La bicicletta illustrata in queste pagine racconta una bella storia, umana e imprenditoriale, fortemente legata a una città, Riva del Garda, in cui ha sede – presso l’Hotel Virgilio – il museo Ciclocollection dell’amico Gigi Farè, che questa storia ci ha aiutato a metterla a fuoco e a raccontarvela.
È una storia che parte da lontano, dal 1917, quando Guido Morandi nasce in Austria, a Braunau Am Inn, da genitori profughi. Sono gli anni durissimi della Grande Guerra, e i Morandi possono tornare in Italia solo verso la fine degli Anni ’20.
In giovane età, dopo alcuni impieghi saltuari, Guido lavora presso le fornaci Carloni ma il suo innato talento per la meccanica – e la grande passione che nutre per le due ruote, moto e biciclette che siano – prevale su tutto. Nelle cantine della casa di famiglia comincia a riparare, aggiustare e soprattutto studiare e capire ogni veicolo a due ruote che gli capita a tiro. Verso la fine degli Anni ’30 apre ad Arco di Trento, in via G. Marconi, un’officina di riparazione e vendita cicli insieme al fratello Ernesto. Sua fedelissima compagna era la moto sidecar BMW alimentata a carbonella (la benzina era una rarità), con la quale settimanalmente si recava a Milano per acquistare pezzi di ricambio e copertoni.
Nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, trasferisce l’attività a Riva del Garda, mentre il fratello Ernesto continua il lavoro nel negozio di Arco. È un’attività diffusa: al largo posta (Bensheim) affitta biciclette, in viale Vannetti le assembla e le ripara, in viale San Francesco apre la vendita di cicli e motocicli di alcuni tra i più prestigiosi marchi del momento: Umberto Dei, Bianchi, Moto Parilla, Aermacchi, Iso, le prestigiosissime Ducati e persino macchine da cucire. Superata la guerra, Guido Morandi realizza il suo sogno e diventa anche produttore. Al suo fianco, fedeli meccanici, sono il rivano Franco Omezzoli e Romano Marocchi di Tenno. È nel 1961 che brevetta e presenta a Salone di Milano la Stella del Garda, la bicicletta protagonista di questo articolo, un mezzo da passeggio facilmente commutabile tra uomo e donna.
TUTTO CON UN BULLONE…
Il cambio di genere della Stella del Garda è davvero molto semplice: basta sbloccare un bullone di fermo posto su un’estremità del tubo superiore, imperniato sul cannotto di sterzo e sul piantone della sella, per passare da una canna alta, da uomo, a una a canna bassa, da donna e viceversa. Una scelta davvero sfiziosa che permetteva di avere in famiglia una bicicletta di qualità, come questa Stella del Garda, adatta a tutti. Oltre a questa ingegnosa soluzione, la bici vanta infatti lavorazioni attente e qualitative, come congiunzioni del telaio nichelate e finemente lavorate, campanello dedicato, manubrio Ambrosio, mozzi marchiati Stella del Garda, dinamo e faro Radius, sella Aquila. I freni sono Super Rapid all’anteriore, probabilmente messo in conseguenza di una riparazione, e Balilla con passaggio cavi interno nel tubo obliquo per il freno posteriore.
Guido Morandi inizierà nel 1962 una produzione in larga scala di biciclette di vario tipo e prezzo che proseguirà fino al 1968, quando con l’avvento del turismo di massa deciderà di dedicarsi agli articoli sportivi aprendo il negozio Morandi Sport, tutt’ora esistente e condotto dai figli Aldo e Jerta. Morirà a soli 54 anni nel 1971, a seguito di una grave malattia, ma questa Stella del Garda ci ricorda ancora oggi la scintilla della sua voglia d’ideare cose nuove nel mondo della bicicletta.
Collezione: Museo Ciclocollection Riva del Garda Web: www.ciclocollection.it
Scheda tecnica
Marca: Guido Morandi Cicli
Modello: Stella del Garda
Anno: 1961
Telaio: in acciaio convertibile uomo-donna, seriale 026
Manubrio e pipa: Ambrosio
Mozzi e pedivelle: marchiati Stella del Garda
Gruppo luce: Radius
Freni: Super Rapid anteriore, Balilla posteriore
Sella: Aquila a muso di cane