Legnano è senz’altro uno dei marchi più importanti nella storia del ciclismo storico italiano.
Attiva fin dai primi anni del Novecento, inizialmente come Wolsit, nel 1927 la casa omonima della città in cui aveva sede l’azienda produttrice diventa semplicemente “Legnano” sotto la guida illuminata di Emilio Bozzi, che ne affida i destini sportivi a Eberardo Pavesi, che ne resterà alla guida fino al 1966 vivendo in prima persona gli anni ruggenti di Binda, Brunero, Coppi e Bartali. È quindi molto interessante questo esemplare Mod. 53 da corsa, come da catalogo Legnano del 1928, che si colloca alla fine degli Anni ’20, rappresentando così una delle primissime espressioni da corsa della casa milanese, che proprio in quegli anni faceva incetta di vittorie al Giro d’Italia con i propri alfieri.
La bicicletta appartiene al collezionista Pietro Cazzolla, che dopo averla acquistata da un commerciante di Livorno ha provveduto personalmente al restauro conservativo, come per tutte le altre bici della sua collezione. «Amo collezionare soprattutto biciclette italiane giro-ruota da corsa degli Anni ’20/’30», spiega Pietro. «Un po’ lo faccio per amore dei colori nazionali, un po’ perché penso che le biciclette italiane dagli Anni ’10 in poi fossero nettamente migliori di quelle francesi, al punto che fino agli Anni ’80, cambio a parte, si sono viste ben poche differenze a livello telaistico rispetto ai modelli più avanzati».
UN BIGLIETTO MISTERIOSO
Soluzioni tecniche a parte, il restauro di questa Legnano Mod. 53 ha rivelato una bella sopresa a Pietro. «Quando restauro una bici la smonto completamente. In questo caso, mi sono accorto di un corpo estraneo all’interno del tubo di sterzo, cosa che non era rara in quei tempi quando s’inserivano bigliettini che facessero riferimento al proprietario, alla squadra o a particolari note per il meccanico. Su quello che ho estratto c’era scritto: “Gotti”. Immaginate la mia sorpresa quando, cercando su Internet, ho scoperto che nel 1934 tra i corridori della Legnano c’era un certo Giovanni Gotti, ciclista professionista con qualche piazzamento in carriera. Certo, non sono sicuro che la bicicletta fosse proprio la sua, ma è stato senz’altro uno spunto che ha acceso ancora di più il mio interesse».
Passato misterioso a parte, questa Legnano è un bellissimo conservato in condizioni eccellenti, che Pietro ha rimesso in condizioni marcianti cercando di tenere fede alla configurazione originale o comunque a soluzioni coeve, come per esempio il nastro sulla piega accoppiato alle manopole, dato che sul catalogo appaiono solo queste ultime. Molti gli spunti interessanti, come i mozzi e i pedali marchiati Legnano o i classici galletti oversize per lo smontaggio del giro-ruota. Particolarissimo l’oliatore presente nella parte bassa del tubo sella che, una volta riempito, andava a lubrificare goccia dopo goccia la catena.
A detta di Pietro, che si allena quotidianamente con delle biciclette moderne, questa Legnano Mod. 53 «scorre che è un piacere», al punto che sarà la sua scelta per affrontare i 135 km dell’Eroica a ottobre.
Collezione: Pietro Cazzolla
Scheda tecnica
Marca: Legnano
Modello: Mod. 53
Anno: 1929
Telaio: in acciaio taglia 57
Freni: a fascetta Juventus – Torino
Mozzi: Legnano con oliatore
Pedali: a sega Legnano
Cambio: giro-ruota
Sella: Sella Italia in cuoio
Pneumatici: Pirelli