Di Learco Guerra abbiamo parlato in lungo e in largo a partire dai novant’anni della prima maglia rosa, da lui indossata per la prima volta nel Giro d’Italia 1931.
Ma Guerra – la Locomotiva Umana – ha interpretato anche altri ruoli nel mondo del ciclismo, il più celebre dei quali è senz’altro quello di direttore sportivo, sia con la Nazionale che con squadre professionistiche. Tra le cose di cui si è occupato, a dire il vero molto brevemente, ci fu anche la produzione di biciclette, che come raccontatoci dai nipoti Carlo e Learco ebbe inizio nel 1948 a Cameri, in provincia di Novara, con un socio che si rivelò non affidabile.
Guerra trasferì quindi la produzione in via San Giusto a Milano. Un’esperienza che fu comunque breve, perché pur potendo contare sulla collaborazione di telaisti che si stavano all’epoca affermando, come Faliero Masi, Felice Branca, Mario Ottusi e altri, le difficoltà finanziarie lo indussero a lasciare dopo poco più di un anno, cedendo con una concessione di 20 anni il marchio e il suo richiamo a Virginio Fassi & Figli, gli stessi che poi acquistarono la Taurus poco dopo. Alla fine degli Anni ’70 il brand tornò in famiglia, e Learco Guerra (il nipote) avviò a Mantova una piccola produzione artigianale nel negozio da lui aperto. Il marchio Guerra ebbe poi un ultimo tentativo di rilancio in grande scala con Elios, tra il 2010 e il 2013, ma senza successo. Oggi non è più in produzione.
Le biciclette Learco Guerra, comunque, si distinsero all’inizio degli Anni ’50 per essere modelli da corsa di pregevole fattura, come nel caso dell’esemplare che mostriamo in queste pagine, e che abbiamo datato al 1951 per i coni dei mozzi. Anno che abbiamo potuto stabilire partendo dal telaio e dalla tipologia di forcellino montata, che permette l’installazione sia di un più moderno – per l’epoca, ovviamente – cambio Campagnolo Parigi-Roubaix sia di un Campagnolo Corsa (il classico due leve) di qualche anno precedente. Inoltre, grazie al forcellino più lungo di un paio di denti (15 anziché 13) permetteva di avere un maggiore divario tra i rapporti al posteriore, per via della catena più lunga.
DOPPIO CAMBIO
La scelta del Campagnolo Corsa ultima serie, effettuata dall’attuale proprietario, è stata fatta in base a due fattori. Il primo è che nella collezione era già presente una Learco Guerra con il Parigi-Roubaix, e quindi si è preferito non avere un doppione. Il secondo è che queste biciclette, come testimoniato da numerosi riscontri, ammettevano entrambe le soluzioni per venire incontro a quelle che erano le esigenze dell’acquirente, che magari riteneva il Parigi-Roubaix monoleva troppo costoso o troppo difficile da utilizzare rispetto al vecchio due leve. Questa Learco Guerra Corsa del ’51 presenta comunque un montaggio coerente con il proprio tempo, sebbene con qualche leggera divagazione, che è sostanzialmente quello dello stato in cui la bicicletta è stata ritrovata, eccezion fatta per il cambio (montava infatti un Campagnolo Gran Sport di fine Anni ’50 non coevo).
Il pregevole telaio in acciaio, realizzato con i costosi e leggeri tubi Libellula prodotti a Torino dalla ditta Castello Mario & Figlio, è accoppiato con pipa, manubrio e pedali marchiati Learco Guerra. Anche la guarnitura è FB è marchiata Guerra. I freni sono Universal 49, leggermente più recenti rispetto al resto del montaggio, mentre le leve sono Universal 51. La piega è Ambrosio Champion con tappi Gaslo. I cerchi sono Fiamme Milano da 28” con copertoni Hutchinson Super Sprint. I mozzi sono Campagnolo. Del cambio posteriore abbiamo già detto, mentre all’anteriore è presente un deragliatore Simplex Suicide. I parafanghi, dello stesso colore del telaio, sono in ottime condizioni così come le cromature delle congiunzioni. Sebbene si tratti di una bicicletta di serie, questa Learco Guerra Corsa del ’51 presenta un ottimo livello qualitativo ed è lo specchio della tecnologia e delle contaminazioni del suo tempo.
Si ringraziano: Carlo e Learco Guerra
Scheda tecnica
Marca: Learco Guerra
Modello: Corsa
Anno: 1951
Telaio: in acciaio con tubi Libellula
Cambio: ant. Simplex Suicide, posteriore Campagnolo Corsa
Guarnitura: FB marchiata Guerra
Mozzi: Campagnolo
Piega: Ambrosio Champion
Freni: Universal 49 con leve 51
Cerchi: Fiamme Milano
Copertoni: Hutchinson Super Sprint da 28”