Torniamo a parlare di una bicicletta con trasmissione a coppie coniche (volgarmente detta “a cardano”), argomento che nell’ultimo anno e mezzo stiamo affrontando con una certa frequenza, e lo facciamo stavolta grazie a un velocipede che rappresenta uno dei brand più longevi e iconici nella storia della bici e non solo, ovvero Peugeot. Il marchio francese, oggi noto soprattutto per la produzione di automobili all’interno dal 2021 del gruppo Stellantis, di cui fa parte anche la FIAT, affonda le radici della propria storia addirittura nel XV secolo, risalendo a una famiglia di commercianti di pece – da cui “peugeot”, ovvero “peciai” – da sempre residente nella zona attorno alle cittadine di Sochaux e Montbéliard, nella Franca Contea (regione francese al confine con la Svizzera).
Grazie alla loro capacità imprenditoriale, i Peugeot avviarono nel 1810 una consistente attività di fonderia del metallo, che li portò a realizzare e commerciare oggetti sempre più raffinati e difficili da realizzare (come le molle per orologi) o che magari sarebbero diventati il simbolo di un’epoca, come il classico “macinino” a manovella per il caffè che i nostri bisnonni avevano in casa. Fu solo dal 1881 che la Peugeot, grazie all’iniziativa di Armand, considerato uno dei patriarchi di questa vera e propria dinastia, convertì lo stabilimento di Beaulieu alla produzione di biciclette, facendo in qualche modo da apripista a quella di veicoli, che iniziò a partire dal 1890 circa. Incredibile ma vero, Peugeot produce ancora oggi biciclette, con una storia ultrasecolare che condivide con Bianchi e pochi altri produttori a livello mondiale.
Erano anni ancora ovviamente pionieristici per tutto quello che riguardava la produzione di veicoli privati. Se le carrozze – ancora largamente diffuse e soppiantate solo dalle future autovetture – erano appannaggio esclusivo delle classi più abbienti, le biciclette venivano ancora viste con grande curiosità e non considerate ancora un mezzo di spostamento “popolare”, ma una specie di curiosità che veniva associata soprattutto agli scavezzacollo, ai rampolli delle famiglie bene, a chi si cimentava in competizioni agonistiche. Tra il 1885 (anno in cui Starley inventa il telaio di sicurezza) e la fine dell’Ottocento, comunque, le innovazioni tecnologiche e la diffusione della bicicletta furono tali da presentare uno scenario completamente diverso nel giro di soli 15 anni. Mentre i velocipedi diventavano sempre più comuni e le produzioni di massa aumentavano, le biciclette iniziavano a differenziarsi tra una produzione più economica e una più di prestigio, portando alla creazione da parte dei marchi più rappresentativi di ampi cataloghi.
SCATENATA!
La Peugeot Bicyclette Sans Chaine appartenente alla collezione di Christian Mari che vedete in queste pagine, databile al 1898, appartiene appunto alla produzione di alta gamma. Prendendo come punto di riferimento il catalogo Peugeot del 1900, questo modello costava, esattamente come quello da corsa top di gamma con trasmissione a catena, 475 franchi, quasi il doppio del modello base da passeggio, che ne costava 270. Le trasmissione a coppie coniche, come abbiamo già visto in passato parlando di questo tema, era senza dubbio più costosa ma anche più affidabile, in anni di frontiera in cui le catene si rompevano molto più frequentemente di quelle attuali e gli standard erano ancora lontani dal venire, causando enormi ritardi per i pezzi di ricambio, ragion per cui questa soluzione veniva particolarmente apprezzata. Resta comunque una soluzione molto rara, proprio per via dei costi, per cui siamo molto felici di poter analizzare questo esemplare sulle nostre pagine.
A balzare subito all’occhio è appunto la coppia conica di trasmissione. I più attenti noteranno delle similitudini con un’altra bicicletta di questo tipo, la Métropole Acaténe Velleda del 1897 che abbiamo illustrato su BE57. Peugeot, infatti, non sviluppava all’epoca una tecnologia propria per questo tipo di trasmissione, ma utilizzava quella della Métropole, come si evince dalle punzonature sul carter anteriore, che era fornitrice della quasi totalità dei marchi europei dell’epoca. Métropole sono anche le pedivelle e tutto il movimento centrale. L’esemplare in queste pagine ha il grandissimo pregio di essere ottimamente conservato in moltissime parti.
Il manubrio è da viaggio e con la sua ampiezza (52,5 cm) offre comodità e stabilità nella guida. Presenta una frenata a tampone dove la leva è fissata al telaio tramite una fascetta metallica che ospita la molla di ritorno. La forma richiama fortemente i manubri dei velocipedi da viaggio di fine Ottocento. Al posteriore non è presente alcun freno, ma la presa fissa delle coppie coniche permetteva di rallentare la corsa. La testa di forcella è di nuova generazione rispetto alla produzione dell’epoca: è a forma di H e nella parte posteriore presenta punzonato il numero di telaio 56238, che ci permette di datare la bici attorno al 1898 (nel 1903 Peugeot farà un reset).
Molto interessante la struttura del telaio, ovviamente a diamante, che presenta tubi dal diametro differente: quello orizzontale è da 27 mm, mentre i tubi verticale e obliquo sono da 29 mm. Una soluzione volta probabilmente a cercare il miglior connubio tra leggerezza e resistenza. I pedali sono in ferro a quattro punte, mentre i mozzi sono entrambi a 36 fori e i cerchi sono da 28×1-1/2. Veramente molto bella e in stato di conservazione esemplare – considerazione che si può estendere alla bicicletta nel suo insieme – la sella in cuoio, che è marchiata Peugeot ed è imbottita con crine di cavallo.
Collezione: Christian Mari Foto e consulenza storica: Marcello Fogagnolo
Scheda tecnica
Marca: Peugeot
Modello: Bicyclette Sans Chaine
Anno: 1897
Telaio: in acciaio con tubi di sezione differente
Trasmissione: Métropole a coppie coniche
Freno: anteriore a tampone
Sella: in cuoio marchiata Peugeot
Pedali: in ferro a quattro punte
Mozzi: a 36 fori
Cerchi: in acciaio da 28”x1-1/2