Su BE63 abbiamo documentato la bicicletta Invicta proveniente dalle officine bolognesi site in via Schiavonia.
In quella stessa circostanza, abbiamo raccontato quanto si tramanda riguardo Adolfo Zanasi di Castelfranco Emilia, classe 1882, che fin dagli Anni ’20 possedeva nel capoluogo emiliano un’officina specializzata in verniciatura e nichelatura, e della sua attività di costruttore di biciclette con i marchi Invicta e Impex, quali segni distintivi per le proprie biciclette e accessori. A segnalarci proprio una Impex è stato Giovanni Badanesi – piccolo collezionista e nostro lettore – che ci ha dato l’occasione per esaminarla in queste pagine e per cercare di capire come Zanasi utilizzasse i brand da lui stesso registrati nel 1936.
Il telaio è a congiunzioni visibili, costruito con tubi piuttosto spessi e con serie sterzo integrata, forcellini tipo R stampati e vite stringisella collocata posteriormente, sulla congiunzione. La freneria ad aste rigide passa tutta esternamente rispetto al telaio, con il freno posteriore collocato a ridosso del carro alto. La forcella con testa visibile lateralmente presenta una piccola punta rivolta verso il basso. Non sono presenti supporti di fissaggio per i parafanghi, i quali pertanto si avvitano direttamente sul perno dei mozzi.
Una tipica costruzione telaistica economica molto diffusa in Italia dalla fine degli Anni ’30, insomma, tanto da poter essere definita senza alcuna arroganza “popolare”. Solitamente le biciclette con tale costruzione venivano definite “da viaggio” e avevano prezzi più competitivi rispetto alle produzioni di lusso. Ad accompagnare un telaio da viaggio c’era spesso un allestimento molto basico e senza particolari fronzoli, ma comunque solido e durevole. Raramente dunque troveremo cromature abbondanti, componenti con lavorazioni particolarmente complesse o con materiali costosi, o telai smaltati con colori insoliti.
MASSIMA RESA
Lo stesso tipo di allestimento che possiamo sostanzialmente osservare su questa Impex: carter tubolare con padellino chiuso e codino, un tempo completamente verniciato in nero; robusti parafanghi fissati tramite asta doppia anch’essi verniciati in nero a eccezione della metà terminale di quello posteriore, che riporta ancora la vernice bianca che rimanda al periodo bellico. Il manubrio cromato ha un sistema di ritorno della freneria non particolarmente occultato ma è accessoriato di leve sagomate e manopole in corno in un unico pezzo. La sella a molle tipo Terry con rivestimento in crine è robusta e confortevole. Una discontinuità all’interno di questo allestimento sembrerebbe essere rappresentata dai mozzi marchiati Impex con corpo in acciaio e flange in alluminio, che alla fine degli Anni ’30 venivano utilizzati per montaggi più lussuosi. La cura del particolare estetico trova applicazione nei bei puntali ancora visibili, uniti da filettature color oro. Completano l’allestimento una coppia di pedali a 6 gommini, un gruppo luce composto da fanale a cipolla con parabola oscurata e grossa dinamo in ottone e una luce catarifrangente sul parafango posteriore con supporto conico.
Come osservammo nell’articolo sull’Invicta, un saggio della produzione Invicta e Impex possono fornirlo i ritrovamenti. In particolare, quelli recentemente analizzati in queste pagine ci sembrano testimoniare che il signor Zanasi utilizzasse il marchio Invicta per le proprie produzioni più lussuose e il marchio Impex per le proprie produzioni più popolari, ma comunque caratterizzate da un pregevole senso estetico.
Collezione e foto: Giovanni Badanesi A cura di: Luca Pit Dregistrostoricocicli.com
Scheda tecnica
Marca: Impex
Modello: da viaggio
Anno: 1940 circa
Telaio: in acciaio
Sella: a molle tipo Terry
Freneria: a bacchette esterna
Mozzi: marchiati Impex con flange in alluminio
Pedali: a sei gommini