Joe Breeze. Il quale – curiosità! – fu anche il primo a brevettare un sistema di allungamento del tubo sella chiamato Hite-Rite dotato di una molla di sollevamento, antesignano degli attuali modelli telescopici!
Collezione: Gabriele Bocchi Foto e informazioni storiche: Fausto Delmonte
Scheda tecnica
Marca: Breezer
Modello: Lightning
Anno: 1996
Telaio: acciaio saldato a TIG taglia 17”
Forcella: tipo unicrown
Gruppo: Shimano XTR
Altra componentistica: Ritchey
Cerchi: Ukai Breezer Back Draft